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Davide Nicelli: ”Paura? Certo, mi aspettavo gli altri chiodi”

Davide Nicelli e Tiziano Pieri

E’ ancora molto amareggiato Davide Nicelli, che lo precisa più volte: non ce l’ha con chi ha vinto e non vuole mettere in discussione la liceità di quella vittoria. No, Davide è un ragazzo intelligente, lo sa bene: “Si perde e si vince in ogni cosa”. Ma giustamente ritiene che non si possa perdere in questo modo.

“Secondo me è stato falsato il finale Campionato Italiano Rally Junior 2022, proprio per via di ciò che mi è accaduto al Rally Due Valli -. Non sto dicendo che Alessandro Casella e Rosario Siragusano non siano stati bravi e meritevoli, anzi sono stati autori di una stagione eccezionale. Ma sto dicendo che io non me la sono più potuta giocarmela fino all’ultimo. Ero partito da casa mia proprio con questo obiettivo: vincere. Ma da quando ho preso i chiodi non me la sono più sentita. Capisci? Sono fortunato perché è andata bene, non ci siamo fatti male. Se, invece, io e Tiziano fossimo usciti sul veloce, potevamo anche non raccontarcela?”.

E’ ancora molto amareggiato Davide Nicelli, che lo precisa più volte: non ce l’ha con chi ha vinto e non vuole mettere in discussione la liceità di quella vittoria. No, Davide è un ragazzo intelligente, lo sa bene: “Si perde e si vince in ogni cosa”. Ma giustamente ritiene che non si possa perdere in questo modo.

“Potevo farcela. Il titolo era a portata di mano. Ma abbiamo preso i chiodi, prima sulla PS2, poi abbiamo forato sulla PS3 e poi abbiamo visto e preso la piastra di chiodi sulla PS8. E’ frustrante, ti viene paura, gli attacchi di ignoti sono cose da vigliacchi e sono pericolose. Hai un nemico che ti fa gli agguati e non puoi identificarlo. In questi giorni ho letto di tutto. Ho letto cosa dicono tanti leoni da tastiera. A loro dico solo: bisogna esserci. Io c’ero e ho rischiato la mia vita e quella del mio copilota, ma io non vivo con i rally. Ho un lavoro, una famiglia e degli affetti. Non posso rischiare tutto per un gesto folle”.

Si ferma un attimo, è arrabbiato Nicelli. Comprensibile. Poi riprende fiato: “La mia è una passione, amo i rally e il motorsport. Già di mio mi assumo la responsabilità che potrebbe succedermi qualcosa, non mi serve che qualcun venga ad aggiungere pericolo ad una situazione già pericolosa. E fa ancora più male sentire persone che a più di mille chilometri di distanza sono lì a dire “non hai forato”, “i chiodi non c’erano”. Bisogna esserci e mi auguro non capiti a voi”.

Quella di Davide Nicelli e Tiziano Pieri (che ha espresso il suo pensiero in questo comunicato stampa) è stata una gara chiodata. Appunto, primo chiodo sulla PS2. Nessuna foratura, ma chiodo rinvenuto nella gomma. “Da quel momento abbiamo pensato che qualcuno ci stesse lanciando qualche segnale”. Poi foratura sulla PS3. Bucatura anomala, al punto che i Commissari dispongono un controllo d’ufficio dopo la foratura di Zanin e rilevano un danno identico e decidono di assegnare il cosiddetto tempo equo. Perfetto, ma…

“Ma il morale oramai era sotto i piedi. Avevamo paura che potesse accadere di nuovo. Temevamo che avrebbero potuto fare altro. Non saprei dire perché, ma la sensazione era che qualcuno ce l’avesse con noi”.

E così si arriva alla PS8: “L’abbiamo vista prima di prenderla, era una piastra chiodata, ma andavamo troppo veloci per evitarla. L’avevano piazzata benissimo. L’abbiamo rivista anche alla camera car. Eravamo sulla PS8 Moruri, era il secondo passaggio, dopo 3-4 chilometri dal via”. Abbiamo capito che ce l’avevano con noi. Ma chi? E perché?”.

Già perché, visto che questi sistemi intimidatori in genere sono tipici mafiosi? Che c’entrano i rally o lo sport in genere? A questo punto che differenza c’è con le peggiori curve calcistiche?

“Mi è andata bene. Ho avuto paura che potesse andare peggio e ho alzato il piede e già sulla PS8 non me la sentivo più di andare al massimo. Me lo aspettavo. Lo sapevo che non era finita sulla PS3. Ho fatto il possibile, ma la testa mia e quella di Tiziano era andata ormai. Meglio così, almeno ce la raccontiamo”.