WRC 2025: elettrico, idrogeno e (forse) ibrido
Toyota, Hyundai e M-Sport-Ford si sono impegnate, nel 2022 ormai finito e in cui a parte Kalle Rovanpera e Ott Tanak si è visto molto poco, a costruire tutte le nuove auto basate su un telaio più robusto e sicuro, per una vettura alimentata da un motore a combustione interna da 1,6 litri (il vecchio e ormai perfetto WRC Plus) abbinato a una discutibile unità ibrida di controllo da 100 kW, che produce 500 cavalli per pochi secondi, ma che appesantisce di almeno 80-90 chili l’auto, compromettendone in modo irreversibile la maneggevolezza.
La Federazione internazionale dell’auto, organo supremo internazionale di governo del motorsport da anni in balia degli interessi dei Costruttori, ha tracciato le linee guida del WRC dal 2025 in poi. Gli uomini della Commissione WRC hanno iniziato a studiare il format del nuovo Campionato già a gennaio 2022 e ora hanno le idee chiare e solo più qualche dubbio, che dovrà essere risolto entro la fine del 2022, momento in cui saranno presentate per tempo anche ai Costruttori le modifiche concordate. E magari qualche novità…
Dal 2022, su pressione dei rappresentanti sul campo dei Costruttori, quindi i team manager Latvala, Millener e Adamo, sono stati introdotti (purtroppo!) nel WRC i nuovi regolamenti ibridi con le vetture Rally1 che avrebbero dovuto rappresentare un cambiamento significativo rispetto alle precedenti WRC Plus, ma che invece hanno creato e stanno creando solo problemi ai team e all’immagine delle auto del Mondiale Rally. Il tutto, al netto della presa in giro ibrida, con auto che percorrono sì e no 5 chilometri in modalità totalmente elettrica. Questa messa in scena ibrida dovrebbe durare addirittura fino alla fine del 2024, ma poi si spera di voltare pagina e dimenticare i danni prodotti dalla presidenza Todt, che h regalato il Mondiale Rally ai Costruttori.
Toyota, Hyundai e M-Sport-Ford si sono impegnate, nel 2022 ormai finito e in cui a parte Kalle Rovanpera e Ott Tanak si è visto molto poco, a costruire tutte le nuove auto basate su un telaio più robusto e sicuro, per una vettura alimentata da un motore a combustione interna da 1,6 litri (il vecchio e ormai perfetto WRC Plus) abbinato a una discutibile unità ibrida di controllo da 100 kW, che produce 500 cavalli per pochi secondi, ma che appesantisce di almeno 80-90 chili l’auto, compromettendone in modo irreversibile la maneggevolezza.
Le vetture che, tra l’altro, utilizzano carburante sostenibile al 100% presentano una riduzione dell’aerodinamica e della corsa delle sospensioni e l’elettronica era stata minimamente ridotta. Ma appunto, ricordiamoci sempre che parliamo di una farsa. I regolamenti sono stati originariamente ideati con una bugia originaria, quella di attirare nuovi Costruttori di auto nella specialità, ma il regolamento non ha prodotto nulla oltre i 2,5 Costruttori che da anni coltivano l’orticello, impedendo regole che porterebbero dentro anche altre Case.
Il vicepresidente della FIA Robert Reid ha detto che è importante che il WRC definisca una chiara direzione futura, il che ha portato la FIA a consultare i Costruttori attualmente coinvolti nei rally e quelli che sarebbero disponibili ad entrare con questo ciclo di regole (ovviamente, non c’è nessun pazzo che farebbe una vettura ibrida ora) o alla fine di questa pagliacciata.
Reid e Wheatley è stato coinvolto nelle consultazioni e afferma che la FIA è pronta a fornire una tabella di marcia per il futuro entro la fine di quest’anno. “Direi che saremo pronti al 70% a breve – ha detto Wheatley – Abbiamo fatto molte ricerche sui Costruttori coinvolti nel WRC, abbiamo parlato con alcuni di loro coinvolti nei rally anche più in generale”, come Skoda, Renault, Opel.
“Abbiamo anche discusso con i Costruttori che non sono coinvolti nel WRC per cercare di capire la direzione in cui sta andando il mondo automobilistico quando parliamo di auto rilevanti per il massimo campionato del mondo. Ci sono stati molti feedback e abbiamo avuto tante opportunità, è chiaro che nessuno ha una visione univoca di come sarà il futuro da qui a due anni”.
“Al momento stiamo ragionando per spieegare bene al World Motor Sport Council come sarà il WRC in futuro, ma prima dovremo avere noi una visione chiara. Assolutamente, tutti i Costruttori con cui abbiamo parlati sono entusiasti del futuro perché ci hanno capito che ci stiamo impegnando per dare più opportunità e possibilità”.
Il problema più urgente e forse più grande da risolvere sulle attuali regole riguarderà il metodo di propulsione, con la FIA attualmente soddisfatta delle prestazioni della nuova vettura Rally1, ma che non vuol limitarsi all’ibrido. Si percepisce la necessità di aprire all’elettrico e all’idrogeno, se si vogliono avere più Costruttori, mantenendo la presenza delle vetture con motore endotermico, che sembrano non avere futuro solo in Europa.
Quest’anno il WRC ha visto prototipi di auto da rally totalmente elettriche, come la Hyundai Kona sviluppata dall’ex pilota della Hyundai Hayden Paddon, al Rally della Nuova Zelanda, e della Toyota Yaris alimentata a idrogeno al Rally di Ypres in Belgio.
“Quello che sappiamo è che il cuore di un’auto da Rally1, che è la cellula di sicurezza, l’aerodinamica, le sospensioni, i freni, il 75% di quell’auto non sarà diverso, ma tutto il resto deve cambiare filosofia”, ha aggiunto Wheatley. “Sappiamo che quelle parti funzionano bene. Quello che potrebbe cambiare è anche il carburante che entra nel motore, oppure che arrivino anche i motori elettrici o termici”.
“Ora si tratta di capire cosa tireremo fuori dal cilindro. Se si guardi all’auto ibrida a combustibile fossile che abbiamo ora, alla Hyundai elettrica e all’auto a idrogeno di Toyota, si ha la certezza che il futuro è lì, da qualche parte e davanti ai nostri occhi. La domanda è: qual è la scelta giusta?”.
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