Le ricognizioni abusive (quasi) non esistono
C’è poi un ulteriore aspetto che non può essere trascurato. Quello delle segnalazioni delle forze dell’ordine. Quando chi pattuglia il territorio segnala all’organizzatore, questi ha sostanzialmente la facoltà di segnalare a sua loro volta alla federazione. Tutti gli organizzatori segnalano? In realtà, quasi nessuno.
L’articolo 15.2 delle Norme Generali del settore Rally, contenuto nel regolamento Aci Sport, norma le ricognizioni autorizzate e quelle vietate. Leggiamo attentamente: “Le ricognizioni non autorizzate sul percorso delle prove speciali sono vietate. È considerata ricognizione la sola presenza di un conduttore sul percorso delle prove speciali nel periodo antecedente la partenza del rally, al di fuori del programma delle ricognizioni previsto dall’organizzatore. I conduttori che effettueranno ricognizioni non autorizzate saranno sanzionati, in ragione della grave condotta, anche con gli effetti previsti dagli articoli 8.1, 8.2, 8.7 e 9 del RSN. L’organizzatore potrà pubblicare l’itinerario della gara prima del giorno di apertura delle iscrizioni qualora le prove speciali siano ufficialmente approvate dal supervisore. Solo in questo caso l’organizzatore potrà rendere pubblico il programma unitamente alle restrizioni per le ricognizioni. Gli organizzatori di tutti i rally e ronde dovranno pubblicare obbligatoriamente sul loro sito i video delle prove speciali, realizzati utilizzando vetture di serie ad andatura moderata, nel rispetto del codice della strada. La pubblicazione potrà avvenire anche prima dell’approvazione del loro RPG, qualora le prove speciali siano state approvate dal supervisore. Ogni ricognizione effettuata al di fuori dei giorni e degli orari fissati dagli organizzatori è considerata una infrazione molto grave e verrà segnalata al direttore di gara che potrà applicare le penalità previste dall’art. 15.3.5″. La risposta ai tanti dubbi – leciti – che si pongono centinaia di equipaggi che amano fare ricognizioni (la maggior parte, le fa solo quando sono consentite) la dà la stessa norma: ” L’organizzatore potrà pubblicare l’itinerario della gara prima del giorno di apertura delle iscrizioni (…). (…) potrà rendere pubblico il programma unitamente alle restrizioni per le ricognizioni”. Che altrimenti prima non esistono. E qui non si tratta di interpretare. La norma è scritta con finezza, quasi a voler lasciare aperta la porta all’equivoco e spazio alle ricognizioni nei mesi precedenti la gara, purché non le si faccia dopo la pubblicazione del percorso, che di solito è noto 6-7 mesi prima del rally. Dunque, hanno ragione tutti. Ha ragione chi fa ricognizioni nei mesi antecedenti la gara, quando il percorso è ufficialmente sconosciuto, e ha ragione (ed è anche bravo/a) chi non le fa. I primi avrebbero ragione, se le facessero rispettando il Codice della Strada, cosa che pare non avvenire quasi mai. Si vedano le numerose lamentele e denunce dei residenti che finiscono per prendersela genericamente con i rally e non solo con i “furbetti della normativa”.
C’è poi un ulteriore aspetto che non può essere trascurato. Quello delle segnalazioni delle forze dell’ordine. Quando chi pattuglia il territorio segnala all’organizzatore, questi ha sostanzialmente la facoltà di segnalare a sua loro volta alla federazione. Tutti gli organizzatori segnalano? In realtà, quasi nessuno.
Da qui nasce il fantasma delle ricognizioni abusive, che narra di importanti campioni che hanno gommato le strade della nazione e di aspiranti campioni che stanno continuando a gommare le stesse strade. Quelle dei rally. Team come comitive in vacanza si ritrovano a mangiare negli stessi ristornati e a dormire negli stessi alberghi e… provano, provano e riprovano. Ma lo fanno 2-3 mesi prima della gara, mica dopo la pubblicazione del percorso. Dopo, al massimo un selfie dalle PS su Instagram. Tanto, anche se qualcuno segnala è quasi impossibile che del “caso” venga informata Aci Sport. Se non c’è divieto non c’è infrazione. Sembra ingiusto? A dirla tutta, sembra pure beffardo e strafottente. Al limite della cattiveria verso chi ha l’onestà come valore di riferimento. Però, dimentichiamo Aci Sport per un attimo e pensiamo alla FIA. Pensiamo al Rally del Portogallo valido per il WRC. Pensiamo ad Oliver Solberg che ha perso una gara per aver fatto un tondo e a Thierry Neuville e Martin Wydaeghe multati per essersi dimenticati di consegnare la tabella di marcia, mentre da sempre questa infrazione è punita con l’esclusione dalla classifica. Ecco, la FIA è la madre che dà l’esempio.
Affettuosamente