L’impresa di Fontana-Arnaboldi e un’indifferenza che colpisce

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Poi date pure una WRC ad Andrea Nucita, forse meglio una Rally1, ma prima fate i complimenti a Matteo Fontana e al suo copilota. Hanno firmato un’impresa sportiva. In nome dell’Italia.

Ok, “Thierry Neuville era predestinato” a vincere questo Monte-Carlo. Lo dico in base a ciò che leggo su molti post su Facebook dopo la prima del Mondiale. Fino al giorno prima, però, era un sogno e giovedì davate per vincente Tanak.
“Ogier non poteva non superare Evans”. Il secondo posto era scontato, si sa “Elfyn non regge la pressione e non riesce a premere off al cervello”.
Tanak non conosceva la macchina, dalla prossima gara vincerà solo lui. Anche questo lo attingo da alcune perle che leggo sui social.

Mikkelsen, poi, lo avete detto dato per bollito. Lui non ha diritto di conoscere la macchina. Questo fiorire di sentenze un po’ kafkiane si ripetono più o meno nello stesso modo quando arriva Gryazin in ritardo e con la dissenteria, che gli fa saltare le ricognizioni di una gara che non conosce (ovviamente, in Italia) ma legna uno per uno i nostri migliori primi attori. “E ma lui non ha nulla da perdere”… È tutto molto divertente, perché, come per Inter-Juventus, è vero tutto e il contrario di tutto.

Mi indigna un po’, invece, che quasi non si parli di Fontana-Arnaboldi. Questi due “pazzi”, sappiate che li adoro, sono arrivati ventitreesimi assoluti con una Rally4. Ma vi è chiara la portata della prestazione? Sarebbe come piazzarsi tra i primi cinque in una gara CIR con una Swift. In più sono italiani. Sono giovanissimi. Sono senza aiuto concreto, a parte quello che si danno con la loro passione. Dietro il loro sorriso c’è la forza e il coraggio dei ventenni. Quella forza e quel coraggio che voi non avete più.

Non dovete invidiarli, dovete tifare per loro. Dovete sostenerli, condividere e fare girare le loro foto, dovete farli conoscere, così che questo equipaggio possa continuare a crescere in questa avventura pazzesca in cui si è lanciato. Come si può pensare che sia scontato che due ventenni si impegnino nel WRC? Dietro di loro non c’è la federazione, non c’è Red bull. Dietro di loro ci sono tanti sacrifici e alcuni amici e un pool di sponsor.

“Bello collaborare con questi due ragazzi che con tanto impegno e dedizione continuano la loro crescita nel Mondiale Rally. Pochi fronzoli, tanta sostanza ed allenamento, pochi social e tanto studio. Vederli in azione, dentro e fuori l’abitacolo, mostra come due ragazzi possano crearsi il proprio futuro mettendosi alla prova ogni giorno. Bravi! Complimenti a voi ed a chi sostiene la vostra passione e la vostra evoluzione. In generale, é bellissimo vedere che ci sono ragazzi che inseguono la loro passione, in questo caso é motorsport ma per qualsiasi ambiente sia: inseguite i vostri sogni!”, ha detto di loro Rudy Briani

Ecco, poi date pure una WRC ad Andrea Nucita, forse meglio una Rally1, ma prima fate i complimenti a Matteo Fontana e al suo copilota. Parlate di loro, oggi, domani e pure la settimana prossima. Hanno firmato un’impresa sportiva. In nome dell’Italia.