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Covid-19, stato di emergenza fino al 15 ottobre: rally a porte chiuse

Covid-19, stato di emergenza fino al 15 ottobre: rally a porte chiuse

I rally e le altre manifestazioni sportive, salvo ritocchi successivi, saranno a porte chiuse fino al 15 ottobre per l’emergenza da Covid-19. Alla vigilia di quella scadenza si saprà se anche lo sport potrà avviarsi verso una Fase 3 di normalizzazione, oppure se proseguirà ancora l’emergenza. Purtroppo, lo sport, gli sportivi e tutti i cittadini italiani in generale pagano il prezzo di comportamenti dissennati di personaggi senza scrupoli (che hanno cercato di profittare ignorando i pericoli) e di nuovi focolai di importazione.

Il Senato ha approvato nella serata del 28 luglio 2020, con 157 voti a favore, la proroga dello stato d’emergenza nazionale per la pandemia di Covid-19 fino al 15 ottobre richiesta dal governo che, con un intervento in aula del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha spiegato quali provvedimenti non sarebbero più stati attuabili in caso di stop da parte dei membri della plenaria.

Il premier si era presentato in aula spiegando che da parte del governo non c’è nessuna “volontà di prorogare paure e allarmismi per il Covid-19” e con un prolungamento dello stato d’emergenza non ci sarebbe alcuna “torsione autoritaria“, aveva replicato alle accuse che arrivano da una parte del Senato: “Vi sfido a interrogare i presidenti di Regione e confrontarvi con loro, vediamo se sono disponibili a dismettere queste misure di protezione”, ha detto il premier all’opposizione.

Dunque, anche il Rally di Alba, che si sperava potesse essere la festa del ritorno alla normalità, avrà alcune sezioni “blindate”: parco assistenza, sala stampa, segreteria, divieto di sostare a inizio e fine prova (in questo articolo chiariamo meglio il concetto di rally a porte chiuse). Tanak, Neuville, Adamo e le altre star del circus iridato potranno essere viste in prova speciale con le dovute precauzioni e considerando che gli assembramenti posso costare 500 euro di multa a testa.

Come al solito, in Italia non c’è mai una linea univoca e chiara. Per cui, ogni regione potrebbe decidere di inasprire o alleggerire le misure, tra cui addirittura vietare manifestazioni. Infatti, nella stessa votazione, l’aula ha dato il via libera a una parte della risoluzione del centrodestra con 281 voti a favore, nessun contrario e 3 astenuti in cui si chiedeva di sentire “i presidenti delle regioni interessate nel caso in cui le misure riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l’intero territorio nazionale”.