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Il Modulo Privacy che fa sgranare gli occhi

Modulo Privacy Valli Vesimesi

Quando i più attenti hanno scaricato il modulo Privacy della decima edizione della Ronde delle Valli Imperiesi, del 13 e 14 novembre prossimi, ci sono rimasti a bocca aperta. E non poco aperta: immerso nel consueto testo dei consensi da rilasciare per la privacy c’è annegata una bella autodichiarazione che, dopo la tragedia del Rally Appennino Reggiano, valido per l’International Rally Cup, suona come tentativo di “scudo legale”. Più o meno come quello “scudo” che i medici hanno preteso prima di inoculare il vaccino sperimentale in cui, però, credevano.

Va però specificato, prima di andare avanti nella disamina della dichiarazione che questa dicitura non nasce dopo lo sfortunato Rally Appennino reggiano, bensì prima. Infatti, gli organizzatori del Valli Imperiesi hanno fatto copia-incolla da altre dichiarazioni usate in altre gare e rintracciabili anche su internet. Guardando con attenzione, il passaggio sotto riportato si riscontra già in alcune gare di inizio stagione in Piemonte.

“I sottoscritti conduttori dichiarano di possedere la preparazione e la perizia necessaria per partecipare a prove del tipo cui la presente iscrizione si riferisce e che la vettura è adatta ed in condizioni di affrontare la prova stessa, di conoscere perfettamente le difficoltà che il Rally comporta ed i rischi che possono derivagli dalla partecipazione. Ne accettano la piena responsabilità sollevando al contempo da questa il Comitato Organizzatore”.

“Dichiarano altresì di ritenere sollevati il Comitato Organizzatore, l’ACI Sport, l’Ente proprietario delle strade percorse, tutti gli Automobile Club comunque facenti parte dell’organizzazione, nonché gli Ufficiali di Gara e tutte le persone addette all’organizzazione, da ogni responsabilità circa eventuali danni occorsi ad esso concorrente, suoi conduttori, suoi dipendenti o cose, oppure prodotti o causati a terzi o cose da esso concorrente, suoi conduttori e suoi dipendenti”.

Nessuna polemica, per carità, ognuno si tutela come meglio crede e siamo certi che questa dicitura comparsa anche nel modulo Privacy della competizione imperiese sia stata suggerita da qualche buon avvocato. Sembra, però, paradossale continuare a scaricare la responsabilità su chi nella macchina da corsa rischia la vita per fare sport e coltivare una bellissima passione.

In fondo, se non ci fossero piloti e copiloti, cioè chi corre, quello dell’organizzatore non sarebbe un lavoro, tra l’altro anche remunerativo, se si guardano gli ultimi anni… E’ proprio grazie a chi spende per la macchina, per le iscrizioni e per le licenze che il motorsport va avanti e arricchisce diverse tasche. Soprattutto quelle di chi va ripetendo che con i rally ci si perde, non ci si guadagna…

Il pilota e il copilota sono ottimi “clienti”, anche perché pagano in anticipo e a volte non finiscono neppure la gara, quindi andrebbero “coccolati”, aiutati, incentivati, sostenuti. Ma invece, negli ultimi anni, è più semplice imbattersi in situazioni bizzarre e non in storie a lieto fine che segnano la risoluzione di problemi che, obiettivamente, esistono da decenni, come il miglioramento delle polizze assicurative, rendere i percorsi più lunghi e più difficili in modo da abbassare le medie di velocità e molto altro ancora…