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Iscrizioni ferme e serbatoi di sicurezza in ritardo: primi rally a rischio

Serbatoi di sicurezza

Non stiamo parlando ovviamente solo di chi si è mosso in ritardo, ordinando i serbatoi cosiddetti di sicurezza ad inizio gennaio – in questo caso li riceverà a fine febbraio – sperando in una deroga della federazione, che questa volta non è arrivata e non pare arriverà, ma anche di chi i serbatoi di sicurezza in ritardo li ha richiesti per tempo già tra la fine del mese di novembre e i primi di quello di dicembre.

Gare di inizio stagione a rischio annullamento, o se va bene “rinviate a d.d.d.” per le problematiche legate ai serbatoi di sicurezza in ritardo. Ritardo nella consegna di questi dispositivi ormai obbligatori sulle vetture da rally soggette all’applicazione di una normativa FIA da parte della federazione italiana anche nelle gare nazionali non valide per campionati internazionali.

L’allarme è preoccupante, visto che chi ha ordinato i serbatoi a inizio dicembre, se la fortuna lo assiste li ritirerà per la prossima settimana, a ridosso dell’avvio stagionale con la Ronde Val Merula e con il Rally del Carnevale o con la Ronde del Canavese. E di conseguenza non avrà tutte le vetture pronte per la gara ligure (che tra l’altro si trova “schiacciata” nel week-end delle premiazioni Aci Sport e quindi privata di molti piloti) o per il rally toscano piuttosto che che per la competizione piemontese.

Il fenomeno dei serbatoi di sicurezza, che ora diventa vero e proprio allarme, riguarda in Italia tutte le vetture degli ex Gruppi N ed A, le Prod S e le Prod E e così via, insomma le vetture che rientravano nel concetto di “Scadute Omologazione” e che rappresentano dal 30 al 55% del parco partenti di una gara, per un totale di circa 4.000 auto tra rally, slalom e cronoscalate. La velocità su ghiaccio e le auto storiche da rally (comprese le Gruppo B) derogano a questo obbligo della FIA applicato anche alle gare non FIA.

Abbiamo parlato di rischio annullamento perché è difficile pensare che gli organizzatori delle prime gare siano disponibili a rimetterci migliaia di euro, se non decine di migliaia, e fare partire una gara con elenchi iscritti fatti da qualche Rally2, Rally4 e Rally5 e una o due WRC. Attualmente si stima una flessione delle iscrizioni pari a oltre il 40%, quanto basta per annullare direttamente un evento.

Abbiamo parlato con diversi noleggiatori del nord ovest e del nord est e il quadro è davvero preoccupante: attualmente ci sono almeno 6 settimane di ritardo nella consegna dei serbatoi di sicurezza, ora si aggiunge il caro carburanti e la frittata è fatta. Infatti, chi non ha potuto montarli sta correndo nelle gare su ghiaccio, che rientrando sotto la copertura della Commissione Off Road risultano esenti dall’adozione di questa tipologia di dispositivo, il serbatoio cosiddetto di sicurezza, obbligatoria invece anche nei rally in circuito, ad esempio.

Non stiamo parlando ovviamente solo di chi si è mosso in ritardo, ordinando i serbatoi di sicurezza ad inizio gennaio – in questo caso li riceverà a fine febbraio – sperando in una deroga della federazione, che questa volta non è arrivata e non pare arriverà, ma anche di chi i serbatoi di sicurezza li ha richiesti per tempo già tra la fine del mese di novembre e i primi di quello di dicembre.

Il problema è che ci sono due tipi di serbatoi, uno interno all’auto da 800-1200 euro e uno esterno da oltre 2.000 euro. Quest’ultimo pare essere il più sicuro e la stragrande maggioranza dei proprietari di vetture rally sta optando per questa seconda soluzione, quella del serbatoio esterno. Tutti quelli che lo vogliono montarlo, ovviamente.

Ma perché si guarda di più al serbatoio cosiddetto di sicurezza esterno e non a quello interno? Lo abbiamo chiesto ad alcuni piloti, che ovviamente ci hanno chiesto di non pubblicare i loro nomi per paura di ritorsioni interne per via del regolamento federale che non consente di esternare opinioni che potrebbero essere ritenute lesive.

“Ma perché se capita un incidente hai il serbatoio pieno di benzina dietro la schiena, alla faccia della sicurezza”, “Tienilo tu il serbatoio dietro la schiena, c’è benzina, non acqua”, “Perché con il serbatoio interno sei obbligato a fare rifornimento dall’interno dell’auto e poi ti resta la puzza della benzina dentro e non sono così convinto che il medico mi dica che sia balsamico respirare i vapori della benzina, alla faccia della salute e dello sport”, “Perché ritengo che sia più sicuro un serbatoio esterno e non interno, come ritengo sia più sicura una caldaia fuori da casa e non in casa”.

Insomma, come si può vedere, anche le risposte dei piloti sono le più disparate e presentano differenti e comuni motivazioni che abbiamo sintetizzato. Il problema è che questo serbatoio esterno su molte vetture va fatto su misura e sul momento, quindi bisogna smontare il proprio serbatoio e si resta a piedi. E allora, ecco perché molti preferiscono correre sul ghiaccio e poi chissà. Intanto, “io dovevo ritirare oggi 9.000 euro di serbatoi ordinati e pagati ad inizio dicembre, mi hanno detto, “vieni la settimana prossima, non ho dipendenti, su 11 macchine ne posso noleggiare 6 e avevo 11 richieste”.

E questo riguarda solo chi voleva il serbatoio di sicurezza a norma FIA e non riesce ad averlo, pur avendolo pagato. A parte è tutta la galassia di quei piloti che hanno scelto di non sottostare a questo aggiornamento, perché lo ritengono incomprensibile, e il serbatoio ancora non lo hanno neppure ordinato. E nemmeno ci pensano. Un braccio di ferro che inizia a delineare le prime vittime certe: alcuni organizzatori e tutti gli appassionati.

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