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Intervista esclusiva, Richard Millener: ”I rally devono cambiare”

Richard Millener

Richard Millener a tutto a campo e un po’ “sotto torchio” in un’intervista che aveva lo scopo di essere un contraddittorio tra le parti – noi di RS e loro del Mondiale – su un argomento che ci sta molto a cuore e che nessuno prende davvero in considerazione, se non in forma piuttosto banale: il rischio di snaturare i rally, facendogli imboccare una strada senza ritorno.

Non volevamo le solite quattro chiacchiere che poco aggiungono ai già dettagliati comunicati stampa. Volevamo conoscere a fondo il suo parere sull’ibrido, sui rischi legati alla sicurezza, sulla situazione attuale dei rally, in cui anche una gara in autodromo può fregiarsi della titolazione iridata di un Campionato del Mondo che sembra aver perso i lumi della ragion d’essere. Tutta velocità, niente regolarità, niente prove guidate, sempre meno chilometri e ora addio anche al motore endotermico. Questi elementi non viaggiano in maniera disgregata nella storia, bensì sono aggregati fra loro e costruiscono un passo per volta il futuro. E quello che ci chiediamo da sempre è: ma in FIA hanno un’idea del futuro? Sanno in quale direzione vogliono portare i rally? Vogliono andare in direzione sport o in direzione marketing? Sarà possibile trovare una via di mezzo che non snaturi la specialità più antica del mondo?

La medesima tecnologia ibrida per tutte le vetture Rally1, è qualcosa di interessante per un produttore o avresti preferito sviluppare un tuo sistema? Ad esempio, Audi, ha scelto la Dakar per mostrare la sua tecnologia e non il WRC dove sono un’icona dello sviluppo tecnologico nel Rally.

“Sarebbe fantastico per ogni produttore sviluppare il proprio sistema ibrido, ma la complessità e la capacità di fare qualcosa del genere è davvero piuttosto complicata e molto molto costosa e ti ritroveresti con alcune regole davvero difficili da attuare per assicurarti che siamo tutti in condizioni di parità. Il fatto di avere un unico fornitore significa che possiamo ottenere una migliore affidabilità perché tutti stiamo effettuando test su questo sistema. Non vogliamo perdere il fatto che dal primo anno delle WRC le auto avevano prestazioni fantastiche e davvero vicine ed Abbiamo disputato dei campionati incredibilmente combattuti. Magari questo che dici, potrebbe succedere tra un paio d’anni. Possiamo aprire un po’ il sistema ibrido e fare un po’ di sviluppo per ogni squadra individualmente, ma cominciare con ad armi pari è qualcosa di molto importante e personalmente sono contento della direzione presa”.

Riguardo alle nuove auto Rally1, come pensi di gestire la folla in caso di incidente? Mi spiego: per toccare l’auto, dovrai aspettare che la luce sul finestrino laterale sia verde. Come puoi essere sicuro che tutte le persone in una Prova Speciale conoscano questa procedura? Corriamo in mezzo alle montagne dove c’è gente che non segue da vicino questo sport e magari è solo curiosa. Avete indicazioni su come la FIA intende gestire questo problema?

“L’elemento sicurezza è ancora nuovo per tutti, ma c’è molto lavoro svolto dal team semplicemente per garantire che tutti i nostri ragazzi siano addestrati. Ci sarà un grande sforzo da parte della federazione nelle prossime settimane sulla sicurezza degli spettatori e sull’educazione degli stessi. Ci saranno ulteriori segni sulla carta in modo che siano ibridi in modo che gli spettatori quando si avvicinano sappiano cos’è l’auto e ci sarà anche una luce verde e rossa sul lato dell’auto per fargli capire se si può toccare o meno. Il sistema è molto sicuro nel modo in cui è montato in macchina. Quindi siamo fiduciosi di poter fare in modo che ci sia una soluzione adatta per proteggere tutti. Ci saranno anche persone della FIA all’inizio delle Prove Speciali per informare le persone e ci sono molte altre cose in discussione. Quindi sì, è una grande sfida, ma penso che impareremo qualcosa, abbiamo il potere di Internet e dei social e la televisione per addestrare gli spettatori su come comportarsi”.

Voglio fare una riflessione con te circa questa cosa: Nel gennaio 1986, il giornalista Michel Lizin, fece un’intervista per AutoHebdo in cui poneva 12 domande ai Team Manager delle 6 case costruttrici coinvolte nel WRC. Alla seguente domanda (“Quanto incide la partecipazione di un costruttore al Mondiale Rally sull’immagine del Marchio e sulla vendita delle vetture di serie?”), tutti hanno risposto più o meno così: “partecipare e vincere nei Rally significa dare l’immagine di un’auto affidabile perché i rally sono percepiti come competizioni dure e questo incide molto sulle vendite”. Questo è probabilmente sempre stato il ruolo del Rally e lo vediamo anche dalle pubblicità degli anni ’70 / ’80 / ’90. quindi, la mia domanda è: i rally di oggi sanno ancora dare questo valore aggiunto? o partecipate per altri motivi?

“Si partecipa ai rally per gli stessi motivi di un tempo, i Rally sono ancora le gare più difficili e più dure che si corrono su strade pubbliche. La Dakar è altrettanto duro, ma è tutto sulle dune di sabbia ed è molto diverso dai rally dove comunque si corre su tutte le superfici, sai, le auto da rally sono ancora versioni delle auto da strada adattate alle competizioni e penso che sia un modo davvero credibile per dimostrare che puoi costruire un’auto molto buona, affidabile e forte e questi sono aspetti molto positivi per promuovere il tuo marchio. Va bene nel 2022 ci allontaniamo leggermente dal telaio dell’auto da strada, ma alla fine le carrozzerie rappresenteranno ancora le auto di serie. È molto importante per influenzare i fan occasionali che al contrario dei puri appassionati non conoscono necessariamente troppi dettagli sul l’auto in sé. quindi penso che il motivo per cui i produttori sono coinvolti sia sempre lo stesso, perché il rally è la forma migliore del Motorsport e se vinci puoi mostrare che il tuo prodotto e il tuo marchio sono forti. I Rally sono molto accessibili e hanno una portata globale. Andiamo in tutti questi posti diversi, ma non è come le corse in circuito, perché abbiamo un percorso stradale di 300 km che attraversa molte aree diverse e tocca tutti i tipi di persone e significa che abbiamo potenzialmente una base di fan davvero varia”.

Voglio lanciarti una provocazione: immagina che la categoria regina fosse quella delle vetture R5 / Rally2. Queste vetture costano circa un quarto di un Rally1 e hanno dimostrato il loro successo commerciale ampliando notevolmente il pubblico di potenziali vincitori nei Campionati Nazionali e nel Campionato Europeo. Ora, se questo risparmio sulle auto fosse investito nell’avere format di gara più lunghi, un calendario con meno gare ma spalmato su più giorni, facendo ricognizioni con le auto da corsa (controllando le sue velocità come si fa già oggi con le auto da ricognizione), i remote service per coprire un’area più ampia per le Prove Speciali, suddividendo la corsa su più ore nell’arco della giornata con prove speciali non sempre ripetute, in modo che le persone coinvolte non vengano rapite in casa per un’intera giornata. Insomma, guardando un po’ allo spirito originario dei Rally ma adattandolo ai tempi moderni. Abbiamo davvero bisogno di auto super veloci e costose? La storia ci insegna il contrario, basti pensare all’era delle Gruppo A. Pensi che potrebbe funzionare?

“Capisco bene dove vuoi arrivare, ma sfortunatamente non sono d’accordo. Penso che sia molto pericoloso e difficile guardare alla storia dello sport e cercare di replicarla perché lo sport deve svilupparsi e mutare per andare avanti. Deve sempre cambiare ai giorni nostri. Nessuno ha una attenzione per più di 10 secondi su un telefono, e noi siamo già uno sport che corre su 3 giorni, il che è incredibilmente lungo rispetto a quasi tutto il resto. Gli unici altri sport a cui riesco a pensare su distanze così lunghe sono cose come il Tour de France. Tutto il resto è finito negli anni 90, quindi, espandere il rally ancora più a lungo per una settimana, per me sarebbe pericoloso. Perderesti dei fan. Non tutti sono super appassionati come me e te e le persone che fanno sforzi pur di andare a vederlo. Devi tenere presente devi che la maggior parte dei fan lavora durante la settimana. Quindi non andranno a vedere gare lunghe, vogliono uscire un fine settimana con la loro famiglia, andare a vedere qualcosa che è quello che abbiamo in questo momento e avere questa tappa al mattino e una al pomeriggio nello stesso luogo lo rende molto accessibile. C’è stata un opzione per correre con le vetture Rally 2 ma avresti perso Toyota. E c’è un altro aspetto, con qualsiasi macchina corri, la casa fissa un budget e spenderà sempre quel budget per sviluppare quell’auto ed è importante anche la sfida ingegneristica per i costruttori e quindi se lo rendi troppo facile, rischi che qualcuno voglia andarsene. Quindi penso che abbiamo un buon set up in questo e non credo che dovremmo cambiare il formato anzi, credo che dovremmo anche guardare ad alcuni rally più brevi per ridurre ulteriormente i costi per permetterci di andare in altri posti perché in più posti andiamo meglio è. Penso che tornare al vecchio formato sia un errore e che dobbiamo andare avanti per questa strada e continuare a sviluppare idee e mantenerle in linea con cosa piace ai nostri giovani e questi sono eventi più brevi e più veloci”.

Sei soddisfatto di “WRC ALL LIVE”? non credete che per ampliare la fanbase sarebbe meglio investire in modo diverso le risorse destinate ad un’applicazione che si rivolge solo ad un pubblico di super appassionati?

“In tutta onestà, penso che WRC ALL LIVE sia fantastico. Prima di questo i fan guardavano i tempi sul computer e questo era tutto ciò che sapevano della gara. Ora possiamo seguire tutto, non manca mai l’azione e c’è sempre qualcosa da guardare, la copertura che ne otteniamo è incredibile. Nessuno vuole guardare gli highlights, non funziona, tutti vogliono vedere lo sport in diretta. Pensa al Tour de France, puoi seguire ogni singolo giorno, ogni singola ora. Non possiamo perdere l’interazione con i fan a vantaggio dei “Super Fan” che sono pochissimi e li perderesti comunque e lo sai anche tu che gli sponsor vogliono una grande base di fan quindi penso che sia una grande occasione e che dobbiamo solo implementare e migliorare ma questa è la strada”.