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CIR-Sparco e futuro dei rally: dal 2022 meno gare e più km

Marquito Bulacia nell'ultima gara del CIR

CIRS… Per brindare ad un incontro, ma non solo: nel 2021 e fino al 2023, CIRS diventa acronimo di Campionato Italiano Rally Sparco (CIR-Sparco). L’azienda italiana apprezzata nel mondo diventa main sponsor della massima serie tricolore. L’operazione di marketing porterà “tante tute blu” tra gli equipaggi del CIR 2021, così ha detto il dottor Niccolò Bellazini, brand manager della Sparco, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.

Il presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, il brand manager Sparco Niccolò Bellazzini e il direttore generale Aci Sport Spa Marco Rogano hanno parlato di un impegno concreto, frutto di un grande lavoro e un grande impegno “per dare risposte molto concrete che hanno portato l’Italia ad avere tre GP e due Rally Mondiali nel 2020, per noi è stata un stagione di proficua prova e ricca di risultati nel pieno rispetto di tutte le regole”.

“È importante avere a fianco un marchio come Sparco, un punto di riferimento nel motorsport e mi fa molto piacere inaugurare questa collaborazione – ha sottolineato il presidente Aci Angelo Sticchi Damiani – una sinergia importante per un Campionato importante, il CIR è la serie su cui Aci e Aci Sport puntano molto. Al Campionato Italiano vengono rivolti cospicui investimenti, verso i giovani e non solo. Un campionato particolarmente ricco e di alto livello. Ritengo di buon auspicio questa collaborazione, proprio nel momento in cui il CIR sta assumendo un ruolo che va certamente oltre i confini nazionali”.

Nel corso della conferenza stampa si è parlato anche di quelli che sono gli orientamenti futuri della federazione italiana per i rally. Se in Francia si corre con circa 250 chilometri e nel Mondiale Rally con 350 km di PS (ora 220-250 km), in Italia c’è “la speranza e l’impegno per tornare ad una situazione simile all’era pre-Covid, se non uguale a quella del 2019”. Parole cariche di fiducia, quelle del presidente Sticchi Damiani, che fanno ben sperare nel ritorno ad un chilometraggio adeguato dei rally CIR.

E fiducia ha espresso anche Rogano su un graduale ritorno alla normalità, senza dimenticare da dove siamo partiti, cioè da un lockdown generale, e dove siamo arrivati, all’edizione 2021 del Campionato Italiano Rally. Un’edizione importante, per una ricorrenza importante.

“Abbiamo cercato di salvaguardare tutte le parti, ma in particolare quei clienti che fanno investimenti, come i noleggiatori. Abbiamo cercato di dare la possibilità a tutti di lavorare”, ha spiegato Rogano. “E’ stata una scelta precisa. Ci credo ancora”, ha ribadito Sticchi Damiani. E fa bene, visto che ha portato tre GP e due gare del WRC in Italia nel 2020, hannus orribilis dei rally e, prima di tutto, dell’umanità.

Toccato anche il “capitolo”, annoso, dei calendari gare sovraffollati. “Ritengo che diminuire il numero delle gare e allungare le stesse sia una buona idea”, spiega Marco Rogano, che aggiunge: “Anche io sono un ex-rallysta che ama il passato e i rally d’antan. Ma devo trovare il compromesso con la modernità e le risorse. Sono convinto che diminuire il numero di gare a calendario e dare più chilometri ai rally permette un risparmio sul budget totale dei team e, appena tutto si sarà normalizzato, speriamo presto, ci impegneremo ad andare in questa direzione. Almemo ci proveremo”.

Sappiamo che la buona volontà e l’operosità in Aci Sport non manca e per questo auspichiamo che, con il dovuto tempo, l’impegno federale sia quello di ridare dignità chilometrica e sportiva al CIR (anche alzando le velocità medie), di creare una vera entry level a basso costo per gli aspiranti rallysti italiani e di ritrovare interlocutori di un certo livello, come appunto grandi aziende disposte a mettere il proprio nome al fianco di un Campionato che inventò il professionismo rallystico a livello nazionale.