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Che stoccate tra Latvala e Neuville dopo il Safari WRC

Thierry Neuville

Aria tesa tra Jari Matti Latvala e Thierry Neuville al termine del Safari WRC. Il tutto è cominciato da una dichiarazione rilasciata alla stampa dal team manager Toyota in cui spiega, che secondo lui, il ritmo che stava tenendo il pilota belga era troppo alto.

“Parlando con alcuni ragazzi del mio team ho detto, Thierry sta andando ad un ritmo troppo elevato, di questo passo difficilmente vedrà il traguardo. Aveva avuto già due forature e in quei frangenti era stato fortunato, normalmente la si riesce a far franca la prima volta, non la seconda. Devi ascoltare gli avvertimenti, in tutta onesta mi dispiace molto perché meritava la vittoria. La sua velocità era buona, ma per l’ultima giornata di gara forse questa era un troppo eccessiva. Devi dettare la velocità in base al terreno, così come stavano facendo Taka e Tanak, quest’ultimo purtroppo poi è incorso in un problema col parabrezza. E poi c’è Sébastien, lui si prende cura del mezzo in tutte le fasi della gara, anche quelle più complicate”.

A Neuville non è piaciuta la lezione di Latvala. Il driver belga si è sentito toccato. E così la sua risposta non è si è fatta attendere. Solo che, al posto di rispondere tramite i suoi canali social o attraverso un comunicato stampa, Neuville ha deciso di parlare con il sito dello sponsor di Ott Tanak, DirtFish.

“In tutta onesta non penso di essere andato troppo forte, ero al comando della gara anche quando sono andato con un passo “ridotto” rispetto a quello dei miei avversari. Anche alla fine questa tattica non ha funzionato, posso dire che per me era quella giusta. Stiamo preparando le gare sempre alla solita maniera, ma è un periodo in cui tutto sta andando contro di noi, l’importante è mettere fine fin da subito a questo periodo no. Come sapete ci sono alcune parti della vettura che non si possono toccare e devono sottostare all’omologazione, una di queste parti è proprio la sospensione e i wishbones”. Tutto giusto, tranne quello di nascondersi dietro a termini come periodo, che lasciano intendere sfortuna. No, questa non è sfortuna. Lo ha amnesso, finalmente, anche Andrea Adamo.