Rally: se siamo in bolla, facciamola scoppiare

Copertina marzo 2021

Quando mi chiedono cosa succede in Borsa rispondo sempre con una battuta che racchiude una grande verità: “Questa è la mia prima pandemia nella mia vita e quindi non so assolutamente cosa stia succedendo perché non ho termini di paragone. Se fosse un mondo normale senza pandemia saremmo già in bolla da diversi mesi”.

Vi faccio un esempio concreto di chi è morto durante la pandemia e di chi ha prosperato contro tutte le attese. Conosco una baracchina che da 34 anni frigge lo gnocco. Chi la gestisce, solitamente, lavora per alcuni bar che alla mattina offrono anche affettato con lo gnocco. Quindi lavorano dall’1 del mattino fino alle 7, tutti i giorni della settimana.

Siccome i bar, grazie ai DPCM, spesso sono chiusi, da quasi un anno la baracchina in questione ha cambiato l’orario e ora frigge lo gnocco dalle 19 alle 21 per chi vuole portarsi a casa la cena già fatta. Il ragionamento è corretto: loro con la pandemia sono stati costretti a cambiare tutto e subito e ci sono riusciti. Si sono adattati e sono sopravvissuti. Darwin sarebbe contento.

Sommario RS marzo 2021

Ma quanti altri hanno saputo fare altrettanto? La pandemia e la crisi che si è innescata è stata qualcosa che nessuno di noi ha mai visto prima e, quindi, navighiamo tutti in acque sconosciute. C’è chi camminava e si è messo a correre, c’è chi correva ed è morto sul colpo. Ma torniamo alla Borsa. Se guardiamo a quei fondamentali che tutti abbiamo considerato finora siamo in bolla secca e pura. Esatto. Non siamo in rally. Siamo in bolla e ci manca lo spillo per farla scoppiare.

Lo spillo, in questo caso, è uno shock economico e normativo per fare ripartire al meglio i rally su strada che pagano un triplo prezzo: la crisi economica generata dal Covid-19, il fatto di disputarsi sulle strade aperte al pubblico e non in impianti privati e il problema mai risolto dell’essere stati inseriti nella lista degli sport di contatto.

Una manovra che richiede coraggio e che faccia esplodere questa bolla può essere fatta solo da Aci Sport: riducendo i costi delle iscrizioni degli equipaggi, annullando la burocrazia inutile (e ce n’è tanta) che serve solo a complicare la pratica, sfoltendo i calendari gare e allungando il chilometraggio delle stesse.

Dicono in federazione che non si può vietare l’organizzazione di una gara. Vero, ma si possono chiedere delle fideiussioni per avere certezza che le gare a calendario si disputino. Chi le annulla ci rimette dei soldi. Solo con questa mossa si ridurrebbero i rally a calendario di almeno il 30% (tutelando gli organizzatori veri e non quelli “inventati”).

Se poi si chiedesse, per assecondare i desideri di chi corre, di non inserire prove speciali ripetute, si riuscirebbero ad abbattere anche del 40% i rally previsti attualmente. Non solo sparirebbero quelle “garette” che vengono puntualmente annullate per mancanza di iscritti, ma avremmo una certezza in più: quella di aver fatto scoppiare la bolla. Meno gare, più lunghe, meno costose e più divertenti si può. Perché non è vero che i piloti non vogliono correre, è vero invece che i calendari gare rappresentano la banca della federazione e che la burocrazia fa passare la voglia a chiunque. Riflettiamoci…

RS e oltre marzo 2021

Copertina marzo 2021