Anno di sfide e di carte bollate per Aci, Asi e Antitrust

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La Superlega è un ambizioso progetto che avrebbe dovuto rivoluzionare il panorama del calcio europeo ed è stata annunciata nel mese di aprile 2021. Così come le manifestazioni di auto da corsa sarebbero una rivoluzione nel campo dell’automobilismo sportivo, perché permetterebbero di avvicinare a costi bassi un’utenza che altrimenti resterebbe esclusa per semplici questioni economiche.

Il 2024 si annuncia anno di sfide. Sfide che hanno a che fare con lo sport ma, in alcuni casi, non hanno a che fare con i concetti di sportività e di fair play sportivo. Quello che sta per iniziare, ad esempio, è l’ultimo anno del quadriennio Olimpico e, quindi, è anno di bilanci e di campagna elettorale. È un anno di attesa, in ogni caso. La Corte di Giustizia Europea ha recentemente spezzato il braccio del Coni, della Lega Calcio e della Figc, che si contrapponevano ad alcuni club che volevano riorganizzarsi nella Superlega e non troppo tempo prima, il Consiglio di Stato si è espresso contro il monopolio nel campo dell’automobilismo sportivo e delle manifestazioni ludiche. Anche questo un braccio di ferro tra Aci, Asi e altri enti di promozione, che successivamente si sono rivolti all’Antitrust.

Ora, dopo la vicenda della Superlega, che porterà una grandinata di guai sul Coni e sulla Figc, l’Antitrust ha deciso di accelerare per dirimere le annose questioni che contrappongono da anni l’Automobile Club d’Italia all’Automotoclub Storico Italiano, alla Uips, a MSP e a tutti gli altri enti di promozione sportiva che tentano di organizzare qualche manifestazione automobilistica. Nel mucchio, ci sono finite dentro diverse operazioni interne ad Aci che hanno allarmato i sindacati e convinto diverse persone a fare segnalazioni in procura. Dicevamo la Superlega. Seppure sembra che il clacio e l’automobilismo siano su due piani diversi e, soprattutto, che vivano due mondi diversi, per la legge non c’è alcuna differenza. Quindi, la sentenza della Corte di Giustizia Europea è a tutti gli effetti una tegola che cade. Sulla testa di chi? Lo si vedrà in questo 2024, anni di sfide, dicevamo.

La Superlega è un ambizioso progetto che avrebbe dovuto rivoluzionare il panorama del calcio europeo ed è stata annunciata nel mese di aprile 2021. Così come le manifestazioni di auto da corsa sarebbero una rivoluzione nel campo dell’automobilismo sportivo, perché permetterebbero di avvicinare a costi bassi un’utenza che altrimenti resterebbe esclusa per semplici questioni economiche. Le manifestazioni ludico sportive servono come approccio allo sport, in un mondo che purtroppo è stato finto-professionalizzato troppo. La Superlega, dunque, voleva essere un nuovo capitolo nella storia del calcio, ma è rapidamente diventato uno dei capitoli più controversi e discussi del mondo sportivo, come nei primissimi anni 2000 fu la nascita della Federazione Italiana Automobilismo Sportivo con a capo l’esiliato Fabrizio Serena di Lapigio.

La principale motivazione dietro la creazione della Superlega – annunciata come una competizione elitaria che avrebbe coinvolto i club di calcio più prestigiosi d’Europa. Dodici club, tra cui il Real Madrid, il Barcellona, la Juventus, il Manchester United e il Milan – era economica. E i soldi fanno litigare. I club fondatori speravano di aumentare i ricavi attraverso accordi televisivi, sponsorizzazioni e diritti commerciali più vantaggiosi rispetto a quelli offerti dalle competizioni nazionali e dalla Uefa Champions League. Le istituzioni calcistiche, inclusa la Uefa e le leghe nazionali, hanno minacciato sanzioni severe contro i club coinvolti nella Superlega, come la sospensione dalle competizioni nazionali e la squalifica dei giocatori coinvolti dalla partecipazione alle competizioni internazionali.

Sta di fatto che non si può imporre un monopolio in un libero mercato che si fonda alla leale concorrenza. secondo la Corte di Giustizia Ue, la Uefa non può esercitare il monopolio sul calcio e sarebbe legale creare una competizione parallela gestita dai club. “Le norme Fifa e Uefa sull’approvazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub, come la Super League, sono contrarie al diritto dell’Ue. Sono contrari alla bassa concorrenza e alla libera prestazione dei servizi”, spiega la Corte nella Sentenza C-333/21 sulla Superlega. Ancora: “le norme Fifa e Uefa che subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico interclub, come la Super League, e vietano ai club e ai giocatori di giocare in tali competizioni, sono illegali. Non esiste un quadro normativo per le norme Fifa e Uefa che garantiscano che siano trasparenti, obiettive, non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le norme che attribuiscono alla Fifa e all’Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti relativi a tali competizioni sono tali da restringere la concorrenza, data l’importanza per i consumatori dei media e i telespettatori nella Comunità europea”. Fin qui il calcio.

Questione Aci-Asi & C.

Torniamo all’automobilismo. Sulla base secondo cui il monopolio non è legale in un mercato libero, l’Asi, Automotoclub storico italiano, può continuare a organizzare gare di regolarità senza richiedere il parere preventivo dell’Aci. Questa, in estrema sintesi, la decisione definitiva del Consiglio di Stato che si è espresso con la sentenza n. 273/2023, pubblicata il 18 luglio. Il Consiglio di Stato ha dunque dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Automobile club italiano, chiarendo che, in base all’art. 9 del Codice della Strada, non spetta al Coni e tantomeno alle sue federazioni affiliate, tra cui appunto l’Aci, il compito di rilasciare un parere preventivo sullo svolgimento delle manifestazioni di regolarità per veicoli storici. Di conseguenza, l’Asi ha la possibilità di organizzarle basandosi sui propri regolamenti.

La diatriba a colpi di carte bollate era sorta nel 2016 in occasione della Notturna di Trapani-Coppa delle Saline organizzata dal Club Auto e Moto d’Epoca “F. Sartarelli”, federato Asi, manifestazione contro il cui svolgimento l’Aci si era opposta inviando una nota alla Prefettura di Trapani. Le pronunce precedenti. Ora la sentenza 73/2023 ha messo definitivamente la parola fine alla questione, anche se contro le tesi dell’Aci erano già espresse il Tar del Lazio nel 2018 e lo stesso Consiglio di Stato ad agosto del 2022.

Dunque, la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata il 25 agosto, riconosce l’ASI come Federazione di riferimento nell’organizzazione di eventi di regolarità anche in base all’accordo Fia-Fiva del 26 giugno 2019, secondo il quale “le manifestazioni di auto storiche di natura sportiva restano di competenza esclusiva della FIA e dei suoi membri e le manifestazioni di regolarità continuano a poter utilizzare l’uno o l’altro dei regolamenti Fia o Fiva”.

Cosa dice l’Antitrust

Le leggi antitrust, fino ad oggi, hanno svolto un ruolo cruciale per preservare la concorrenza e prevenire pratiche commerciali sleali. Sebbene il loro impatto sia più spesso associato ai settori aziendali tradizionali, negli ultimi decenni le leggi antitrust hanno esteso la loro influenza anche al mondo dello sport. Ma quali sono e come si applicano le leggi antitrust al contesto sportivo, in modo da garantire l’equità, la competitività e la diversità nei vari campionati e tornei. Le leggi antitrust nel contesto sportivo mirano a impedire la formazione di monopoli o oligopoli che potrebbero compromettere la concorrenza leale. Questo è particolarmente rilevante quando si tratta di organizzazioni sportive, leghe e associazioni che gestiscono tornei e competizioni. La creazione di un sistema in cui una sola entità detiene un controllo eccessivo potrebbe compromettere l’equità e la partecipazione di altre squadre o atleti.

Un altro aspetto cruciale delle leggi antitrust nello sport è garantire l’accesso equo alle competizioni. Ciò significa che le organizzazioni sportive devono garantire procedure di qualificazione trasparenti e non discriminatorie, consentendo a tutte le squadre di avere un’opportunità di partecipare a tornei di alto livello. Limitare l’accesso solo a un gruppo ristretto di squadre o atleti potrebbe configurare una pratica anticoncorrenziale. Le leggi antitrust nel mondo dello sport, ad esempio, si estendono anche al mercato dei giocatori. Pratiche come il blocco dei trasferimenti o la manipolazione del mercato dei giocatori possono essere soggette a scrutinio antitrust. Le regole che limitano la libera circolazione dei giocatori o che impediscono loro di negoziare contratti in modo equo possono violare le leggi antitrust.

Nel contesto delle leggi antitrust nello sport, la negoziazione collettiva e le convenzioni collettive tra atleti e organizzazioni sportive devono rispettare i principi antitrust. Mentre le parti possono unirsi per negoziare condizioni lavorative e contratti, queste pratiche devono evitare di limitare indebitamente la concorrenza o di ostacolare l’accesso di nuovi talenti al mercato. Le leggi antitrust hanno aggiunto un nuovo livello di vigilanza e regolamentazione nel mondo dello sport, garantendo che la concorrenza, l’equità e l’accesso siano mantenuti come principi fondamentali. In un’era in cui gli aspetti commerciali dello sport sono sempre più rilevanti, la preservazione di questi valori attraverso l’applicazione delle leggi antitrust è essenziale per garantire un ambiente sportivo sano e competitivo per tutti gli appassionati.

L’Antitrust contro l’Aci

Secondo l’Autorità, l’Automobile Club d’Italia avrebbe ostacolato enti di promozione sportiva, associazioni sportive dilettantistiche e club automobilistici nell’organizzazione di manifestazioni automobilistiche a carattere non agonistico. “Per questo, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Automobile Club d’Italia-Aci, Aci Sport S.p.A. e Club Aci Storico per accertare un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dell’organizzazione di manifestazioni automobilistiche di natura non agonistica”.

“L’Automobile Club d’Italia è operatore in posizione dominante – riferisce l’Autorità Garante – nell’ambito dell’organizzazione di eventi sportivi automobilistici a carattere agonistico a livello nazionale, grazie ai poteri esclusivi di regolamentazione e di coordinamento attribuiti dal Coni. Secondo l’Autorità, l’Aci – anche tramite Aci Sport e Club Aci Storico – adotterebbe comportamenti per ostacolare o per impedire agli enti di promozione sportiva, alle associazioni sportive dilettantistiche e ai club automobilistici l’organizzazione di eventi e di manifestazioni non agonistiche allo scopo di espandere la propria posizione in tale mercato e accrescere il numero dei propri affiliati/tesserati”.

“La strategia di Aci consisterebbe nell’inviare segnalazioni agli enti preposti ai controlli (Prefetture, Questure e/o Autorità comunali) – a ridosso dell’avvio delle manifestazioni ludico-amatoriali – per comunicare che questi eventi non sarebbero stati sottoposti al preventivo parere dell’Aci – non previsto dalla normativa di riferimento – e che si sarebbero svolti in difformità con le norme tecnico-sportive. Tale indebito utilizzo dei propri poteri di regolazione e di coordinamento avrebbe riguardato numerose manifestazioni motoristiche di carattere amatoriale organizzate in diverse regioni italiane, almeno a partire dal 2016, alterando così le dinamiche di mercato”.

Ecco, il 2024 è appena iniziato e si annuncia, appunto, anno di sfide…