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PS ripetute nei rally, Aci Sport: non si può fare diversamente

La frana che ha interessato la PS del targa Florio 2022

“Non è una questione di volontà, piuttosto che di mancanza di capacità, bensì una questione di reale impossibilità per la maggior parte degli organizzatori – quando dico maggior parte intendo oltre il 90% – e non perché non siano capaci di organizzare, ma perché in Italia sono costretti ad operare tra amministrazioni disastrate e non sempre collaborative, strade che non vengono concesse o che vengono concesse e negate, costi che aumentano e sponsor che diminuiscono”.

Marco Rogano, presidente di Aci Sport Spa, ha avuto un weekend complesso, in giro per l’Italia. Dalla Sicilia alla Padania e ritorno nella Capitale. Dal Rally Targa Florio alle gare in pista a Imola e, infine, lunedì il ritorno al lavoro. Con lui, stanco ma sempre disponibile, abbiamo affrontato in modo costruttivo la questione delle prove speciali ripetute due volte, in termini di limiti di una regola che espone ad un rischio maggiore i partecipanti al rally.

“Non avremmo avuto problemi a tornare ad un minimo di 150 chilometri nei rally della massima serie, sai che amo i rally lunghi e li ho corsi con passione, se avessimo avuto la piena e certa collaborazione delle amministrazioni locali, se ci fossimo trovati in un periodo economicamente florido, se i costi fossero quelli del 2019, ma soprattutto se gli elenchi iscritti fossero stati in grado di fare pareggiare gli organizzatori. Però, abbiamo bisogno di certezze e con i “se” e i “ma” non ci facciamo le gare – mi spiega ancora Rogano -. Un organizzatore rischia qualche centinaia di migliaia di euro”.

Al Rally Targa Florio, come è noto, l’ANAS ha chiuso la strada che interessava ben tre prove speciali, una da ripetere due volte, perché colpita da una frana di dimensioni importanti. Al di là delle mancanze dell’istituzione nei confronti degli organizzatori siciliani (l’ANAS avrebbe dovuto fare tutto il possibile per ripristinare i collegamenti e permettere lo svolgimento di quella prova, che era la più lunga della gara con i sui 14,99 km e in totale ha fatto venire a mancare più di 44 chilometri di competizione) che ci amareggia e però non ci meraviglia (in Italia), ci siamo posti una domanda: non sarebbe meglio se le PS venissero ripetute al massimo una volta, o se le speciali non venissero ripetute proprio, considerando anche l’esiguità dei chilometraggi dei rally attuali?

Il nostro entusiasmo, però, si è scontrato con il realismo risoluto del promoter delle gare Tricolore. “Visto che il discorso è molto serio e la domanda che mi hai posto aiuta a fare luce, voglio confidarti che io mi chiedo come facciano gli organizzatori italiani ad organizzare rally con le regole che Aci Sport gli ha dato come federazione… Mi dispiacerebbe essere frainteso su questo delicato argomento, per cui consentimi una precisazione aggiuntiva. Possono sembrare pochi 120 chilometri e immagino che possano sembrare pochissimi 60… Ma la maggior parte degli organizzatori, con cui mi confronto sempre e molto volentieri, non hanno strade disponibili, quando ottengono le concessioni devono sottostare a tantissime imposizioni e regole e devono sostenere i ripristini delle strade e atri costi. In tutto ciò non hanno sponsor importanti, e devono anche confrontarsi con degli elenchi iscritti che non consentono neppure di coprire le spese. Credo che, in un contesto come questo, chiedere rally da 150 chilometri nei massimi campionati e da 90 chilometri nelle serie minori possa significare mettere seriamente a rischio la sopravvivenza stessa dei rally”.