Il Giappone e il sogno italiano del WRC a Monza
Ne parlavamo il 20 luglio scorso in questo articolo, il Rally del Giappone era già fuori dal WRC. Ora c’è la conferma ufficiale della cancellazione della gara nipponica, già cancellata lo scorso anno per via dei troppi contagi di Covid-19 che flagellavano i distretti giapponesi. Le Olimpiadi avevano evidenziato come la popolazione non volesse altre manifestazioni di portata internazionale. Ovvio, che la sorte della prova giapponese del Mondiale Rally fosse ormai segnata. Era questione di settimane, poi diventate giorni.
La FIA non ha dato alcuna indicazione, al momento, se intende recuperare o meno la gara in meno nel calendario WRC 2021, dopo la decisione degli organizzatori dagli occhi a mandorla di gettare la spugna. Il regolamento prevede che l’assegnazione del titolo può avvenire anche con una gara in meno. Come fu per il titolo Costruttori vinto da Hyundai e quello Piloti andato a Ott Tanak con l’annullamento del Rally di Australia quando, nel 2019, il continente isolano bruciava.
In quella stagione, ricorderete, sono stati corsi tredici rally iridati, ma la FIA aveva deciso ad inizio anno di espandere il programma a quattordici gare, inserendo per la prima volta nella storia il Rally del Cile, collocato a maggio nel calendario come sesta prova del mondiale. La successione degli altri appuntamenti rimaneva invariata rispetto alla stagione 2018 e l’Australia chiudeva il calendario gare.
Alcune testate giornalistiche italiane fanno riferimento al ritorno del Rally di Monza nel WRC e l’Automobile Club d’Italia su questo è stato chiaro e coerente fin dall’inizio. L’Italia c’è, c’è sempre stata ma con una condizione categorica: la validità iridata. Monza non può limitarsi ad essere una festa di chiusura. Monza vuole essere Mondiale. La FIA, per le gare del WRC che hanno anche una base in autodromo, quest’anno chiede esplicitamente più prove speciali su strade aperte e poco circuito, mentre l’anno scorso, a causa della crisi, la maggior parte del rally iridato lombardo è stata svolta in circuito.
Le prove ci sono, il tempo non rema a favore, ma l’organizzazione che fa capo ad Antonio Turitto ha già dimostrato di sapere fare i miracoli e con l’esperienza precedente non faticherà a mettere su una gara più degna, sempre che questo venga richiesto, o dal presidente italiano delle federazione alla FIA o dalla stessa Federazione Internazionale all’Aci. La possibilità di vivere un altro anno con due gare del World Rally Championship, di cui una sulla terraferma, ha scatenato le fantasie degli appassionati che già si chiedono quali prove vedere, se ci sarà la neve…