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Steward specializzati per la sicurezza del Rally Italia Sardegna

ris 2022

Durante le riunioni avvenute tra federali e commissari di percorso sono venute fuori una serie di problematiche di non poco conto, in realtà già note. E cioè che i commissari di percorso italiani non vengono formati per la gestione della sicurezza e che sono dei volontari ai quali non può essere chiesto di ricoprire un ruolo diverso da quello che hanno, cioè fare i commissari di percorso. E così, arrivano gli steward…

Nelle chat dei commissari Aci Sport non c’è pace da settimane. Intere associazioni di ufficiali di gara avevano dato la disponibilità nel presenziare al Rally Italia Sardegna 2023, ma non sono state convocate e, arrivati a questo punto, non saranno più chiamate per prestare servizio nella gara italiana valida per il WRC. “Eppure, nei mesi scorsi abbiamo fatto con i federali quattro video conferenze: abbiamo parlato di mangiare e dormire”, lamentano alcuni che pensavano di essere stati già ingaggiati. “Lascia stare, ho preso le ferie appositamente e ora non so che fare”, scrive qualcun altro. “C’era disponibilità per 30 commissari e invece me ne hanno chiesti appena 10”, riferisce il presidente di una associazione. “Ci hanno scartati per favorire il nord, sono manovre politiche per tenersi buono Ac Milano e La Russa”, incalza qualcun altro dal sud. E così via per centinaia e centinaia di messaggi.

Ci siamo chiesti cosa stesse accadendo, dopo aver seguito per intere settimane questo malumore che dilaga tra i commissari, che ovviamente non possono permettersi di comparire con nome e cognome, questo almeno fin quando esisterà una regola federale che vieta agli iscritti Aci Sport di parlare pubblicamente o a mezzo stampa delle problematiche sportive e federali. Abbiamo indagato, per la verità poco. Non sta succedendo nulla di clamoroso, se non per il fatto che si va verso una professionalizzazione di determinati ruoli. “Durante le riunioni avute con i commissari di percorso – ci riferisce una delle nostre fonti in Aci Sport – sono venute fuori una serie di problematiche di non poco conto”, in realtà già note. E cioè che “i commissari di percorso italiani non vengono formati per la gestione della sicurezza e che sono dei volontari ai quali non può essere chiesto di ricoprire un ruolo diverso da quello che hanno, cioè fare i commissari di percorso. Se non si è formati per la gestione della sicurezza del pubblico, è meglio non occuparsene e tantomeno doversene poi assumere anche la responsabilità”.

Quindi, in sintesi brutale ma chiara: i commissari di percorso devono fare i commissari di percorso e non possono e non devono assumersi responsabilità che non gli competono, come la gestione della sicurezza del pubblico, spesso pieno di tifosi inferociti e irrispettosi delle regole e del buon senso. Sulla base di questo ragionamento, che pare essere stato suggerito da alcuni rappresentanti delle associazioni di ufficiali di gara, il Rally Italia Sardegna ha selezionato solo alcuni gruppi di commissari nel numero che serviva, filtrandoli in gruppi di persone che già lavorano insieme dando ottimi risultati, ma anche guardando allo stato di salute e all’età dei convocati, viste le difficili condizioni ambientali sulle PS del Rally Italia Sardegna.

E la sicurezza, quindi, al RIS chi la gestirà visto che la circolare Piantedosi chiede l’organizzazione, la definizione dei ruoli e l’individuazione delle procedure di sicurezza atte a limitare i danni in caso di emergenza? “In questo caso, ci si è rivolti ad una società esterna che si occupa di sicurezza, di formazione e di reclutamento personale, così il RIS avrà degli steward, come avviene già in tutte le gare del WRC, tranne per Montecarlo dove c’è la gendarmeria, che gestiranno e controlleranno le prime file del pubblico. Se si dice che un posto è vietato, perché è pericoloso, questa regola va rispettata senza sé e senza ma. Per cui c’è bisogno di personale specializzato, formato per gestire la sicurezza. L’auspicio, adesso, è che la federazione preveda l’utilizzo degli steward anche nelle gare nazionali, dove invece troppo spesso si verificano situazioni di pericolo e di difficile gestione”.

Cosa dice la circolare Piantedosi

“Con riferimento alle pubbliche manifestazioni sottoposte a regime autorizzatorio, l’iniziativa spetta all’organizzatore, che invierà al Comune, con congruo anticipo rispetto alla data dell’evento, l’istanza corredata dalla documentazione necessaria, recante anche l’indicazione delle misure di sicurezza che si intende adottare. Ove si tratti di eventi di pubblico spettacolo, il Comune, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, secondo le previsioni dell’art. 80 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, acquisirà il parere della Commissione comunale o provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Nelle altre ipotesi, invece, il Comune potrà rilasciare direttamente il provvedimento autorizzativo, indicando nello stesso le misure di sicurezza da adottarsi. Qualora nella fase istruttoria vengano in rilievo profili di security o di safety di tale complessità e delicatezza da richiedere un’analisi coordinata e integrata e, comunque, qualora si profilino peculiari condizioni di criticità connesse alla tipologia dell’evento, alla conformazione del luogo, al numero e alle caratteristiche dei partecipanti, il Sindaco, o il Presidente della Commissione di vigilanza, ne informerà la Prefettura. Sarà cura delle SS.LL., acquisita la documentazione prodotta dall’organizzatore e qualora ne constatino l’effettiva esigenza, sottoporre l’argomento all’esame del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato alla partecipazione del Comandante provinciale dei Vigili del fuoco. In tal caso, nell’ambito del Comitato, saranno definiti i dispositivi di security, nonché valutati quelli di safety, eventualmente modificando o implementando le misure previste dall’organizzatore, ove ciò risulti necessario in un’ottica di ottimizzazione dell’efficacia del generale dispositivo di sicurezza”. Questo è l’estratto della parte più importante della Circolare Piantedosi. E quindi, queste misure, andavano già adottate dal 2018.

I 7 punti principali della Circolare 11001/1/110/(10)

  • Nei requisiti di accesso all’area, viene evidenziata nei casi di maggiore criticità l’esigenza di individuare una viabilità dedicata ai mezzi di soccorso, che consenta di raggiungere l’area della manifestazione senza interferire con i flussi in esodo degli occupanti
  • Per i percorsi di accesso all’area e di deflusso del pubblico, si evidenzia la necessità di predisporre varchi di ingresso alla pubblica manifestazione che presentino caratteristiche idonee anche all’esodo in caso di emergenza. Qualora ciò non sia possibile, è preferibile individuare un sistema di esodo indipendente dal sistema di accesso
  • La definizione della capienza massima dell’area della manifestazione deve assumere come riferimento una densità di affollamento massima pari a 2 persone/mq. Il valore di affollamento ottenuto dovrà essere poi verificato con la larghezza dei percorsi di allontanamento dall’area, oltre che con il numero e la larghezza dei varchi previsti.
  • La suddivisione in settori è richiesta per le pubbliche manifestazioni con affollamento superiore alle 10.000 persone. Tuttavia la separazione in settori rappresenta un elemento di particolare criticità. La perimetrazione dei settori, infatti, qualora avvenga mediante l’adozione di separazioni di tipo mobile, deve evitare che, a seguito di ribaltamento, tali separazioni possano causare la caduta di persone e il conseguente calpestamento
  • Per la protezione antincendio, di fondamentale importanza è la presenza di un congruo numero di estintori portatili, di adeguata capacità estinguente, collocati in postazioni controllate. Gli estintori portatili possono essere integrati con estintori carrellati, da posizionarsi in particolare in prossimità di palchi e scenografie. Qualora non sia disponibile una rete di idranti, occorre prevedere la presenza sul posto di almeno un automezzo antincendio dedicato messo a disposizione dall’organizzatore
  • Per la gestione dell’emergenza, è necessaria l’adozione di un piano di emergenza ed evacuazione che tenga conto delle caratteristiche del sito e del tipo di evento e contenga le procedure da adottare in caso di emergenza. Tra le molte indicazioni fornite dalla Linea guida, particolarmente importante è l’efficace comunicazione degli elementi salienti del piano d’emergenza ai partecipanti alla pubblica manifestazione. Al fine di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti, infatti, è importante fornire preventivamente informazioni sui percorsi di allontanamento, sulle procedure operative predisposte per l’evento e sulle figure che svolgono un ruolo attivo nella gestione dell’emergenza. Occorre inoltre prevedere, nell’ipotesi di evento incidentale, la possibilità di comunicare in tempo reale con il pubblico, per fornire indicazioni sui comportamenti da adottare finalizzati al superamento della criticità
  • La presenza di operatori di sicurezza è necessaria per l’assistenza all’esodo, l’instradamento e monitoraggio dell’evento, oltre che per la lotta all’incendio. Il documento evidenzia in particolare i requisiti di cui devono essere in possesso gli operatori di sicurezza per poter garantire un efficace svolgimento delle funzioni ad essi assegnate nell’ambito della pubblica manifestazione