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Benvenuti al circo: fare rally con i pagliacci

I rally del futuro

Le WRC Plus erano l’ultima evoluzione delle WRC e non andavano bene. Quindi, come sempre ci avete propinato la scusa che bisognava abbassare i costi e con l’ibrido sarebbe stato così. Poi avete cambiato verbo. Non si trattava più di abbassare i costi, ma di contenerli, perché nel frattempo erano lievitati del doppio rispetto alle WRC Plus…

Cara FIA e caro Jean Todt, mi oso scrivervi la letterina che stavo preparando per Babbo Natale, quella da mettere sotto l’albero perché mi sono reso conto che nulla può – contro la vostra stolta incapacità – un uomo barbuto che ancora frusta le renne volanti che trainano una carrozza in un mondo in cui le carrozze non ci sono quasi più. Vi scrivo ora, perché dal 17 dicembre Jean Todt non sarà più il capo della FIA, ma chi lo sostituirà non potrà (e magari non vorrà) purtroppo cambiare il corso delle cose.

Le WRC Plus erano l’ultima evoluzione delle WRC e non andavano bene. Quindi, come sempre ci avete propinato la scusa che bisognava abbassare i costi e con l’ibrido sarebbe stato così. Poi avete cambiato verbo. Non si trattava più di abbassare i costi, ma di contenerli, perché nel frattempo erano lievitati del doppio rispetto alle WRC Plus. A questo punto, in una fase in cui vale tutto e il contrario di tutto, avete cancellato la peculiarità dei team, la preparazione, imponendo i monofornitori. Pensavate di aver risolto il problema, ma invece è stata una disgrazia. E grazie ai ritardi dei vostri appaltatori siamo ad un mese dal nuovo WRC che brancoliamo nel buio.

Delle R5+, che avrebbero portato nuovi Costruttori, almeno 5 a fronte dell’uscita di Toyota non ne avete voluto più parlare dopo che avete scoperto che i Costruttori potevano avere vetture sicure, competitive e spettacolari con circa 500.000 euro ad auto. Troppi pochi 500.000 euro, 1.000.000.000 delle vecchie lire. Roba da pezzenti. Una vettura da rally deve costare come minimo 1 milione di euro, altrimenti i Costruttori restano disorientati (almeno stando alle dichiarazioni di Millener al nostro giorno giornale).

Brancola nel buio oggi, domani e pure dopodomani, vi siete finalmente accorti che qualcosa di luminoso c’è in questa pagliacciata circense che state creando: nella specialità sportiva che vive da sempre sulla collaborazione tra pubblico ed equipaggio (vedi la compagnia della spinta) si rischia che qualcuno resti fulminato, perché adesso sulle vetture in effetti si potrà intervenire solo se la lucina è consenziente, altrimenti di freghi. Paghi pegno e prendi la scossa, che però è ad alta tensione, quindi potrebbe anche lasciarti stecchito…

Allora che si fa? Un passo indietro? Ma neppure a pensarci. Ecco che arriva un kit di emergenza da avere sulle auto da rally del Mondiale. In questo kit di emergenza troviamo, per amor di cronaca, guanti speciali e maschera protettiva (come per il saldatore), oltre ad altri vari attrezzi che servono ad intervenire sulla vettura in strada, dopo aver superato la fase “strega comanda colore”. Ma non bastava. Ecco arrivare un “tappeto magico”, un telo protettivo da sistemare sotto la macchina e una ulteriore dotazione di quattro paletti con catenella (come quelli che si usano per intervenire nei tombini fognari) con cui transennare la macchina, se si va fuori strada o se ci si ferma per un problema.

Cara FIA, caro Todt, abbiate pazienza, ma siccome non siete gassosi e neppure empirici, dovreste sapere che quando fate danni li fate concretamente e non astrattamente e lasciate il segno per anni. Seguo l’automobilismo da 25 anni, compiuti proprio nel 2021, e me ne avete fatto vedere di ogni. Siamo passati da Max Mosley (1993-2009) che, dopo aver rovinato Formula 1 e WRC, ci ha salutati con lo scoop di un settimanale britannico che lo riprendeva mentre si faceva frustare le chiappe da alcune prostitute vestite da carcerate ebree. Lui che era figlio di un famoso politico fascista britannico, Oswald Mosley, fondatore della Unione Britannica dei Fascisti.

Ritengo siate degli abili pagliacci, dal basso del mio stare con i piedi per terra, perché secondo me un club (dichiaratamente senza fine di lucro) che nella sua mission dovrebbe curare gli interessi della base dell’automobilismo sportivo in rappresentanza di 150 club nazionali che si professano associazioni degli automobilisti, che invece consente a poteri forti come Costruttori e organizzatori di fare il bello e il cattivo tempo scrivendosi le regole a danno dei suoi stessi rappresentati, è una vera pagliacciata.

E il fatto stesso che il più grande clown del circo della FIA, Jean Todt, l’uomo che ha venduto i rally ai Costruttori cancellando il lavoro del preparatore e l’aspetto dell’auto-preparazione nei rally e alzando ulteriormente i costi, torni a libro paga della Ferrari conferma che il suo operato era interessato dall’inizio. Jean se ci ripensi, la scuola circense di Collegno ha bisogno di te.