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Nel 2024 niente rally in Provincia di Belluno

bellunese

A causa dell’applicazione di una circolare ministeriale del 1962 da parte della Prefettura bellunese, gli organizzatori del Rally Bellunese e del Dolomiti Rally hanno dovuto alzare bandiera bianca. Cosa serviva? Costruire tribune con tanto di tubi Innocenti, come quelle dei circuiti…

Incredibile quello che succederà (o meglio, non succederà) a Belluno nel 2024: a causa degli adempimenti burocratici richiesti dalla Prefettura, non ci saranno rally in una delle province che ha tenuto a battesimo il motorsport italiano. Rally Bellunese e Dolomiti Rally non si correranno.
La stessa circolare ministeriale finita nell’occhio del ciclone al Rally del Lazio obbliga gli organizzatori ad allestire tribune uguali a quelle che si vedono lungo i circuiti italiani e internazionali per ospitare il pubblico lungo le prove speciali. Gli organizzatori potevano scegliere tre strade: realizzare quelle tribune, far correre le gare a porte chiuse o non organizzarle proprio. Sia la Tre Cime Promotor che la Dolomiti Racing Motorsport hanno scelto la terza strada, la più dolorosa ma allo stesso tempo l’unica obbligata: “A Belluno non si può correre. La Prefettura applica la norma del 1962 sulle postazioni per il pubblico, ma in un rally è impossibile far fronte a quei costi e tenere fermi gli spettatori lungo la prova speciale: è impensabile realizzare lungo le prove speciali impianti degni di un circuito”, dice Mauro Riva, che l’anno scorso proprio a causa di quella circolare aveva dovuto annullare il 7° Dolomiti Rally.
Lo stesso motivo ha spinto anche Achille “Brik” Selvestrel, presidente della Tre Cime Promotor, a non organizzare l’edizione 2024 del Rally Bellunese, una gara entrata nel sangue degli appassionati visto che è nata ormai 48 anni fa, nel 1975: “È un enorme peccato ma la burocrazia è incredibile. Dalle autorità sono arrivati pochi aiuti, anche i ristoranti e gli alberghi hanno dato pochi riscontri. Vedremo nel 2025, speriamo di poter mantenere comunque la validità per il Crz”, le sue parole. Restano salve le due salite storiche della provincia, l’Alpe del Nevegal che l’anno prossimo festeggerà le 50 edizioni e la Pedavena-Croce d’Aune che taglierà il traguardo dell’edizione numero 40.