Intervista con Graziano Espen: sognando Munari-Manucci

Graziano Espen

Difficilmente gli sentiremo dire che in macchina non si diverte. Importante se non unica premessa possibile quando l’età della ragione ha già ampiamente concluso il suo periodo di rodaggio. Quella data stampata sulla carta di identità che  potrebbe costituire unico ostacolo, non influenza al momento la sua voglia di accelerare.

Graziano Espen è un  nome e un volto noti nelle televisioni locali. Conosciuto anche e sopratuttto per essere fra i pionieri delle trasmissioni di promozione e vendita di automobili affiancata in questi ultimi anni da una serie pressochè analoga che, con un sapore molto più morbido  si occupa degli amici a quattro zampe.

Le automobili da corsa come colonna sonora di una vita. Una passione tutta da raccontare. Perchè ci sono molti modi di  essere appassionato di rally e ognuno di loro nasconde quasi sempre un retrogusto molto particolare. “Inutile negarlo,  le passioni più radicate nascono da ragazzino” racconta Graziano Espen.

“Avevo quattordici anni quando in  occasione di un rally che aveva il parco chiuso al Museo dell’Auto di Torino conobbi Sandro Munari e Mario Mannucci. La fantasia di un ragazzino viaggiava e sognava di imitare un giorno quel grande campione. Sono sempre stato molto attratto da quel pilota. Ho avuto  l’occasione di  leggere i suoi libri per scoprire come guidava la Fulvia. Diciamo che il mio sogno sarebbe di averlo in macchina e spiegarmi qualche piccolo segreto per andare forte con la mia Lancia”.

Comunque quel ragazzino il suo sogno in qualche modo lo ha realizzato. “Sì. Nel 1984 con una Mini De Tomaso insieme ad Elena Delsanto che era anche la conduttrice del programma su “Le Auto della Settimana”. Disputammo  pronti via due gare impegnative, il Rally Doc e il Sestriere che a quel tempo aveva 21 prove speciali e due giorni di gara. Arrivammo 34° assoluti, non tanto per le nostre doti velocistiche ma per il fatto che gli altri si erano ritirati!”.

Se non ricordo male nelle stagioni successive ti cimentasti nei trofei. “Ricordi benissimo. Nel 1985 entrai a far parte della Chieri Corse e con i colori del team della città delle “cento torri” disputammo il Trofeo Opel gruppo N. Quelli furono anni molto significativi dal punto di vista sportivo”.

Cosa rimpiangi di quegli anni. “Sicuramente l’atmosfera e so di affermare un concetto scontato ma soprattutto le gare di notte. Quando penso a quegli anni la memoria mi riporta immediatamente alla “Panoramica”. Quale appassionato  torinese non è legato a quei ricordi. Noi eravamo piccolini con le Gruppo N ma ti a rendevi conto che la “città”  saliva in collina per venire a vedere le 037, le Porsche ma anche le Opel e le 112. All’inversione del “Bric Paluc” c’era un mare di gente  dove tu timido giovane di belle speranze non eri ancora capace a girare di freno a mano. Allora non c’era nessuno che ti insegnava, ricordo soltanto il corso navigatori della Magazzini dell’Auto , era ancora tutto molto pioneristico ma bellissimo”.

“Le notti di rally, proprio per la maggior attenzione che dovevi metterci mi hanno insegnato ad essere prudente nella vita di tutti i giorni” Tornando ai trofei, tu l’Opel lo hai fatto anche in gruppo A con Federico Boglietti. “Si, perchè nel frattempo può capitare che le storie finiscano e pur conservando un bel rapporto di lavoro e di amicizia Elena non fu più la mia navigatrice. In quell’anno andai in Meteco insieme a Federico Boglietti con il quale  mi sono divertito davvero tanto. Federico è sempre stato motivato e professionalmente. Di essere  bravo, lo ha dimostrato in questa stagione dove dopo anni di stop e il suo “peso forma” è ritornato a correre con ottimi risultati. Credo che sia davvero molto bello il binomio e la complicità che si crea all’interno dell’abitacolo di una macchina da corsa e non importa se è una vettura al top oppure una piccola gruppo N. Con “Fede” abbiamo trascorso serate memorabili!”.

Nel 1992 lo stop. “Gli impegni di lavoro erano diventati importanti. In più nel frattempo erano arrivati anche i figli e quindi il tempo da dedicare ai rally ahimè si era drasticamente assottigliato”.

Il ritorno di fiamma nel 2016. “Ho acquistato una Lancia Fulvia e ho scelto di affidarmi a Marco Facchini per preparare questa milletrè con la quale insieme ad Anna Canale abbiamo disputato nel corso di queste stagioni alcuni rally importanti come il Sanremo, Lana e la Grande Corsa divertendoci davvero molto e togliendoci anche qualche discreta soddisfazione a livello di risultati. Diciamo che ho cercato di riproporre in piccolo pur con serietà e impegno, il modo di correre di un tempo con la differenza che all’epoca della Opel in classe eravamo mediamente in trenta mentre oggi siamo in tre. Ma ci divertiamo, portiamo a casa la coppetta, ci illudiamo di essere anche bravi , siamo contenti e soprattutto dinamici. Questa è l’esortazione che faccio spesso a coloro che possiedono un autostorica dalla Balilla del nonno alla Lancia Rally: non rimanere statici anche semplicemente  attraverso gare come regolarità, raduni e qualsiasi altra occasione che metta in mostra la storia dell’auto senza esasperare l’aspetto agonistico. L’importante è trasmettere ai giovani la passione per questo patrimonio storico e sociale enorme di cui l’Italia ma soprattutto Torino è testimone”.

La tua Fulvia è stata rappresentata anche in un orologio. “Grazie alla joint venture con Paul Picot abbiamo veicolato il marchio della famosa casa orologiera che ci ha scelto come testimonial e con un pizzico di orgoglio posso dire che la mia Fulvia è stata riprodotta all’interno del quadrante di un orologio a tiratura limitata”.

Nel 2020 purtroppo ho avuto come unica occasione il Rally Città di Torino disputato insieme a Marina Bertonasco mentre Sanremo, Monti Savonesi e Grande Corsa sappiamo come è andata”. Concludiamo col futuro. Nel 2021 c’è un programma che coinvolgerà la tua consorte.

“Ho avuto occasione di avere in macchina Gabriella e ho notato una certa propensione al ruolo di copilota. Per cui anche nell’ottica di diminuire il rischio, penso che nella prossima stagione valuterò la partecipazione ad alcuni appuntamenti rallysitici fra i quali naturalmente il Rally di Sanremo che ho già disputato più volte ed è una gara che mi piace. Oltre alla competizione ligure avremo in programma di essere al via di qualche gara valida per la Coppa di Zona oltre naturalmente alla Grande Corsa della quale sono molto affezionato. Ci concentreremo comunque sulle gare valide per la Regolarità Sport, con una certa propensione all’aspetto enogastronomico e turistico”. E tuo figlio Alberto. “Lui si è appena laureato in  agraria.In edicola acquista “Gardenia” io alla sua età acquistavo Autosprint, sottile differenza che  tuttavia rende l’idea…”.