Prove di futuro: CIRA+IRC, CIAR e CIRT

Copertina ottobre 2022

Nella Giunta Sportiva di fine settembre, nel piatto c’erano di nuovo i pochi iscritti al Campionato Italiano Assoluto Rally, non gli iscritti alle singole gare, e la necessità ormai impellente di trovare una soluzione. Il futuro non pare riservare nulla di buono e, a causa della congiuntura economica (inflazione all’8%), il settore è in forte sofferenza.

È da tempo che parliamo su RS della forza della lobby degli organizzatori all’interno di Aci Sport e lo facciamo perché è bene che si sappia che dietro la maggior parte delle scelte politiche che riguardano la struttura dei rally ci sono loro. Gli organizzatori sono un “partito” nel “partito”: rappresentano voti, hanno Santi in Paradiso e fanno continue pressioni e richieste, diventando spesso decisivi quando ci sono due correnti politiche differenti. Infatti, se ad inizio stagione 2022, quando la Commissione Rally ha iniziato a lavorare sui Campionati Italiani 2023, prendeva forza e consistenza la linea di eliminare il CIRA e unirlo al CIAR, mantenendo in essere un solo campionato su asfalto e uno su terra, da settembre è cambiato il vento. Adesso ha preso maggiore forza la linea di pensiero conservativa, quella degli organizzatori che non hanno nessuna intenzione di uscire dalla cosiddetta “serie B” per prestigio e visibilità. Quindi, che si fa? Entra in gioco un’idea rivoluzionaria a cui lavora il presidente della Commissione Rally Aci Sport, Daniele Settimo. Che, ovviamente, ha blindato tutto per evitare fughe di notizie.

Nella Giunta Sportiva di fine settembre, nel piatto c’erano di nuovo i pochi iscritti al Campionato Italiano Assoluto Rally, non gli iscritti alle singole gare, e la necessità ormai impellente di trovare una soluzione. Il futuro non pare riservare nulla di buono e, a causa della congiuntura economica (inflazione all’8%), il settore è in forte sofferenza. L’idea primordiale di eliminare il CIRA, come era immaginabile, non ha trovato d’accordo gli Automobile Club organizzatori e chi la proponeva si è ritrovato in netta minoranza. Altrettanto vero è che il Campionato Italiano Rally Asfalto, per quanto tecnicamente una fotocopia di quello assoluto, non fa concorrenza alla massima serie Tricolore e ha in calendario rally che meriterebbero di stare in “serie A” e non in “serie B”.

Quindi? Daniele Settimo lavora con pazienza e determinazione alla fusione tra CIRA e IRC, quest’ultimo è la serie nazionale di assoluto successo del 2022 grazie alle scelte di Loriano Norcini e del suo gruppo di lavoro. Se il capo della Commissione Rally riuscisse a compiere questo miracolo, fondere CIRA e IRC, sarebbe meritevole dell’Oscar.

Lo dico senza alcuna ironia. Settimo sarebbe riuscito a fondere due serie che da 22 anni si fanno una concorrenza spietata e senza senso e ad eliminare un campionato portando ricchezza aggiuntiva ad una serie nazionale ufficialmente riconosciuta da Aci Sport. Giusto riporre fiducia in lui, che è riuscito a fare rinascere la Coppa Italia Rally portandola a livelli mai visti primi. Da questa unione potrebbero nascere due Gironi, con gare al centro nord e una sola al sud, e magari una finale nazionale. Oppure due campioni. E se CIRA e IRC non dovessero fondersi? Speriamo ci sia un piano B, speriamo di non trovarci la stessa “minestra” del 2022. E il massimo campionato nazionale? La struttura, secondo gli orientamenti di inizio autunno, dovrebbe restare sempre identica, con alcune modifiche come l’iscrizione obbligatoria alla serie per chiunque voglia correre una gara dell’Italiano. Se l’iscrizione sarà più bassa e di quanto non lo sappiamo, perché blindando tutte le proposte di modifica il presidente non permette il confronto e la valutazione pubblica delle stesse. Non una critica, bensì un invito. La condivisione è madre del sapere.

A latere, mi permetto di esporvi la mia idea, cosa farei io, che però sono un appassionato e mi tengo lontano dalla politica: avrei portato il CIR a 10 gare cominciando a febbraio da Aosta con la neve (chiedendo disponibilità agli organizzatori) con 6 gare su terra e 4 su asfalto e (forse) lo scarto di due gare su asfalto, dirottando nella serie tutti i monomarca. Avrei, altresì, preso i montepremi del CIRA e del CIRT, centinaia di migliaia di euro, e li avrei portati in questa unica serie Tricolore a 10 rally premiando, conti alla mano, con 30 mila euro anche i vincitori delle Coppa Aci Sport di classe. Ovviamente avrei aumentato il premio per i primi cinque assoluti. Però, avrei richiesto libertà di format per avere gare con una propria unicità (anima) e la partenza della manifestazione, il parco chiuso e una prova (circuito cittadino) nella città che ospita il rally.

Affettuosamente

Editoriale del numero di ottobre di RS

Copertina ottobre 2022