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Francesco ”Ciccio” Liberto, il calzolaio dei piloti

ciccio liberto

Le scarpe di Francesco ”Ciccio” Liberto, scomparso a Cefalù all’età di 86 anni, erano famose dovunque. A suo modo, anche lui era un campione del mondo, dato che Niki Lauda indossò le sue calzature speciali pensate per l’automobilismo nel 1977, l’anno in cui divenne campione iridato.

Francesco ”Ciccio” Liberto era l’artigiano delle calzature dei piloti, un’attività nata quasi per caso con la Targa Florio, nel 1965, quando Ignazio Giunti a Cefalù, cuore della corsa madonita, gli chiese di realizzare delle scarpe per guidare, spiegandogli quali caratteristiche avrebbero dovuto avere. da quel momento Liberto divenne il calzolaio della Targa Florio prima e della Ferrari poi, saltando dal rally alla Formula 1. Ciccio divenne così il punto di riferimento dei piloti e degli appassionati di automobilismo, tanto che Clay Regazzoni, altro pilota della Ferrari, una volta gli spedì una cartolina chiedendogli un paio di scarpe bianche e rosse.

Era conosciuto universalmente come l’artista delle scarpe per piloti da Formula 1. Due anni fa aveva però chiuso la sua bottega sul lungomare di Cefalù, diventata un punto di storia e di memoria delle glorie automobilistiche, e ora Francesco Liberto, che tutti chiamavano Ciccio, è morto all’età di 87 anni.

Se ne va con lui un personaggio amato e apprezzato per avere inventato calzature speciali per i piloti più prestigiosi, da Clay Regazzoni a Niki Lauda. Proprio Lauda calzava le racing shoes di Ciccio di Cefalù quando per la Ferrari saliva sul podio più alto. Dalla sua bottega sono uscite anche le calzature per Andretti, Giunti, Elford, Siffert, Nino Vaccarella, Ickx, Larousse, De Adamich, Vettel, Munari, Tognana, Pregliasco, Andruet e tanti altri. Con molti di loro è nato un rapporto di amicizia durato nel tempo.

Fino a un paio di anni fa a Ciccio continuavano ad arrivare ordini ma anche manifestazioni di affetto e di stima. Una delle ultime richieste è stata quella della moglie di un alto dirigente della Porsche, per la quale ha riproposto un modello di scarpe con l’immagine di donna Franca Florio sulla tomaia. E proprio la Casa automobilistica tedesca dedicò un video al calzolaio siciliano che veniva ringraziato e definito una leggenda vivente.

“Cari amici, dopo tanti anni sono costretto ad abbassare le serrande: è ormai tempo che io mi dedichi a me stesso, alla mia famiglia e alla mia salute”, aveva scritto sulla pagina Facebook della sua attività quasi un anno prima di lasciarci. Era metà gennaio 2022. “E’ stato bello sentirmi al centro del mondo, incontrare così tante persone, avere clienti così fedeli e appassionati. Sento di dover ringraziare moltissime persone, così tante che mi è impossibile parlare di alcuni senza correre il rischio di dimenticare qualcun altro. Mi limiterò a citarne solo tre, e per ovvi motivi: Ignazio Giunti, Nanni Galli e Geki Russo, ovvero coloro grazie ai quali questa splendida avventura ha avuto inizio. Geki è volato in cielo troppo presto, pochi mesi dopo averlo conosciuto. Nanni è rimasto mio amico fino alla fine, per tantissimi anni, anche se ci siamo incontrati raramente una volta finita l’epopea della Targa Florio. Con Ignazio invece è stato diverso. Ignazio è stato colui che mi guidato nello studio della scarpa ideale, che facesse sentire i piloti a proprio agio, e anche se ci ha lasciati troppo presto e in modo così straziante, abbiamo avuto il tempo e il modo di rafforzare la nostra amicizia, che è stata profonda, sincera e disinteressata. Un’amicizia che dura ancora oggi attraverso i suoi famigliari, grazie all’incondizionata stima che mi lega alla famiglia Giunti. E poi, devo citare certamente Vic, senza la cui straordinaria vittoria alla Targa 68, che lui volle generosamente dedicarmi per quelle curiose scarpe asimmetriche realizzate in fretta e furia e consegnate poco prima del via, la mia fama presso gli altri piloti non sarebbe cresciuta tanto rapidamente. Sono un uomo felice perché ho realizzato il mio sogno: entrare a fra parte del mondo delle corse, quello che ho sempre amato Conoscere e diventare amico di tanti piloti, diventare un fornitore della Scuderia Ferrari, e persino raggiungere una certa notorietà in tutto il mondo. Ricevere così tanti attestati di stima, interviste, riconoscimenti, premi, vedere le mie creazioni esposte in tanti prestigiosi musei, lavorare per Hollywood, recitare in una pubblicità della Porsche a me dedicata. Davvero oltre ogni aspettativa – concludeva -. E per dimostravi che non sono triste, ma anzi sono pronto a calarmi in nuove avventure, vi dirò che qualcosa sta nascendo, per consentire a tutti gli appassionati di oggi e di domani di conoscere la storia di un umile artigiano che un giorno inventò le scarpe da corsa. Perciò, restiamo in contatto. Vi voglio bene”.

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