Rally di Alba: la sfida Michelin-Pirelli, WRC-R5 e il pubblico
I motori si spengono definitivamente poco dopo la mezza. Quando la regale cittadina cuneese si libera delle vetture da corsa, che ordinatamente lasciano il parco chiuso verso le 23, anche io posso fare ritorno a casa. Emozioni ordinatamente confuse scorrono come un film apparentemente senza senso. Invece, man mano che mi allontano dalla “bolla magica” che ogni anno si crea intorno alla gara della Cinzano Rally Team – in cui è attivamente coinvolto tutto il tessuto socio-economico albese – i principali eventi che si sono susseguiti nelle 48 ore precedenti scorrono a mo’ di flashback.
Ammetto, il Rally di Alba mi appassiona da molto tempo e, nei decenni passati, ogni volta che potevo andavo a Diano d’Alba, la mia PS preferita in questa gara. Così poi facevo un salto da Battista, a poche centinaia di metri dal fine prova per gustare tra i migliori tajarin della zona e un’ottima albese. Perché, Alba se la vivi la capisci e la ami. In ogni sua curva.
Spenti i motori, cosa mi resta del Rally di Alba 2021? A mio parere, che poi non conta nulla, il rally quest’anno ha offerto dei confronti interessanti, che dovrebbero darci risposte a curiosità che spesso ci poniamo da appassionati intrippati. Il primo vero confronto che mi è balzato agli occhi è quello delle gomme. Perché le gomme nei rally ormai hanno assunto un valore tecnico determinante. E così ad Alba abbiamo assistito ad una bella sfida cronometrata tra le gomme Michelin, che calzavano la Hyundai i20 R5 del campione e vincitore Luca Rossetti, navigato da Manuel Fenoli, contro le Pirelli, che calzavano la R5 coreana (non solo quella) del talento irlandese Josh McErlean.
Dopo la prima prova, i “maligni” dicevano di Rossetti: “Eh, ha preso quella trona (botta) al Salento… Ci vorranno almeno due gare prima che si riprenda. Tiè… Rox ha prima studiato e preso le misure e poi ha attaccato con la sua R5. E infine ha gestito superbamente. “Ormai corro per gioco”, ha detto con la sua solita umiltà l’uomo Michelin. Seconda è arrivata la Hyundai i20 WRC (non Plus) di Corrado Fontana e Nicola Arena, anche quella gommata Michelin. Quindi, in questa occasione: Rossetti primo e Fontana secondo, McErlean terzo. Michelin prima e seconda, Pirelli terza. Hyundai i20 R5 prima e terza e Hyundai WRC seconda.
La WRC Michelin ha vinto tre PS, la R5 Michelin ne ha vinte altrettante, la R5 Pirelli di McErlean non ne ha vinte (in compenso ne ha vinta una la R5 Pirelli di Elwis Chentre e Fulvio Florean. Solo che la R5 Michelin è stata in testa alla gara dalla PS2 Igliano alla PS9 Niella. Cioè, da poco dopo l’inizio fino alla fine. Sulle PS1, PS2, PS4, PS5, PS7, PS8 la R5 Pirelli del confronto (che è quella che alla fine ha portato il Marchio Milanese più in alto in classifica) era quarta assoluta, sulle PS3 e PS8 sesta, sulla PS6 quinta.
Segue una postilla: le due vetture ai primi due posti dell’assoluta, le R5 Michelin e Pirelli contro la WRC Michelin non lottavano ad armi pari. Seppure si parla di una WRC di vecchia generazione, l’auto di Fontana è più potente della R5 di Rossetti e di McErlean. La WRC veniva dichiarata dalla Casa a 310 cavalli circa e le R5 a 280 (gap almeno 30 CV). Mentre la R5 Michelin e la R5 Pirelli lottavano ad armi pari. Nel momento in cui si confrontano tre vetture, di cui una più potente, le gomme e l’equipaggio fanno la differenza. Sulla bontà dei tre equipaggi non ci sono dubbi, quindi sono portato a pensare che le calzature abbiano avuto un ruolo determinante. Specialmente su queste strade. Ad onor del vero va detto che la WRC Pirelli, quella di Luca Pedersoli, non più partita dalla PS7 in poi ha vinto due prove speciali ad inizio gara: la PS1 e la PS3.
A parte la vittoria assoluta di Michelin e la mia soddisfazione personale da sportivo di poter assistere ad una sfida anche tra Costruttori di pneumatici (questa storia della monogomma è un nonsenso sia in termini di comunicazione e immagine sia in termini tecnico-sportivi), del Rally di Alba 2021 mi resta la bellezza di tre prove speciali validissime – Igliano, Niella, Somano – e la certezza che quando ci libereremo finalmente del Covid-19, gli organizzatori potranno aggiungere almeno altre due PS ultra valide, con un chilometraggio superiore ad oggi. A proposito di chilometraggio, RA21 è al momento la gara più lunga del CIWRC 2021 con i suoi 105 chilometri. Però, noi appassionati l’avremmo voluta almeno altri 45 chilometri più lunga, tutta su venerdì (prova in notturna), sabato e domenica. Non è colpa di nessuno, purtroppo (per me e forse anche per qualcuno di voi) doveva attenersi al protocollo federale applicato allo scoppio della pandemia.
Del Rally di Alba mi resta anche una miscela di colori (a proposito, bellissimi quelli della livrea di Luca Cantamessa e di Lisa Bollito, primi tra gli over 50 e primi tra i locali), odori e sapori. Le piazze piene di persone, i commercianti soddisfattissimi. Chi a pranzo faceva 5-6 giri di tavoli e poi altri 4-5 alla sera. “Noi lavoriamo sempre molto bene nei weekend, ma il rally è un’occasione straordinaria, perché ci riempie di lavoro. Sarebbe bello se potessimo averne due all’anno piuttosto che uno”, le parole sono del titolare di un ristorante che affacciava sulla parte iniziale del centro storico pedonale e sulla Media Zone e in cui andavo a nutrirmi. Mi resta il vociare del pubblico (uomini, donne e bambini con cani al seguito) incantato dalle auto da corsa. Chi parlava italiano, chi piemontese, chi siciliano, chi inglese. Un festival di culture e accenti. Promozione nazionale e internazionale della cittadina, altro obiettivo raggiunto.

Vi chiederete: c’è qualcosa che non ti è piaciuto? Sì, ma non posso attribuirla all’organizzazione. Succede nel terzo loop di prove che uno spettatore, richiamato dal un commissario, inizi a litigare animatamente con lui e finisca per prenderlo a schiaffi. Questo non è sport. E’ stupidità. E’ un comportamento che fa male ai rally e ai rallysti e che non vorremmo vedere mai più. A costo di avere uno spettatore in meno.
RS e oltre di giugno 2021: condividiamo passione!
