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Terenzio Testoni sui chiodi che si staccavano all’Arctic

Ott Tanak all'Arctic Rally

A differenza di Monte-Carlo, c’era un solo tipo di pneumatico disponibile in Finlandia: il Sottozero Ice J1A, con 384 chiodi con punta in tungsteno bloccati nella gomma grazie ad un processo di vulcanizzazione brevettato. In totale, i tacchetti sono lunghi 20 millimetri, con sette millimetri che sporgono dalla superficie come da regolamento FIA. Questi pneumatici sono progettati per lavorare con il ghiaccio e la neve tipici delle tappe del rally artico, mordendo la superficie innevata e aggrappandosi al ghiaccio sottostante.

Con tutte le PS di circa 20 chilometri o più – cosa insolita per un rally del Campionato del Mondo – le gomme hanno giocato un ruolo importante nel risultato finale. Ma la power stage di 22 chilometri che ha concluso il rally è stata particolarmente cruciale in quanto è stata una ripetizione dell’unica altra PS della domenica e questo l’ha resa particolarmente impegnativa con solchi più profondi e più terra, ma anche cinque punti extra in palio.

Terenzio Testoni spiega che lo pneumatico ha tenuto benissimo, nonostante un inaspettato innalzamento delle temperature. “C’è stata una grande variazione di temperatura dal test pre-evento al rally vero e proprio: da quasi a meno 20 circa una settimana fa, le condizioni si sono notevolmente riscaldate fino a poco sotto lo zero. Ciò significa che abbiamo visto una variazione nelle condizioni stradali: dal ghiaccio densamente compatto, alla neve mista a terra”.

“In condizioni di neve pura e ghiaccio i nostri pneumatici Sottozero hanno funzionato perfettamente senza perdita di chiodi, poiché queste sono esattamente le condizioni per cui sono stati progettati. Quando c’era la terra, era più difficile mantenere tutti i chiodi nelle gomme e i piloti dovevano guidare di conseguenza. Chi ha messo meno stress sugli pneumatici in queste condizioni marginali ne ha tratto beneficio”.