,

L’accusa: firme false per un candidato presidente dell’ACI Sport VCO

Ac Verbano Cusio Ossola

A maggio 2021 era arrivato il primo e perentorio stop alle votazioni da parte della presidenza dell’Automobile Club d’Italia. L’ingegnere Angelo Sticchi Damiani aveva inviato a Domodossola un ispettore per presunte irregolarità riscontrate nella documentazione depositata da una delle due liste di candidati che volevano guidare l’ente per i successivi anni e con a capo rispettivamente Ettore Superina e Giuseppe Zagami.

“Due fratelli residenti in provincia di Milano, rispettivamente di 44 e 39 anni, sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Verbania. L’accusa è di falso per induzione”. Questo il comunicato stampa della Procura della Repubblica di Verbania, che informa di una vicenda di cui c’eravamo già occupati il 19 giugno 2021 e che ora vede indagati Giuseppe Zagami e il fratello Claudio. Ricordate? Il primo articolo titolava “Terremoto elettorale all’Automobile Club VCO“. Il secondo era dedicato alla replica di Peppe Zagami, candidato alla presidenza dell’Ac Domodossola e anche presidente del comitato organizzatore delle gare che organizza.

Cosa c’è di nuovo due anni dopo? Le indagini, condotte dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria di Verbania e coordinate dal pm Olimpia Bossi e dal comandante Massimo Verzotto (che si era già occupato diversi anni prima e con importanti risultati di scandali relativi a brogli elettorali nell’ACI VCO, quando era ancora solo ACI Domodossola, indagando l’allora neoeletto presidente che aveva patteggiato la pena ed estendo le indagini a più di una decina di altri ACI in Italia) “sono partite la scorsa primavera a seguito di una segnalazione, in cui veniva messa in dubbio l’autenticità delle firme apposte nelle liste per sostenere le candidature alle elezioni dei vertici dell’ACI Sport del Vco, tenutesi nel 2021”.

“Sono così stati escussi i vari soci dell’Automobile Club, che risultavano aver apposto la loro firma per consentire la candidatura di uno degli indagati – si legge nella nota stampa della Procura -. È così emerso che su 110 firme complessivamente raccolte, 24 sono risultate falsificate. Tra le persone sentite dai Carabinieri alcuni hanno completamente disconosciuto la firma riportata nelle liste, mentre altri hanno dichiarato di aver delegato oralmente gli indagati ad apporre la firma al posto loro, procedura non ammessa e che comporta comunque una falsa rappresentazione della realtà. Secondo l’ipotesi dell’accusa, la presentazione di liste riportanti firme false, ha tratto in errore i componenti della Commissione elettorale che grazie allo stratagemma adottato dagli indagati, hanno inconsapevolmente ritenuto valide le candidature presentate”.

comunicato stampa procura su aci vco

Cosa era successo all’ACI VCO

C’erano stati due rinvii consecutivi delle elezioni del nuovo direttivo dell’Automobile Club VCO e non potevano essere causali. In programma per lunedì 21 giugno, le elezioni chiamavano alle urne oltre 4400 soci dell’Automobile Club provinciale per il rinnovo dei vertici. C’era in atto qualcosa che va oltre il semplice braccio di ferro politico.

A maggio era arrivato il primo e perentorio stop alle votazioni da parte della presidenza dell’Automobile Club d’Italia. L’ingegnere Angelo Sticchi Damiani aveva inviato a Domodossola un ispettore per presunte irregolarità riscontrate nella documentazione depositata da una delle due liste di candidati che volevano guidare l’ente per i successivi anni e con a capo rispettivamente Ettore Superina e Giuseppe Zagami. L’ispettore dell’ACI aveva raccolto tutta la documentazione elettorale e l’aveva portata a Roma, dove era stata esaminata.

Da via Marsala 32, ufficio della presidenza dell’ACI, era poi arrivata una seconda richiesta di rinvio delle elezioni. Indagando avevamo scoperto che a Roma stavano controllando la documentazione e che c’era bisogno di alcuni approfondimenti. In pratica, la commissione Aci che stava effettuando alcune verifiche aveva chiesto del tempo per ulteriori accertamenti del caso.

La replica di Peppe Zagami

Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica a Peppe Zagami, presidente dell’ACI VCO (ente pubblico) e presidente del comitato organizzatore delle proprie gare tra Piemonte e Lombardia sono gravissime, ma ovviamente questo è un avviso di conclusione delle indagini, a cui seguiranno i processi che ci racconteranno cosa è accaduto alle urne nel VCO. Al momento, lo ricordiamo, Zagami è innocente per la legge italiana. Nessun tribunale lo ha condannato e gli auguriamo di uscirne a testa alta.

Per la verità, innocente o quasi vittima si definiva già quando gli avevamo parlato nella primavera del 2021.“Io ho avuto modo di confrontarmi anche con l’attuale presidente dell’Automobile Club Verbano-Cusio-Ossola, Ettore Superina, che poi è il candidato della lista che si oppone alla mia – ci aveva raccontato Peppe Zagami -. Gliel’ho detto: sono tranquillo. Potremmo aver commesso qualche errore di buona fede e di inesperienza, ma non è stato commesso nessun illecito. Le persone che sono nella mia lista sono consapevoli e d’accordo nel sostenermi alla corsa per la presidenza dell’ACI VCO. Lecito che qualcuno abbia sospettato di firme dubbie, però, io sono sereno. Sono tranquillo”.

Peppe Zagami, presidente del comitato organizzatore del Rally Valli Ossolane e di altre sei gare, oltre che presidente neoeletto dell’ACI VCO, si era definito piuttosto vittima della burocrazia e non vedeva l’ora che si potesse andare al voto, così che potesse essere stabilito chi avrebbe dovuto guidare l’ente pubblico. L’organizzatore del “Mondiale delle Valli Ossolane” ci aveva detto: “Le elezioni non sono state nuovamente rinviate dall’Automobile Club d’Italia, bensì dalla Commissione elettorale dell’ACI VCO”.

Giuseppe Zagami, candidato per l'Ac VCO
Giuseppe Zagami, candidato per l’Ac VCO

Il documento della presidenza ACI

“Ho incaricato il Direttore dell’Ispettorato, Dr. Turci, di eseguire i necessari accertamenti”, scriveva Sticchi Damiani, che proseguiva riferendo cosa era stato scoperto: “Sono state effettivamente riscontrate diverse anomalie non rilevate dalla Commissione elettorale nominata dal Consiglio Direttivo dell’AC ex art 17 del Vostro Regolamento. Alcune non appaiono invalidanti, mentre per altre è necessario procedere ad un riesame di merito”.

“Il Direttore (Turci, ndr) ha potuto escludere la necessità di segnalare alla competente Procura l’ipotesi di sottoscrizioni apocrife, avendo compiuto in tal senso adeguati approfondimenti, seppur con l’urgenza richiesta – si leggeva nella lettera di Sticchi Damiani -. La non conformità di alcune posizioni evidenziate nella nota e di altre riscontrate non regolari nel corso dell’ispezione, non possono comportare l’invalidità di alcuna lista per quanto concerne il numero dei sottoscrittori, che rimane comunque sufficiente a raggiungere i quorum fissati per la sostenibilità delle candidature”.

“Rimangono, però, da considerare due difformi tipologie rispetto al dettato del Regolamento elettorale ed esattamente l’assenza delle dichiarazioni di accettazione carica e insussistenza di cause di ineleggibilità, inconferibilità e incompatibilità, per due candidati al Collegio dei Revisori dei Conti, i Sig.ri Marco Di Sabato e Luca Tarabella, oltre alla mancata completa indicazione degli estremi del documento di identità dei sottoscrittori nelle liste protocollate dal1’AC ai nn. 131/21 e 132/21 del 26.2.2021”.

“Riguardo a tali carenze, la Commissione elettorale, in autotutela, potrà intervenire chiedendo un’integrazione documentale agli interessati anche tramite i presentatori delle liste, addivenendo ad un’auspicabile regolarizzazione delle anomalie, in ossequio al noto principio generale dell’ordinamento della conservazione dei valori giuridici, con conseguente prevalenza, ove possibile, del mantenimento in essere dell’atto rispetto al rimedio eliminatorio”.

Adesso, però, secondo la la Procura “la presentazione di liste riportanti firme false, ha tratto in errore i componenti della Commissione elettorale che grazie allo stratagemma adottato dagli indagati, hanno inconsapevolmente ritenuto valide le candidature presentate”.

Cosa succede adesso?

Il problema, nell’immediato è legato all’attività sportiva del Verbano-Cusio-Ossola, che rischia di restare paralizzata. Anche nell’Automobile Club d’Italia stanno valutando cosa fare sperando di trovare una soluzione in tempi brevi (anche per evitare polemiche che intacchino politicamente il prestigio e il nome di ACI e di ACI Sport), alla luce di questa comunicazione che è arrivata alla presidenza ACI e anche alla Procura Federale ACI Sport. Si ragiona su più fronti. Mandare un commissario, oppure lasciare le cose così come stanno, con il rischio però che ciò abbia strascichi sull’elezione del presidente dell’Automobile Club d’Italia, che si terrà entro la fine del 2024.