Regolamenti, cosa propongono i rallysti

Pubblicate le norme, i rallysti sono a caccia dei budget necessari per poter disputare la stagione ai nastri di partenza. L’ultimo semestre del 2023 è stato economicamente difficile e l’inizio del 2024 non sembra essere migliore, anche se si intravedono spiragli di ripresa.

A caccia di budget per portare avanti questa costosa passione, che però adesso ha raggiunto costi esorbitanti per i più “piccoli”, cioè per quegli equipaggi che seppure bravi e meritevoli hanno tani piccoli sponsor che li sostengono e alla fine ci mettono sempre qualcosa di tasca loro. Obiettivo Coppa Rally di Zona, ma che costi…

In tanti ci hanno scritto, piloti e copiloti, quasi un centinaio di mail per segnalarci le difficoltà che stanno incontrando nel racimolare budget per la Coppa Rally Zona. C’è chi si è visto negare lo sponsor perché altrimenti questi doveva poi sponsorizzare anche una gara locale che aveva chiesto il contributo. C’è chi si è visto negare l’aiuto perché “i rally in Italia interessano a pochi” e “non c’è ritorno di immagine” o ancora “la mia azienda fa altro”. C’è chi si è visto negare la sponsorizzazione per altri mille motivi o scuse.

E allora come si fa? Lo abbiamo chiesto ai nostri lettori rallysti che ci hanno scritto e pubblichiamo la sintesi delle più interessanti conversazioni avute, cioè quelle che vanno molto oltre il semplice “i politici sono loro e i problemi me li devono risolvere loro”. Quelli che bisogna tagliare sono i costi fissi. Quindi le trasferte. Ecco vanno ridotte queste. Vanno ridotti i rally in Italia. Meno gare e più chilometri.

In pratica, per abbattere i costi ai partecipanti della CRZ non serve tagliare chilometri di prove speciali, che in realtà sono l’unica cosa che davvero interessano agli sportivi, visto che poi fanno classifica. I costi della CRZ posso essere contenuti consentendo di saltare una gara che poi può essere scartata. Se tutte le gare contribuiscono ai punti per il titolo, è avvantaggiato chi ha i soldi per disputare tutte le gare della serie, rispetto a chi non riesce a racimolare i soldi.

Per quanto riguarda le ricognizioni, invece, si chiede con molto buon senso di vietare agli organizzatori di pubblicare le cartine ben 3 mesi prima della gara (e spesso c’è chi si dimentica ), perché di per sé questo è esattamente un invito a farci un giro. L’occasione fa l’uomo ladro, vero, ma in questo caso il povero rallysta viene attirato con l’esca. Inoltre, diverse mail parlavano delle sanzioni sulle ricognizioni, qualcuno continua a segnalare che non si può estendere ai non iscritti alla gara il veto di andare a mangiare in un ristorante che è proprio sulla PS di un rally, a cui non si è iscritti e non si è intenzionati ad iscriversi. E soprattutto si chiede di ridurre l’importo delle sanzioni a minimo 500 euro e massimo 1.500. Su quest’ultimo punto, però, ci sentiamo dare ragione ad Aci Sport. Se c’è una regola, la si rispetta. Altrimenti la sanzione deve essere esemplare.