RS marzo 2023: nodi al pettine

copertina rs marzo 2023

Certo è che gli standard costruttivi si sono elevati molto nell’ultimo decennio e ancor più certo è che in federazione non riescono a dimenticare le immagini della Renault Clio R3 numero 30 che va a fuoco a Carlazzo durante la Ba…relli Ronde con dentro l’equipaggio ticinese composto da Stefano Campana e Robin Munz.

Ci eravamo lasciati al tira e molla tra praticanti e federazione “serbatoi omologati FIA sì, serbatoi omologati FIA no”. Da un lato Aci Sport che, in nome della sicurezza, continua ad esigerli in tutte le competizioni nazionali e non solo in quelle valide per i campionati FIA e dall’altro un buon 30% di sportivi sul totale di chi dovrebbe adottarli che continua a dirsi disponibile ad andare a giocare a bocce piuttosto che continuare a correre con l’auto. I praticanti non ritengono che questi serbatoi siano più sicuri di quelli omologati dai Costruttori quando hanno prodotto quelle determinate vetture e definiscono l’operazione come l’ennesima azione mirata ad alzare i costi di una specialità in crisi di appeal (con scadenze periodiche e rincari continui, tute, caschi, roll-bar…) e a favorire i Costruttori rinnovando il parco auto, così da cancellare con un colpo di spugna anche quell’artigianalità che rende ancora un po’ goliardico l’automobilismo.

Certo è che gli standard costruttivi si sono elevati molto nell’ultimo decennio e ancor più certo è che in federazione non riescono a dimenticare le immagini della Renault Clio R3 numero 30 che va a fuoco a Carlazzo durante la Ba…relli Ronde con dentro l’equipaggio ticinese composto da Stefano Campana e Robin Munz. La tragedia si consumò in un minuto: il veicolo prese fuoco pochi secondi dopo aver urtato un muretto laterale. Le fiamme partirono dalla parte posteriore della vettura. Inutili furono i soccorsi: spento l’incendio, pilota e copilota vennero estratti carbonizzati dall’abitacolo. Il punto cruciale della posizione federale va ricercato proprio in questa tragedia, in cui la Procura di Como non trovò colpevoli e archiviò l’indagine, ma che offrì l’occasione all’allora rappresentante italiano in FIA di segnalare la questione “serbatoi di sicurezza” a livello internazionale. La FIA studiò il caso e decise di normare in tale direzione. L’Italia, che aveva segnalato la situazione, coerentemente con quella scelta, ha deciso di adottare queste tecnologie in tutte le competizioni nazionali dopo anni di proroghe.

Ad oggi non sappiamo se l’equipaggio svizzero morì per il violento urto o per il fuoco e, quindi, resta un dubbio: magari il serbatoio di sicurezza avrebbe potuto salvarli. “Ci fosse anche solo l’1% delle possibilità che si possa morire bruciati – chiarisce il presidente Angelo Sticchi Damiani – ritengo che sia un rischio troppo elevato, un pericolo che non possiamo fare correre ai nostri sportivi. Sono anni che andiamo ripetendo che la sicurezza è un fattore da non sottovalutare mai. Non voglio credere che ci siano piloti disponibili a risparmiare 1000 o 2000 euro esponendosi ad un rischio così terribile. Non c’è alcuna volontà di aumentare i costi delle competizioni automobilistiche, vogliamo solo far continuare a divertire tutti nella massima sicurezza. Abbiamo concesso una proroga di sei settimane che ci è stata chiesta dalle aziende che devono installare questi serbatoi, c’è ancora un 30% circa di appassionati che non lo hanno ordinato. Mi appello a loro, non risparmino sulla sicurezza. Motorsport is dangerous e noi lavoriamo continuamente per elevare gli standard a protezione di chi corre. Non è facile ma ci muoviamo seguendo gli orientamenti normativi del nostro Paese”. Orientamenti normativi, aggiungiamo noi, che sono spesso ostili ai rally e alle corse su strada, sempre più minacciate dagli ambientalisti e dal fatto che in Italia le vetture da corsa non hanno ancora uno status riconosciuto, non hanno una targa speciale, non hanno diritti, ma solo doveri e questo consente ad esempio anche monopoli di tipo assicurativo. Nelle prossime pagine vi spieghiamo meglio la questione “serbatoi FIA” alla quale si è aggiunta la “patata bollente” dello snaturamento della regolarità sport (anche di questo parliamo), che era l’unica via di accesso a basso costo ai rally, e inoltre vi dimostriamo come si potrebbe creare facilmente una categoria di approccio alla specialità, che ha sempre più sete di nuove leve…

Non solo serbatoi e regolarità sport, ovviamente. Sul numero di RS che troverete in edicola a far data dal 5 marzo ci sono due lunghe interviste esclusive, con due personaggi che ben conoscono il motorsport e questa sua evoluzione che sa di passo del gambero. Abbiamo parlato con Miki Biasion e con Gigi Pirollo. Con Miki abbiamo discusso di tantissimi argomenti, tra cui le nuove leve del motorsport. E sappiatelo, siamo già in ritardo. Con Gigi dei problemi dei rally. Leggetelo e capitelo a fondo quello che dice Pirollo (oltre a quello che dice Biasion), perché ciascuno di noi può fare la propria parte. E la deve fare.

Restando in tema di problematiche dei rally, da anni ci lamentiamo più o meno bassa voce del fatto che non esiste più in Italia una categoria entry level. Non esiste una categoria di approccio a basso costo. La Coppa Rally di Zona o la Ronde non può essere l’approccio. Dove corrono vetture professionali siamo già ad un livello superiore. Basterebbe una cosiddetta piazzalata con una da sempre sognata licenza giornaliera (come fanno in Slovenia e in Croazia con tutte le decine di italiani che stanno andando a correre lì, dove dei serbatoi di sicurezza ne hanno solo sentito parlare dagli italiani).

Il vide direttore di RS, Sergio Zaffiro, fu l’inventore dei MiniRAC. Gli abbiamo chiesto se secondo lui era fattibile riproporli. Ci ha detto “volere e potere”. Quindi abbiamo chiesto al nostro amico Sergio Biancolli, stimato fotoreporter e scrittore di interessanti libri, se se la sentiva di scriverci il regolamento dei MiniRAC versione Terzo Millennio. Lo ha fatto senza battere ciglio con la preziosa collaborazione di Andrea Vizzini. Noi vi mettiamo nero su bianco che si può fare e e vi mettiamo pure a disposizione il regolamento sportivo e tecnico, già pronti. Chi la snobberà dovrà assumersi la responsabilità della fuga delle giovani leve, piuttosto che dare la colpa agli enti di promozione sportiva.

Ciliegina sulla torta, abbiamo messo a confronto la Coppa Rally di Zona con le coppe nazionali di Francia e Belgio, costi compresi: ne leggerete delle belle.

Troverete anche un test confronto tra la Peugeot 208 R2 e la Renault Clio Rally5 e il test della GR Yaris Evo 2023, oltre ad una bella guida dal Campionato Italiano Rally in cui ogni organizzatore parla della propria gara. E sì, parla anche l’organizzatore del Rally Targa Florio e quello del Rally di Monza, che forse potrebbe avere qualche problemino. Restando in tema di campionati, abbiamo parlato con i protagonisti della serie B, del Campionato Italiano Rally Asfalto.

Ci è venuta una curiosità, a settembre 2022. Ci siamo chiesti: ma cosa c’è dentro al camion officina? E così, abbiamo approfittato del test della Skoda Fabia RS Rally2 di Miele per curiosare all’interno del suo gioiellino che lo assiste in tutte le gare. A sapere tutto quello che ci si deve mettere dentro si resta a bocca aperta.

Infine, ma non ultime per importanza le nostre interviste a Marco Zortea, Alessandro ferro, Moreno Cambiaghi, Max Bonizzoni, Ludwig Zigliani, Luca Sangiorgio, Erik Campana, Maurizio Diomedi e Gianni e Tiziana Chiesa (a proposito, imperdibile il nostro reportage dal Monte Carlo Storico dedicato agli italiani).

Affettuosamente