RS aprile 2023: abbiamo un problema?

copertina rs aprile 2023

Con questa panoramica e fatti salvi esempi distortivi che fanno segnare record di vetture Rally2 a noleggio, sottolineando una certa complicità regolamentare verso il grande business delle Rally2 che risiede proprio dietro ai tagli dei chilometri, a soffrire di più oltre agli organizzatori privati sono anche i piccoli team, quelli che noleggiano vetture Rally4 e Rally5. E ancora più penalizzati sono quelli che hanno le vetture di proprietà.

Fortunatamente la passione ci guida lontani dalla politica e dalle politiche e così abbiamo modo durante il mese di dedicarci soprattutto nell’approfondimento e nella creazione di notizie belle. Sì, perché a differenza di chi ricicla tutto quello che è disponibile online, RS crea gran parte delle sue notizie, a quasi totalità. Dunque, vediamo cosa c’è nel numero di RS che, come tutti i mesi, sarà in edicola tra il 5 e il 7, in questo caso di aprile 2023.

Con Alberto Battistolli abbiamo provato la Best Impreza McRae Edition e con la scusa abbiamo raccolto anche il sempre gradito e autorevole parere di Piero Liatti. E non solo. Ci siamo fatti anticipare dagli organizzatori del Rally di Croazia tutti i dettagli delle prove speciali e, come da abitudine, anche quest’anno vi offriamo una dettagliatissima guida al rally iridato vicino casa. Già sappiamo che saranno tanti gli italiani che andranno a vedere la gara, da qui la speranza di un servizio utile.

Potrete leggere le nostre analisi sul Rally del Messico, fatte alla nostra maniera, cioè prendendo in esame le prestazioni di ogni singolo pilota della top 10. E vi raccontiamo anche cosa hanno visto i “nostri occhi” (Budoia e Ponti) al Rally Serra de Fafe, ma in questo caso abbiamo preso in esame le prestazioni degli italiani. Al ritorno dei nostri giri internazionali, un pezzo da 90 di MRF ci ha svelato che… Non possiamo dirlo, dovete leggerlo sul giornale, anche solo in copertina…

Bugelli riparte dal Rally Il Ciocco con le sue mai scontate cronache del Campionato Italiano Rally. E restando al CIR, devo tornare a spiegare che chiamarlo CIR è la cosa giusta. Il nostro amato CIR è il Campionato Italiano Rally. C’è solo lui. Poi c’è il CIRA e il CIRT. Per noi, CIAR, CIARS, CIP e CIOP non hanno senso. Quindi, quando leggete CIR, no, non è un errore. E non poteva mancare il reportage di Michi dal Val d’Orcia…

La nostra rubrica Famiglie da Rally, amata al punto che in un paio di occasioni l’abbiamo vista mal scopiazzata, ad aprile fa tris, con Perosino e Verzoletto, gli Zanotti e i Pisacane. E poi le nostre interviste di “metà giornale”, quelle dedicate alla conoscenza del nuovo che avanza o agli aggiornamenti con le nostre “vecchie” conoscenze da tutte le Zone. Stavolta è toccato ad Alessandro Verna, Alessandro Forneris, Lorena Chivelli, Mattia Raffetti, Filippo Bravi, Federico Bottoni, Luca Artino, Chiara Lombardi e Marino Gessa. E per finire la gare, rally moderni e rally storici (italiani e non), regolarità, salite slalom e formula challenge. Per forza di cose, visto ciò che sta accadendo, anche questo mese ci è toccato affrontare delle tematiche che hanno a che fare con la politica nel motorsport (come sapete, cerchiamo sempre di non mescolare lo sport alla politica e se lo facciamo è solo perché le cose non vanno bene).

sommario aprile 2023

La questione politica

Facendo un breve riepilogo il Rally del Carnevale è stato annullato e pure quelli del Bardolino e di Cefalù, mentre Valchiampo, Benacvs e Rocksrally, che avrebbe riportato la specialità in Basilicata, sono stati rinviati a data da destinarsi. Il Bardolino e il Benacvs erano prove della Coppa Rally di Zona 3, che quest’anno dunque segna un record negativo molto preoccupante. Le due gare, se dovessero trovare ricollocazione dopo la Finale della Coppa Italia, perderanno la validità. Le competizioni di regolarità sport stanno facendo registrare dei numeri bassissimi, togliendo importanti introiti agli organizzatori privati (a cui però sono aumentate le spese, vedi iscrizioni a calendario) e facendo dilagare il malcontento tra i praticanti della specialità, che non sono né rallysti e né appassionati di regolarità a media Sono persone che amano divertirsi con le auto da rally ma che non hanno né il tempo e né i soldi per disputare i rally e per seguire tutte le prescrizioni di sicurezza introdotte negli ultimi anni. Loro, che sono un piccolo esercito, ci hanno affidato un appello rivolto ad Aci Sport e pubblicato integralmente nelle pagine successive.

Con questa panoramica e fatti salvi esempi distortivi che fanno segnare record di vetture Rally2 a noleggio, sottolineando una certa complicità regolamentare verso il grande business delle Rally2 che risiede proprio dietro ai tagli dei chilometri, a soffrire di più oltre agli organizzatori privati sono anche i piccoli team, quelli che noleggiano vetture Rally4 e Rally5. E ancora più penalizzati sono quelli che hanno le vetture di proprietà. Dunque, altre gare sono destinate ad essere annullate e altre ancora a vedersi apporre il marchio “Rinviato a DDD”.

Da dove arrivano questi problemi? Hanno ragione gli sportivi che decidono di non rinnovare la licenza e non partecipare, di fatto, alla vita associativa della federazione, salvo poi lamentarsi di come sono a andate a finire le cose? Come al solito la verità sta nel mezzo e quel grande nodo che ora è arrivato ai denti del pettine in realtà sono tanti nodini che hanno iniziato a formarsi un bel po’ di tempo fa. Negli anni, come fossero una soffitta, i rally hanno cominciato ad accumulare regole inutili, aumenti di costi non sempre necessari e burocrazia. A cosa mi riferisco nello specifico? I format sono diventati uguali e noiosi e le ansie da sicurezza si sono trasformate in crociate dal finale scontato. Ora che siamo tornati alla auspicata “normalità” non si può più fare finta di vedere e bisognerebbe mettersi al lavoro per risolverli. Ma c’è bisogno di competenza, volontà e atti di coraggio.

Iscriversi ad un rally in Italia o ad un rally in Francia o in Croazia o in Slovenia. Mettiamo sulla bilancia burocrazia e costi ed ecco che gli elenchi iscritti delle gare di questi Paesi si riempiono di italiani. I parchi assistenza delle nostre gare sono dei costosissimi salotti vuoti, che al posto di attrarre allontano, che al posto di unire dividono. Le sale stampa hanno regole rigidissime e, intanto, il lavoro nero dilaga. Ci sono più venditori abusivi di foto nei rally che “vucumprà” sulle spiagge in estate. Con più di 50 classi di auto non c’è bisogno di impegnarsi per vincere una coppetta. C’è una geografia rallystica concentrata solo in alcune regioni in cui però si pretende di organizzare il doppio o il triplo dei rally che sarebbe possibile organizzare. Quindi prove da effettuare ben tre volte. Ne salta una e ne saltano tre. Ma l’iscrizione la paghi piena (onestà?).

Ci sono le ricognizioni abusive, i monopoli assicurativi, il problema decennale e mai risolto delle targhe delle auto da corsa, il famoso “CC”, il “Clan dei Chiodi”. La CRZ è tutto tranne che una categoria di approccio ai rally e non c’è una categoria di approccio. Ma c’è un problema ancor più grave ed è culturale. Molti di quelli che oggi si lamentano di come vanno le cose, purtroppo, non hanno votato alle precedenti elezioni degli organi federali e, ci scommetto sopra, non voteranno neppure alla prossima tornata elettorale prevista a fine 2023. Poi c’è anche chi non avrebbe votato, ma il suo voto è agli atti. Mistero. Così vanno le cose. Male…