,

Liberalizzare le ricognizioni rally per non creare abusivi

Inizio delle ricognizioni del Rally MonteCarlo 2019

Che si fa dopo aver scoperto che un controllo ha generato 11 sanzioni da 5.000 euro ciascuna per un totale di 55.000 euro in favore degli organizzatori della gara? Sia chiaro, l’organizzatore ha precisato di dover applicare una norma e di essere disponibile ridare indietro la tassa di iscrizione e due bonus in gare da lui organizzate, ma il problema non è questo adesso. Il punto è molto più semplice e introduco la mia idea, credo comune a molti.

Sono settimane che tiene banco l’annosa questione delle ricognizioni. E speriamo che se ne parli ancora a settembre, perché questo problema va risolto. Va risolto definitivamente e con urgenza. Da troppi anni assistiamo ai limiti e alla problematiche di una politica proibizionista che con i suoi veti crea il fenomeno delle ricognizioni abusive. E da troppi anni sappiamo che il divieto esiste per essere infranto. Lo spirito di contraddizione è nella natura umana.

E allora che si fa?

Che si fa dopo aver scoperto che un controllo ha generato 11 sanzioni da 5.000 euro ciascuna per un totale di 55.000 euro in favore degli organizzatori della gara? Sia chiaro, l’organizzatore ha precisato di dover applicare una norma e di essere disponibile ridare indietro la tassa di iscrizione e due bonus in gare da lui organizzate, ma il problema non è questo adesso. Il punto è molto più semplice e introduco la mia idea, credo comune a molti.

Liberalizziamo le ricognizioni. Lo penso, lo scrivo, lo sottoscrivo e lo firmo. Ritengo che sia il momento di farlo, a maggior ragione alla luce dei numeri dei praticanti che in 20 anni si è ridotta di oltre una decina di migliaia di persone. Oramai, i rallysti, per i costi che ha raggiunto la specialità in Italia e per la semplicità e brevità delle nostre gare, si sono dimezzati. Per cui, se le ricognizioni venissero liberalizzate, chi le fa nell’arco di 12 mesi si diluirebbe nel normale traffico.

Per chi storce il naso porto un esempio sulla liberalizzazione delle ricognizioni.

Tizio e Caio, rappresentativi di un equipaggio qualunque, provano la gara di casa 15 volte. E così faranno altri 80 dei 100 iscritti. Quindi prevediamo 1.200 passaggi su una determinata prova. Se diluissimo il tutto in un anno, sarebbero 1,25 passaggi al mese a testa, 100 passaggi totali all’anno. Gli equipaggi si fermerebbero a mangiare nelle zone in cui fanno ricognizione, magari anche a pernottare, allaccerebbero rapporti col territorio e diventerebbero in prima persona promotori del rallysmo, senza essere accusati di colpe che non hanno. Provare, testare, fa parte delle corse.

Vediamo la situazione attuale alla luce delle restrizioni che hanno limitato le ricognizioni e i giorni per effettuarle.

Tizio e Caio, rappresentativi di un equipaggio qualunque, provano la gara di casa 15 volte. E così faranno altri 80 dei 100 iscritti. Quindi prevediamo 1.200 passaggi su una determinata prova. Queste ricognizioni vengono effettuate tutte a ridosso della gara. Ad essere magnanimi diciamo che possiamo diluirle in 30 giorni (notti comprese): 2 passaggi al giorno a testa, 160 passaggi totali al giorno (o notte). Gli equipaggi non si fermeranno a mangiare nelle zone in cui fanno ricognizione, tantomeno a pernottare, c’è traffico da caos, non solo non allacciano rapporti col territorio ma vengono criminalizzati per la pratica di un qualcosa che è diventato abusivo perché mal regolamentato e punito con sanzione da 5.000 euro a cranio.

Ovviamente, il conteggio matematico non va preso alla virgola e va diluito nella realtà di gare più frequentate e gare meno frequentate. Serve, però, da esempio per fare meglio comprendere come la liberalizzazione delle ricognizioni possa solo giovare alla specialità. Un po’ come le assistenze libere, invece di quegli inutili e costosissimi parchi assistenza che sanno di circhi vuoti.