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WRC: si valuta rinvio o annullamento del Rally del Portogallo

Sebastien Ogier impegnato al Rally del Portogallo

Dopo il rinvio del Rally di Argentina, che non si sa quando e se sarà possibile farlo disputare, sia per questioni prettamente sanitarie legate alla pandemia da coronavirus sia per quel che riguarda l’aspetto propriamente logistico che implicherebbe un ritorno dei team nel continente americano, anche gli organizzatori del Rally del Portogallo, iscritto al calendario gare del WRC per il 24 maggio, temono di dover alzare bandiera bianca.

Il Rally di Argentina va verso l’annullamento, questo al momento è il rischio, visto che al momento la Repubblica Sudamericana è sostanzialmente nel caos: traffico auto in tilt, mezzi pubblici sospesi, lunghissime code in ingresso e uscita dalle città, arresti e denunce per il mancato rispetto delle norme varate a contenimento dell’epidemia. Il picco è previsto tra circa un mese e le autorità non escludono di restare in allerta fino a luglio. Tradotto in parole semplici: potrebbe essere disputato da agosto in poi, ma ci sono altre gare. Solo un nuovo calendario gare, come fatto in F1, potrebbe salvarlo.

Il Rally del Portogallo, per ora, va verso il rinvio. Il 17 marzo si è registrata la prima morte ufficializzata come da infezione da coronavirus. Ciò evidenzia come l’epidemia sia presente in maniera incontrollata nel Paese da più di venti giorni e che solo adesso si stia prendendo effettivamente coscienza di come non sia maggiormente un problema italiano quello del coronavirus. Sono passate poche ora dall’annullamento della 6 Ore di Spa-Francorchamps e già si sta valutando le sorti del Rally del Portogallo. Rinvio o annullamento?

Resta alta la tensione in Italia, dove rischia, come anticipato nei giorni scorsi, anche il Rally Italia Sardegna. Infatti, mentre il Governo Conte sta valutando di prorogare il fermo assoluto alle competizioni automobilistiche per tutto il mese di aprile ed eventualmente estenderlo anche a tutto il mese di maggio, la più grande perplessità resta la possibilità legale di fare arrivare in Sardegna equipaggi dall’estero, visto che in Italia è previsto il regime di quarantena e visto che una gara iridata non può tecnicamente escludere equipaggi di nessuna nazionalità, pena la perdita della validità, come già successo al Rally Costa Brava.