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WRC, parte la rotazione: ora si guarda a Cina e Canada

Didier Auriol sulla Toyota al Rally di Cina 1999

La FIA è alla costante ricerca di nuove destinazioni per il WRC dei prossimi anni. E così, adesso sta trattando di nuovo con la Cina e col Canada, due bellissime ex prove iridate. La conferma arriva direttamente da Yves Matton, a capo della Commissione incaricata specificatamente dalla Federazione Internazionale per andare a caccia di nuove location.

Nel caso della Cina, il suo unico rally iridato è stato nel 1999. Poi era stato fatto un tentativo per tornare nel 2016, un ritorno annunciato tra l’altro in maniera clamorosa e poco dopo stroncato dalle inondazioni che hanno danneggiato le strade. Vero anche che le autorità politiche cinesi non erano entusiaste del rally, che infatti non è tornato nel calendario del WRC.

La Cina ha un grandissimo mercato per i Costruttori coinvolti nel WRC, dal momento che non ha solo una enorme popolazione, ma ha anche un proprio mercato, con diversi modelli di auto che non sono venduti in altre parti del mondo: vale a dire, automobili esclusive per il mercato cinese in grado di soddisfare la domanda dei clienti cinesi. Pertanto, rappresenta una grande opportunità non solo per i produttori, ma anche per lo stesso Promotore del WRC.

Per quanto riguarda il Canada, anche questo non è solo un altro mercato a sé, ma rappresenterebbe per la FIA la la realizzazione di un sogno a lungo inseguito: tornare nel Nord America (molto tempo fa gli Stati Uniti erano nel WRC con l’Olympus Rally e il Press on Indipendent degli anni Settanta). Con il Canada si avrebbe un’altra manifestazione su neve e ghiaccio, un’alternativa alla Svezia. Tuttavia, il Canada non prevede di iscriversi al calendario WRC almeno fino al 2023, in attesa di elaborare un piano pluriennale per essere all’altezza degli standard richiesti per l’organizzazione e la logistica.

Allo stato attuale, la FIA ha sufficienti possibilità di avviare un sistema rotativo di gare, come succedeva negli anni Novanta, che dovrebbe iniziare dal 2020, dando accesso al Kenya e al Giappone, congelando per un anno i Rally di Spagna e il Tour de Corse. In questo modo sarebbe possibile vedere nuove ambientazioni nel WRC, ma anche portare la serie davanti ad un nuovo pubblico.