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Parla Fabrizio Fondacci, dg della Alghero Scala Piccada

fabrizio fondacci

Direttore di gara in questa edizione della cronoscalata Alghero Scala Piccada, ma soprattutto direttore di gara da 30 anni circa, con alle spalle Gran Premi e corse di velocità di primo livello, dove i chilometri orari possono sfiorare i 350. Fabrizio Fondacci, personaggio di primo piano anche in termini di autorevolezza, è stato con noi al telefono per quasi mezzora…

Nel precedente articolo, in cui abbiamo pubblicato il video integrale e il documento del Collegio dei commissari su quanto avvenuto alla cronoscalata sarda valida come gara di apertura del Campionato Italiano Velocità Montagna 2023, tra le varie abbiamo rilevato come nel verbale della decisione numero 5 del CCS non ci fosse accenno alcuno alle comunicazioni intercorse tra commissari delle postazioni 32 e 33 e direzione di gara e neppure degli ordini eventualmente impartiti dal dg ai commissari per gestire nell’immediato quell’emergenza. Aspetto che per noi, invece, è di fondamentale importanza, anche per capire la decisione di “non luogo a procedere”.

Di quello che è accaduto ne abbiamo parlato con Fabrizio Fondacci, direttore in questa edizione della cronoscalata Alghero Scala Piccada, ma soprattutto direttore di gara da 30 anni circa e con alle spalle Gran Premi e corse di velocità di primo livello, dove i chilometri orari possono sfiorare i 350. Personaggio di primo piano anche in termini di autorevolezza, stella d’argento CONI al merito sportivo, Fondacci è stato disponibile e chiaro e ha risposto a tutte le domande che gli abbiamo posto.

Direttore, quando è avvenuto il testacoda di Achille Lombardi, vettura numero 3, lei dove si trovava di preciso?

“Ero alla partenza insieme ad Oronzo Pezzolla, ispettore alla sicurezza, e a Franco Molinaro, osservatore”.

Ci saranno state di certo delle comunicazioni tra lei e i commissari. Cosa le è stato riferito dai suoi “occhi” sulla strada?

“Ho ricevuto una comunicazione via radio disturbata, era confusa, in cui mi è stato comunicato il testacoda della vettura numero 1. Così è sembrato di capire. Si è trattato però di un’informazione distorta, anche perché non specificava quanto la vettura intralciasse la strada. Chiedo ai commissari di esporre la doppia bandiera gialla e chiusa la comunicazione ho commentato con Pezzolla e Molinaro: peccato, Faggioli si è giocato la gara. Anche Pezzolla e Molinaro hanno sicuramente sentito la comunicazione che mi è stata data sul numero 1. Qualche secondo dopo, chiedo aggiornamenti via radio e mi viene comunicato che la vettura numero 3 e non più la 1 come mi avevano detto prima, era stata messa in sicurezza. Nessuno mi ha detto che il pilota in questione era sceso in contromano. Non avevo immagini del percorso e solo aggiornamenti via radio che si faticava a comprendere”.

Ma quindi sta dicendo che i commissari di percorso hanno dato informazioni sbagliate e hanno agito di loro iniziativa senza autorizzazione del direttore di gara?

“Sì, ma di queste cose in modo dettagliato posso parlarne solo con gli organi di giustizia sportiva se decideranno di sentirmi”.

Avrà certamente visto il video pubblicato e magari anche gli altri diffusi online nell’immediato. Se le fosse stato detto quello che ha visto successivamente come si sarebbe regolato?

“Simone Fagioli ha dichiarato pubblicamente che, vista la doppia bandiera gialla, aveva alzato il piede ed era pronto a fermare l’auto. Credo che l’effetto dato dall’angolazione del video accentui la pericolosità rispetto a quella che è la realtà. Lo spazio c’era. Se avessi ricevuto l’informazione corretta, avrei ordinato di fare fermare subito l’auto numero 3 lì dov’era e fare scendere il pilota perché si mettesse in sicurezza. Contestualmente avrei chiesto le doppie bandiere gialle già almeno dalla postazione 28 e avrei fermato le partenze. Passato Fagioli avrei fatto mettere in sicurezza la vettura numero 3 e poi avrei fatto riprendere le partenze. Per questo dico che non ci sarebbe stato bisogno di usare la bandiera rossa e fermare la gara. Nelle corse da me dirette, se necessario le bandiere rosse si espongono senza alcun problema, ma i piloti sanno che con la doppia bandiera gialla devono essere pronti anche a fermarsi. A tal proposito ci tengo a fare una precisazione su una notizia diffusa sui social che mi è capitato di leggere, non da voi: le vetture non partivano a 30 secondi l’una dall’altra, bensì ad 1 minuto. Lo dico perché ho grande rispetto di chi si gioca gare e campionati”.

Noi avevamo verificato che le vetture partivano ad 1 minuto tra loro e, appunto, volevamo sapere ciò che ci mancava. Volevamo conoscere le comunicazioni avvenute tra lei e i commissari. A tal proposito, il Collegio dei commissari ha deciso per un “libera tutti”. Abbiamo avuto la sensazione che dinanzi ad un errore del pilota e anche dei commissari, piuttosto che punire tutti si sia scelto di salvare tutti. Però, per due vicende identiche del 2022, una avvenuta alla Trento-Bondone con Regis e una avvenuta a Fasano con Leogrande, il Collegio dei commissari era stato duro e aveva deciso di punire. Criteri diversi per valutare situazioni simili, lei questo è riuscito a spiegarselo?

“Il Collegio dei commissari è autonomo. Io non mi permetto di interferire con il loro lavoro. Mi sono limitato, come faccio sempre con grande rispetto, a segnalare la vicenda. Poi hanno deciso autonomamente. Ricordo sia la vicenda di Regis e sia quella di Leogrande, però non ho considerazioni da esprimere in merito perché il tutto esula dal mio ruolo di direttore di gara”.