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Audi: i segreti della vittoria di Sainz alla Dakar

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La velocità massima raggiunta, gli pneumatici utilizzati, la doppia gioia dell’ingegnere italiano, il divertimento dei meccanici. Tutto il “dietro le quinte” della vittoria di Carlos Sainz e dell’Audi alla Dakar 2024

Cosa c’è dietro ad una vittoria nella Dakar? Andiamo alla scoperta di numeri, persone e segreti del successo di Carlos Sainz nell’edizione 2024 del rally raid più duro al mondo.Il telaio della vittoriosa Audi RS Q e-tron ha il numero 110 ed è stato completato da Audi Sport il 6 luglio 2023. Il prototipo ha affrontato i test a Zaragoza, poi la Baja España Aragón, un test in Marocco, il Rallye du Maroc e un test a Château de Lastours. In tutto l’auto aveva percorso 5.880 chilometri. Alla Dakar l’auto ha coperto ulteriori 8.054 chilometri. Ciò significa che il telaio numero 110 ha completato finora 13.934 chilometri.

Leonardo Pascali è responsabile dello sviluppo del progetto Dakar come Direttore Tecnico dal 2023. Nato a Lecce e cresciuto a Roma, ha 55 anni ed figlio di un maresciallo dei carabinieri. Dopo aver fatto esperienza al Centro ricerche Fiat, per 12 anni ha lavorato con Porsche prima di trasferirsi alla McLaren per occuparsi dei veicoli stradali. Da qui è arrivato all’Audi. Per lui, avere l’opportunità di lavorare in questo progetto e poi vincere il Dakar Rally è la “migliore esperienza professionale della mia vita”.

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Leonardo Pascali è stato doppiamente orgoglioso il 19 gennaio: durante il rally, l’italiano si è concentrato non solo sulla squadra ma anche sui progressi di suo figlio Antonio. Nello stesso giorno in cui il Team Audi Sport ha vinto la Dakar Rally, Antonio Pascali ha vinto la categoria “Youth Men” per Under 19 ai Campionati del Mondo ILCA 6 Youth and Men’s di vela a Mar del Plata, in Argentina.

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Invece l’ingegnere del veicolo Joan Navarro ha acquisito esperienza nei rally raid a partire dal 2013, quando si unì alla squadra di Sven Quandt. Come ingegnere di gara, ha portato Nani Roma alla vittoria nel Dakar Rally nel 2014, Carlos Sainz nel 2020 e Stéphane Peterhansel l’anno successivo.

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I carichi ai quali è stato sottoposto l’Audi RS Q e-tron sono stati estremi. L’atterraggio più difficile dopo un salto ha generato brevemente un’accelerazione massima di 16G in direzione verticale. È accaduto nella terza tappa. A titolo di confronto, in un aereo passeggeri gli occupanti sono esposti ad accelerazioni di non più di 1,5 G. Gli astronauti sperimentano accelerazioni di 3-4 G durante il decollo, e durante le sollecitazioni violente si possono verificare brevemente fino a 6 G.

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Nella quarta tappa, il 9 gennaio, la descrizione ufficiale del percorso da parte dell’organizzatore conteneva la nota “pista molto veloce” per il passaggio tra il 66° e il 95° chilometro del percorso. Gli ingegneri Audi hanno letto i dati la sera. Hanno mostrato che la vittoriosa Audi RS Q e-tron ha raggiunto la velocità massima consentita di 170 km/h per 260 secondi consecutivi (cioè 4 minuti e 20 secondi). Un valore notevole su piste sterrate.

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La sesta tappa nell’ “Empty Quarter” era esattamente l’opposto. Le dune simili a montagne abbassavano drasticamente la velocità media. Su circa 400 chilometri di dune, Carlos Sainz e Lucas Cruz hanno raggiunto solo una velocità media di circa 40-50 chilometri all’ora. Quello che sembra un passo comodo è in realtà una tortura per il sistema di trazione elettrica, i due cambi, i quattro semiassi e i sistemi di raffreddamento. Anche il consumo energetico è schizzato alle stelle.

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La navigazione impeccabile e di alta qualità del copilota Lucas Cruz può essere espressa non solo con parole di elogio, ma anche con numeri. Fino alla penultima tappa, Carlos Sainz e Lucas Cruz hanno percorso le distanze più brevi tra tutte e tre gli equipaggi Audi. La loro efficienza nel scegliere il percorso più efficace e minimizzare gli errori di navigazione è stata impressionante. Il team e in particolare il loro ingegnere di gara Joan Navarro hanno anche osservato nei dati un cambiamento nello stile di guida del pilota: mentre le registrazioni di Sainz mostravano principalmente una sequenza di accelerazioni complete sul pedale dell’acceleratore o del freno, questa volta lo spagnolo ha modulato di più con i pedali e ha guidato in modo meno aggressivo.

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Uno dei segreti del successo sulla strada per la vittoria è stata l’ingegniosa strategia del team e del pilota. Il capo di Audi Motorsport Rolf Michl e Sven Quandt, Team Principal di QMS, tenevano regolari riunioni notturne sulla strategia di gara dopo dettagliate analisi delle tappe, che hanno dato i loro frutti. La decisione di perdere volontariamente cinque minuti nella quinta tappa per evitare di aprire la difficile sesta tappa è stata audace. Tuttavia, è emerso a posteriori che l’analisi era assolutamente azzeccata. Audi occupava la prima e la seconda posizione dopo la sesta tappa e durante il giorno di riposo, e Carlos Sainz/Lucas Cruz non hanno mai ceduto la leadership dopo.

La trazione elettrica dell’Audi RS Q e-tron, con una batteria ad alta tensione e un convertitore di energia alimentato da reFuel, è estremamente efficiente. Il vincitore ha recuperato una considerevole percentuale dell’energia richiesta in modo intelligente. Durante la frenata, le unità motori-generatori (MGU) hanno convertito l’energia cinetica in energia elettrica. Questa rigenerazione ha coperto in media il 14% del fabbisogno giornaliero di energia durante il rally. Un effetto collaterale: rispetto alle auto da rally convenzionali, l’usura dei dischi dei freni è stata ridotta. I meccanici hanno cambiato solo una volta il paio anteriore e due volte il paio posteriore.

Sul percorso di quasi 8.000 chilometri del Dakar Rally 2024, i vincitori Audi hanno utilizzato 54 pneumatici e un pneumatico aggiuntivo che i loro compagni di squadra Mattias Ekström ed Emil Bergkvist avevano dato loro nella decima tappa. In totale, Carlos Sainz e Lucas Cruz hanno registrato undici forature sui loro 55 pneumatici, sette scoppi e quattro casi di forature lente. Il team ha anche sostituito due cerchioni danneggiati.

Carlos Sainz e Lucas Cruz hanno dovuto superare molti ostacoli sulla loro strada verso la vittoria, compresi quelli della vita quotidiana nel deserto. Il primo giorno dell’evento, il sistema di acqua calda nel loro camper non funzionava e i due spagnoli anno dovuto fare docce fredde. Durante la tappa “48H Chrono” tutti i partecipanti sono stati costretti a trascorrere la notte nella natura senza le loro squadre e preparare il proprio cibo. “Andava bene una volta, ma non ne avevo bisogno una seconda volta”, ha commentato onestamente lo spagnolo. Ha poi beneficiato di un gesto generoso tra veri sportivi: il pilota Toyota Yazeed Al-Rajhi ha permesso allo spagnolo di usare il suo lussuoso camper per le notti rimanenti. Il pilota saudita si era ritirato nella sesta tappa dopo un ribaltamento, consentendo a Sainz di prendere il comando.

La Dakar significava molto lavoro per l’intera squadra ma nelle due tappe marathon era permesso un lavoro molto limitato nella prima e nessun intervento nella seconda. Come previsto, i dipendenti hanno avuto quindi due giorni liberi. Il team Audi Sport per far passare il tempo ha portato un calcio balilla dalla Germania.