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Clamoroso: la polizia belga contro Janus Ree e Marcin Rybak

In un’epoca in cui la tecnologia ha nettamente migliorato i livelli di sicurezza in fatto di fotografia nel motorsport, in particolar modo con l’introduzione dei sistemi di scatto in remoto, accade che durante il Rally Ypres 2021, la polizia belga abbia rimosso e tentato di requisire l’attrezzatura di due noti fotografi professionisti durante la prima giornata del Rally Belga, valido come ottava prova del mondiale piloti e Costruttori. 

Già il fotografo polacco Marcin Rybak ad inizio lamentava un atteggiamento eccessivamente rude da parte della polizia nei confronti dei media. Poi lo ha provato sulla sua pelle, quando la polizia ha tentato di sequestrare le sue apparecchiature, restituendole solo a condizione che si spostasse dalla zina in cui si era sistemato.

Infatti, le motivazioni del gesto da parte degli ufficiali belgi pare siano da ricercare nella presunta vicinanza alla sede stradale delle fotocamere e di un flash attivati a distanza da radio comando. Il motto della Fia, più volte ribadito e riportato sui tabard dei fotografi “safety first” pare non sia stato tenuto in considerazione dalla polizia belga, dato che il sistema di scatto remoto, ormai buona prassi consolidata nelle gare iridate, permette ai fotografi di scattare a debita distanza dalla sede stradale in tutta sicurezza.

Del resto anche Seb Ogier nel video promozionale della sicurezza dei media in merito all’uso delle fotocamere remote “they are cheap compared with your life” (sono economiche rispetto alla tua vita), evidentemente la polizia belga non ha compreso l’importanza di certe innovazioni. Infatti, nel pomeriggio se l’è presa con Janus Ree. Anche a lui hanno tentato di sequestrare le apparecchiature per lo stesso identico motivo. E anche a lui le hanno restituite a condizione che di allontanasse dal punto scelto per fare il suo lavoro.