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DPCM: sport in lockdown nelle zone rosse e arancioni d’Italia?

Ken Block in azione a Rallylegend

La montagna ha partorito il topolino. Al termine di un lungo e feroce braccio di ferro tra Governo e Regioni, il nuovo DPCM firmato da Giuseppe Conte un minuto dopo l’1 del mattino del 4 novembre 2020 prevede in tutta Italia un lockdown annacquato. Il Paese – come annunciato mesi fa con i più volte minacciati “lockdown localizzati” – viene diviso a zone (rosse, arancione e gialle) a seconda della gravità dei contagi e in funzione di essa sono previste misure ulteriormente restrittive affidando al ministro della Salute, Roberto Speranza, la responsabilità di stabilire “ulteriori misure di contenimento del contagio” nelle aree dove il contagio è più alto e le strutture sanitarie sono in maggiore sofferenza.

Nelle zone rosse, quelle cioè caratterizzate “da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”, il nuovo DPCM prevede indistintamente la sospensione delle attività sportive di contatto e non, anche se svolte all’aperto, salvo campionati professionistici o dilettantistici di vertice. Sarà solo consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo” di mascherine. Si potrà, inoltre, svolgere “attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale”, si legge nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

“Il decreto conferma l’effettuazione delle manifestazioni iscritte a calendario Aci Sport – spiega la federazione con una nota -. Seguendo rigidamente le indicazioni del Protocollo Medico Sportivo si potranno quindi svolgere regolarmente le gare previste. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il DPCM del 3 novembre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Tra queste all’articolo 1, punto 9, lettera E si legge: sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni ‒ riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) ‒ riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali. Nel completo e più stretto rispetto delle norme stabilite dal Protocollo Medico Sportivo, si potranno regolarmente svolgere le gare in calendario di Automobile Club d’Italia – Aci Sport. Naturalmente tutto questo è sottoposto a eventuali provvedimenti di carattere particolare emanati dalle Autorità Locali”. L’ultima precisazione lascia intendere che sindaci e prefetti sono comunque liberi di ricavare differenti interpretazioni.

In ogni caso, la comunicazione di Aci Sport e l’attestazione che gli iscritti stanno ricevendo dagli organizzatori del Trofeo Aci Como in queste ore dovrebbero consentire di bypassare i limiti posti alla mobilità fra regioni, comuni e province rosse, il veto agli spostamenti interni nelle zone rosse, i limiti alla circolazione delle persone dalle 22 alle 5…

Quali ostacoli può creare il DPCM ai rally?

Se il tentativo è quello di non paralizzare il Paese, il rischio è quello di bloccare lo sport tranne che nelle poche zone verdi, compreso quello delle quattro ruote a motore. Dicono che non sarà un lockdown rigido, che sarà più simile al modello tedesco, ma i rally e le corse su strada, per quel che ci riguarda come giornale, rischiano di pagare un prezzo troppo alto. Perché? Vediamo.

La novità principale del nuovo DPCM è che l’Italia viene divisa per “zone colorate” e tutto torna ad essere affidato all’interpretazione di prefetti e sindaci. L’immagine che bisogna avere in mente è quella di un semaforo: il rosso segna lo “stop”, l’arancione il “rischio elevato” e il verde “il via libera” sempre nel rispetto delle regole nazionali. Non è escluso che una zona verde possa diventare arancione e una arancione rossa. L’inserimento di una Regione in una delle tre fasce di criticità, infatti, avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute. Il provvedimento avoca al ministro della Salute Speranza la responsabilità di intervenire, scavalcando i governatori.

Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss – quelle caratterizzate da uno scenario di “elevata gravità” e quelle nelle quali ci sono situazioni di “massima gravità” – “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”. La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti “all’interno dei medesimi territori”, dunque non solo a livello comunale e provinciale, ma anche locale.

In particolare, nelle regioni con “scenario 3: è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori”, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. “Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti n cui la stessa è consentita. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Con queste regole, come si fa a correre? Dove mangiano gli uomini dei team e quelli dell’organizzazione delle gare (fatti salvi i ristoranti degli alberghi in cui si alloggia)? In quali bar? In quali pub? Quali sono i servizi a disposizione dei partecipanti e dell’intero entourage?

Come funziona l’Italia a zone

Regioni rosse: lockdown soft

Nella zona rossa viene applicato un lockdown soft: resteranno aperte solamente le industrie e le scuole fino alla prima media. Il resto seguirà le lezioni da casa. Chiusi quasi tutti gli esercizi commerciali, tranne parrucchieri ed estetisti. Nessuna serrata per i servizi essenziali, ovviamente farmacie e supermercati saranno aperti al pubblico come a marzo scorso. Confermata la misura restrittiva della limitazione degli spostamenti da e per le regioni ad alto rischio, in area rossa, ma anche in quelle che rientrano nella cosiddetta zona arancione.

Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del DPCM all’articolo 1 TER. “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. Il provvedimento ferma anche le attività sportive. Resta consentita l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”. In questo contesto, resta da capire cosa riusciranno a fare gli organizzatori del Rally di Como e del Valli Ossolane per riuscire a fare disputare comunque le proprie gare. Si spera nel miracolo.

Regioni arancioni: attenzione

La seconda area è quella arancione: i ristoranti restano chiusi, le loro serrande rimangono abbassate tutto il giorno e non più solo dopo le 18. Sono salvi però parrucchieri e centri estetici. Oltre alla serrata dei locali, restano in vigore le regole generali. Qui la Dad sarà solo per le superiori, gli studenti potranno frequentare in presenza fino alla terza media. Si fermano gli spostamenti tra Comuni anche nelle zone che ricadono in regioni arancioni, ovvero dove il rischio Covid-19 è intermedio.

Per le aree ad alto rischio, limitato anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza” salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità. E ovviamente, fermate anche le attività sportive tutte. Inoltre, “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”. Territori che possono essere intere “Regioni o parti di esse”.

Regioni gialle: coprifuoco alle 22

E infine, l’ultima zona è quella verde, con regole meno rigide, ma comunque più restrittive rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre. Qui rientra il resto di Italia. Si farà meno shopping perché i centri commerciali saranno chiusi nel weekend, il trasporto pubblico è dimezzato. Dopo la chiusura di cinema e teatri, un altro colpo alla cultura: anche i musei restano chiusi. Alle 22, poi, finisce la giornata: tutti dentro casa quando scatterà il coprifuoco nazionale, salvo ovviamente motivi di salute o lavoro. E sempre per quanto riguarda gli spostamenti, ci si potrà muovere solo tra regioni verdi. In questo caso, le corse saranno consentite, perché resta valido il vecchio concetto del “fatto salvo l’interesse nazionale della competizione” citato nei precedenti DPCM al comma E dell’Articolo 1 e ripetuto anche in questo provvedimento governativo. Ma, appunto, solo per le zone verdi.

Torna l’autocertificazione

Solo le regioni rosse entreranno, quindi, in una sorta di lockdown che per molti aspetti ricorda quello della primavera scorsa. E su questi territori si discute sull’utilizzo dell’autocertificazione, in versione modificata, fortemente voluta dal ministro Speranza. Di certo, andrà compilata ed esibita quando si dovrà uscire dopo le 22, ossia quando scatterà il coprifuoco nazionale.