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Provincia e Prefettura confermano il rally a Como

Alessandro Re al Trofeo Aci Como

Anche questo DPCM ha seminato tanta confusione. Tante le mail e i messaggi che riceviamo sulla disputa del Trofeo Aci Como, di cui avevamo già detto che l’organizzazione procede per l’effettuazione della gara. Zone rosse, zone arancioni e zone verdi, minacce di lockdown, limitazioni di spostamenti e di libertà individuali da un lato, comunicazioni rassicuranti che fondano le proprie motivazioni sull’Articolo 1, punto 9, lettera E (non Articolo 9 come erroneamente riportato in alcune comunicazioni ufficiali). La buona notizia è che, al momento, non esiste alcun rischio annullamento sul rally lariano. Per averne certezza abbiamo contatto l’Assessorato allo Sport della Provincia di Como, che ci ha confermato la disputa della corsa. E abbiamo contattato anche la Prefettura, che ha confermato la fattibilità.

“I permessi al Rally di Como erano stati concessi diverso tempo fa, gli organizzatori del rally hanno messo in atto tutta una serie di misure anti-contagio molto importanti e in più hanno sensibilizzato la popolazione a non andare sulle prove speciali, per quanto bisogna anche comprendere che è un evento a porte aperte e, quindi, quello che avviene nelle gare di ciclismo, può avvenire anche in un rally – dicono dall’ufficio della Provincia di Como -. La gara è di valenza nazionale ed è la finale di un campionato (come avevamo supposto qui, ndr), quindi rispecchia i requisiti dell’Articolo 1 del nuovo DPCM”.

Con l’effettuazione della Finale di Como, ormai nessuno si aspetta “brutti scherzi”, vengono premiati gli sforzi organizzati dell’AC Como di Enrico Gelpi, che sono andati ben oltre i protocolli federali. E vengono premiati, soprattutto, gli sforzi di centinaia di piloti e copiloti (duecento gli equipaggi previsti a Como) che insieme ai loro team e ai loro meccanici hanno animato una stagione difficile sotto tutti i punti di vista nella Coppa Rally di Zona, serie nazionale sotto egida Aci Sport.

La confusione su un ipotetico annullamento del Rally di Como è stata generata dallo stesso DPCM che, all’articolo 3 (Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto), prevede il fermo di qualunque attività sportiva (zona rossa) nei territori in cui i contagi sono sostanzialmente fuori controllo e consente solo l’attività motoria individuale nelle immediate vicinanze della propria abitazione.

Nelle zone ad alto rischio, infatti, la più volte citata lettera E prevede: “E’ consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale”.

Molti praticanti si chiedono e ci chiedono in queste ore come sia possibile che se tutto è chiuso (bar, ristoranti, pub, centri commerciali…), si riesca comunque a correre. Sembra non esistere una risposta univoca. E non è questione di dilettantismo o professionismo (differenza che viene chiarita dal Coni qui).

Aci Sport, il 4 novembre ha sostenuto la genuinità dell’articolo 1 (Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale), punto 9, lettera E dell’attuale e dei precedenti due DPCM: “Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni ‒ riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) ‒ riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico”.

Aci Sport chiarisce in una nota: “Nel completo e più stretto rispetto delle norme stabilite dal Protocollo Medico Sportivo, si potranno regolarmente svolgere le gare in calendario Automobile Club d’Italia – ACI Sport”. E poi precisa: “Naturalmente tutto questo è sottoposto a eventuali provvedimenti di carattere particolare emanati dalle Autorità Locali”. Come è accaduto in Liguria e Piemonte in diverse gare, annullate nonostante questo DPCM non fosse stato ancora pensato.