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Rally e zone rosse: Conte chiarisce le zone d’ombra del DPCM

Renzo Rampazzo al Rally del Friuli

Dopo aver annunciato misure drammatiche in alcune aree d’Italia, che per come scritto e firmato il 3 novembre mettevano a rischio anche l’attività sportiva, il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, fa chiarezza anche sul futuro delle attività sportive dilettantistiche e professionistiche di vertice. Lo fa nella conferenza stampa del 4 novembre 2020, che spiega l’imbarazzante rinvio di un giorno per l’entrata in vigore del nuovo DPCM che dipinge un Italia tricolore a macchia di leopardo e neppure rossa, bianca e verde.

L’articolo 3 del nuovo DPCM vieta le attività sportive e le limita all’attività motoria nei pressi della propria abitazione nelle aree rosse, ma l’articolo 1 dello stesso DPCM le ammette in tutta Italia. Con una situazione del genere vale tutto e il contrario di tutto. Va dove ti porta il cuore, avrebbe detto Susanna Tamaro. Ma qui non siamo in un romanzo. Siamo nel bel pieno di una crisi dai risvolti sociali ed economici tragici. Un errore significa giocare con la pelle della gente.

Dopo una giornata convulsa nel cercare di comprendere cosa si può fare e cosa no, adesso per area, Conte si è presentato in TV e ha spiegato che lo sport di ferma, ma non quello dilettantistico e professionistico di vertice. Come nel gioco dell’oca si torna all’articolo 1. Evviva: Como si correrà senza timori (timori che gli sono stati messi addosso dalla torbidità del DPCM appena partorito), Valli Ossolane, Città di Schio pure e così via fino al Rally di Monza valido per il WRC, che tra l’altro toccherà le zone della Bergamasca, quindi area rossa, sperando poter arrivare serenamente all’ultima gara dell’anno al Ciocchetto.

Lo sport si ferma, sì, “fatte salve le competizioni dilettantistiche e professionistiche di vertice e riconosciute dal Coni”. Parole di Giuseppe Conte. Possiamo fidarci dopo il bluff del DPCM firmato e annunciato in vigore per il 5 novembre, con attività che hanno già chiuso, e poi rinviato al 6? Non sembra esserci altra scelta. Intanto, questo weekend centinaia di rallysti si affronteranno nella Finale della Coppa Rally di Zona. Giuseppe Conte non lo sa, ma loro ci regaleranno quel sorriso che i nostri rappresentanti al governo stavano per toglierci.

Il CONI e l’interesse nazionale di vertice

Nessun cambiamento per professionismo e per l’attività dilettantistica di vertice, dice il premier Conte. Ma qualche cambiamento burocratico c’è: nelle competizioni sarà necessaria la valutazione dell’attività di interesse nazionale, l’unica permessa, affidata al Coni e al Cip e non più solo “autocertificata” da federazioni ed enti di promozione. Un semplice passaggio burocratico in più? In teoria sì.

Nelle zone rosse saranno vietati anche gli allenamenti (a livello regionale e provinciale) per le quali sono già sospese le gare. Sempre nelle zone rosse, sospese tutte le attività, anche di interesse nazionale, ma degli Enti di promozione. Non cambia nulla per quanto riguarda il professionismo e l’attività dilettantistica di vertice, vero ma si tenderà ad una interpretazione meno estensiva di questa attività, che spetterà a Coni o Cip.

Sarà consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Ma nelle zone rosse si fermerà anche l’attività all’aperto dei centri sportivi. Infine restano le stesse norme per quanto riguarda la chiusura degli impianti sciistici: via libera solo all’attività nazionale, mentre quella amatoriale sarà possibile solo con l’adozione di specifici protocolli delle Regioni validati dal Comitato Tecnico-Scientifico.