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Raffica di multe del Tribunale Aci Sport per il ”caso” Guagliardo

Domenico Guagliardo

Il 18 giugno 2020, il preparatore Domenico Guagliardo affidava a ad un video su Facebook (che potete visionare cliccando qui) un messaggio carico di comprensibile dispiacere, di passione, di motivata preoccupazione verso il futuro. Ma lo stesso veniva letto dalla Procura Federale Aci Sport, qualche mese dopo, come un messaggio rivoluzionario, a tratti offensivo. Potenzialmente diffamatorio. E sapete cosa è successo? Indovinate un po’? Ve lo diciamo, sinteticamente, riproducendo il dispositivo 17/2021 del Tribunale Federale Aci Sport, visto che inevitabilmente ne è nato un contenzioso disciplinare che ha causato una raffica di multe.

“Il Tribunale Federale dichiara i licenziati Domenico Guagliardo, licenza di conc./cond. n. 38081, Stefano Menegolli, licenza di conc./cond. n. 227802, Michele Volpe, licenza di conduttore n. 87481, Adriano Stellino, licenze di conc./cond. nn. 462700 e 429500, ed Alessandro Ancona, licenza di conc./cond. nn. 372920 e 234625 responsabili delle incolpazioni contestate e applica a Stefano Menegolli, Michele Volpe, Adriano Stellino ed Alessandro Ancona, la sanzione dell’ammenda di euro 260,00 per ciascuno, e a Domenico Guagliardo, la sanzione dell’ammenda di euro 600,00”. Firmato Giuseppe Violante (relatore) e Camillo Tatozzi (presidente).

Cosa era accaduto? Come al solito si parte da lontano… Se Guagliardo ha fatto il video incriminato il 18 giugno, “con provvedimento del 29.10.2020, la Procura federale deferiva a questo Tribunale i licenziati Domenico Guagliardo, licenza di conc./cond. n. 38081, Stefano Menegolli, licenza di conc./cond. n. 227802, Michele Volpe, licenza di conduttore n. 87481, Adriano Stellino, licenze di conc./cond. nn. 462700 e 429500 ed Alessandro Ancona, licenza di conc./cond. nn. 372920 e 234625 per violazione degli articoli 8.1 e 8.5 del Regolamento Sportivo Nazionale e chiedeva per il signor Domenico Guagliardo l’applicazione della sanzione dell’ammenda di euro 600,00 tenuto conto della recidiva e per gli altri licenziati la sanzione dell’ammenda di euro 260 per ciascuno”. Già da qui si evince come la Procura federale ottenga esattamente quello che chiede.

Nella sentenza del Tribunale si legge ancora: “La Procura avviava il procedimento d’ufficio a seguito del video della durata di circa otto minuti reso pubblico sul profilo Facebook del Guagliardo. Questi, con riferimento al federazione automobilistica ed ai suoi rappresentanti, stigmatizzava il proprio pensiero come segue: al minuto 3.33 “mobilitiamoci non possiamo avere fiducia in queste persone”; al minuto 5.33 “sono veramente degli incapaci”; al minuto 6.17 “ vedete di alzare il culo dalla sedia e muovetevi”; al minuto 7.42 “l’automobilismo deve aprire senza vincoli”. Il procedimento è stato avviato d’ufficio, ma non viene scritto da nessuna parte chi lo ha segnalato e quando. Sarebbe importante visto che Guagliardo ha pubblicato il video a metà giugno e il deferimento è arrivato a fine ottobre.

“Il video postato – si legge ancora nel documento federale – era quindi oggetto di commento da parte di altri licenziati i quali esternavano le seguenti espressioni: Stefano Menegolli (Bravo Domenico anche perché quei “nostri rappresentanti” li paghiamo con i soldi delle nostre licenze); Michele Volpe (hai ragione); Adriano Stellino (lo andrei a Roma con la 911 a sparare quattro fiammate di protesta! Che vergogna!); Alessandro Ancona (Dopo le passerelle televisive di quei 41 scalcagnati dell’ACI di questi ultimi giorni sono sempre più convinto purtroppo che se ne fregano altamente di tutto questo mondo, se non per interessi personali. Poi ovviamente i media gli vanno dietro per “politically correct” e perché altrimenti li tagliano.) La Procura riteneva che non potesse essere invocato il diritto di critica, siccome dedotto dai licenziati in sede di giustificazioni rese nella fase delle indagini”. Di conseguenza venivano tutti deferiti al Tribunale Federale.

Il Tribunale Aci Sport, come ormai avviene da oltre un anno, si rifà al principio poco democratico per cui “tutti i titolari di una tessera sportiva ACI non devono esprimere pubblicamente giudizi o rilievi lesivi della reputazione, dell’immagine o della dignità personale di altri soggetti o di organismi operanti nell’ambito dell’ordinamento sportivo”. E di conseguenza a nulla sono servite le difese delle parti sotto indagine. Condannati.

Ma perché? “Nel caso di specie i rilievi che il licenziato Gagliardo ha reso pubblici sul profilo social Facebook sono idonei ad incidere negativamente su quella sensazione di apprezzamento di cui si è detto. I licenziati deferiti sostengono che le espressioni adoperate costituiscano esercizio del diritto di critica e quindi siano esentate da pena. Questo Tribunale ritiene, tuttavia, che nella fattispecie non sia possibile invocare detta esimente. La manifestazione di pensiero può, invero, ritenersi svuotata di ogni potenziale lesivo allorquando il diritto di critica venga esercitato entro precisi limiti che coincidono essenzialmente nel perseguire l’interesse pubblico alla conoscenza di fatti mediante utilizzo di espressioni contenute e comunque fondate sulla verità di quelle circostanze poste a fondamento del proprio pensiero. Per converso le dichiarazioni di tutti i licenziati travalicano i limiti dell’ordinario diritto di critica e possono addirittura integrare profili di responsabilità non meramente disciplinari”. Il tutto aggravato dall’amplificazione data al video dal social network.

Non resta che decidere se pagare le sanzioni comminate o se appellarsi al CONI, come ad esempio hanno fatto Simone Campedelli e Orange per la vicenda dei chiodi del Tuscan 2019 ottenendo giustizia e ristabilendo le norme di diritto. Almeno nel loro caso è andata così…