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Crisi del WRC: tutta colpa degli ingegneri

Esapekka Lappi in azione nello shakedown

Sarebbe necessario tornare a dire agli ingegneri cosa devono fare e non chiedere loro come vanno fatte le cose. Sono ingegneri, hanno una mania: fare meglio dei predecessori, che però a loro volta facevano la stessa cosa, velocità, elettronica e aerodinamica.

Proviamo a guardare in faccia la realtà, senza andare troppo lontano. I tondi, che sono da sempre un modo per salutare i tifosi e ringraziarli, sono costati ad Oliver Solberg la vittoria strameritata nel WRC2 in Portogallo. Nella stessa gara, essersi dimenticati di fare timbrare la tabella di marcia ad una postazione, che da sempre equivale al ritiro e si traduce nell’esclusione dalla classifica, è stata barattata con 10.000 euro di ammenda.

E indovinate un po’ i clown della FIA cosa hanno deciso di fare al Rally Italia Sardegna 2023, edizione del ventennale della gara sarda valevole per il WRC, non potendo fare null’altro? Tanto lo sapete, è cosa nota a tutti. Hanno deciso di vietare il classico tuffo. E sapete perché? Sì che lo sapete. Per motivi di sicurezza. Non è una barzelletta. È drammaticamente vero.

Altrettanto vero è che fa ridere (amaro) pensare che si fanno correre piloti ai 220 km/h su strade normali, in mezzo agli alberi, con vetture elettriche ad alta tensione, sviluppando gomme che aumentano sempre più la velocità di percorrenza in curva… La colpa di tutto ciò è degli ingegneri. È colpa loro se una vettura non funziona, perché l’hanno pensata, progettata e costruita. Ed è soprattutto colpa loro se abbiamo queste regole cervellotiche e incomprensibili con rally sempre più corti e auto da rally che non richiamano la produzione di serie, facendo venire a mancare la funzione di marketing dei rally. Sono stati loro a dire alla FIA che tipo di regole volevano per le auto che avevano pensato. Perché loro vogliono che i rally si adattino alle loro perversioni.

Nel WRC abbiamo ingegneri, team manager e team principal che vengono dalla pista, peggio ancora dalla F1. Di rally non capiscono quasi nulla e hanno una diversa formamentesi. Capiscono solo di velocità e di aerodinamica. Sono gli stessi che hanno preteso che i percorsi della F1 di adattassero alle loro vetture, spingendo la specialità nel baratto della noia. E ora stanno distruggendo i rally,, perché li vogliono adattare a qualcosa di indefinito che neppure loro hanno ben chiaro in mente. Ma solo perché non capiscono di rally e perché la FIA ha abdicato a governare e gli ha lasciato il WRC tra le mani. Grave. Gravissimo. Perché invece in FIA c’è chi capisce di rally.

Dunque, c’è qualcosa che non va nel WRC? E ci sono ancora dubbi su chi sono i responsabili finali, unitamente ai quei clown inviati dalla FIA nei rally del Mondiale per fare multe e battere cassa ovunque si può?

Sebastian Ogier, uno che di rally un po’ se ne intende, dopo il Rally Italia Sardegna ha detto: “Ci sono molte cose nelle nostre regole che non hanno molto senso. È così che va. Penso che tutti ora, sempre di più, siano d’accordo nel vedere che l’intero WRC ha bisogno di un profondo ripensamento perché tutto sta andando giù. Anche Thierry Neuville ha detto… A nessuno importa più del WRC ed è da tanto che scelgo la famiglia contro il rally, ma anche perché il titolo nel rally non significa più molto per me ed è solo… ci sono diverse ragioni”. Sono un macigno le parole del driver sette volte campione del mondo rally.

La FIA, molto tardivamente se n’è accorta, cercando di correre ai ripari e ha aperto canali di discussione con i piloti: il vicepresidente della Commissione piloti, Petter Solberg, ha tenuto lunedì un incontro con gli equipaggi in vista del Rally d’Italia. Ogier ha partecipato alla riunione e ha offerto un feedback positivo da lunedì. Mercoledì è atteso anche a un incontro virtuale di follow-up con il promoter WRC. Il francese ha parlato del potenziale che è rimasto all’interno del WRC.

“Dobbiamo fare qualcosa per renderlo migliore, Il potenziale c’è. Ci sono molti tifosi che amano questo sport, ma ci sono molti aspetti che deludono le persone ora e, a dire il vero, ora per esempio passiamo il fine settimana andando dai commissari per motivi stupidi quando servirebbe molta più attenzione per le cose davvero importanti”, ha concluso Ogier. Le cose davvero importanti. I tondi? I tuffi? La caccia alle streghe?

È necessario tornare a dire agli ingegneri cosa devono fare e non chiedere loro come vanno fatte le cose. Sono ingegneri, hanno una mania: fare meglio dei predecessori, che però a loro volta facevano la stessa cosa, inseguendo il mito della velocità e dell’aerodinamica, oltre che dell’elettronica… Togliete il WRC dalle grinfie degli ingegneri. E se il WRC non dovesse più piacergli, lasciateli migrare in altre serie come la F1, la FE, il WEC eccetera…