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La nascita del Gruppo B e l’epopea d’oro dei rally

Lancia Delta S4

Mentre il Gruppo A, che comprendeva veicoli derivati dalla produzione di serie (almeno 5.000 unità all’anno) e limitati per quanto riguarda potenza, peso, tecnologie e costo in generale, venne introdotto con lo scopo di facilitare l’ingresso nelle competizioni dei piloti privati, al contrario il Gruppo B ebbe poche limitazioni: per ottenere l’omologazione erano necessarie infatti solamente 200 autovetture del modello di base, ed era inoltre richiesta la produzione di soli ulteriori 20 esemplari per ogni ”evoluzione” dell’auto.

Il Gruppo B è stata la più spettacolare categoria della storia dei rally. Le norme del Gruppo B, nel mondo dei rally, hanno permesso di concepire automobili estremamente performanti e un rapido sviluppo le ha rese le più potenti e più specializzate mai costruite; si raggiunsero potenze nell’ordine dei 600 CV che muovevano masse di circa 900 kg. Tale combinazione garantiva alle vetture accelerazioni sullo 0/100 km/h nell’ordine dei 2,5/2,7 secondi, e velocità di punta sulle prove speciali di oltre 200 km/h.

Nel Gruppo B si verificarono numerosi incidenti, dovuti principalmente all’estrema potenza delle vetture e a telai e gomme che per l’epoca non erano in grado di garantire una sufficiente stabilità, con vittime sia tra il pubblico, sia tra i piloti. Nel 1986, dopo la morte del pilota Henri Toivonen e il suo copilota Sergio Cresto nel Tour de Corse, a bordo di una Lancia Delta S4, la FIA decise di sopprimere questa categoria dopo appena quattro stagioni effettive.

Fino alla fine degli anni settanta le autovetture impegnate nelle categorie maggiori del campionato del mondo di Rally, ossia Gruppo 2 e Gruppo 4, dovevano essere prodotte in almeno 400 esemplari stradali, e per questa ragione venivano utilizzati modelli già in produzione, come ad esempio Lancia Stratos, Fiat 124 Abarth o Fiat 131. Queste vetture erano perlopiù a trazione posteriore e ciò ne pregiudicava la capacità di scaricare a terra la potenza, che i team contenevano nell’ordine dei 200/250 cavalli, e soprattutto la tenuta in curva.

Per ovviare a questo limite tecnico la FISA (Fédération Internationale du Sport Automobile) autorizzò a partire del 1979 l’uso nei rally di vetture a quattro ruote motrici, convinta che i benefici dovuti alla maggiore trazione sarebbero stati annullati dal maggior peso e complessità della trazione integrale.

Il “Gruppo B” venne introdotto dalla FIA nel 1982 in sostituzione sia del Gruppo 4 (Gran Turismo modificate) sia del Gruppo 5 (Gran Turismo prototipo).

Mentre il Gruppo A, che comprendeva veicoli derivati dalla produzione di serie (almeno 5 000 unità all’anno) e limitati per quanto riguarda potenza, peso, tecnologie e costo in generale, venne introdotto con lo scopo di facilitare l’ingresso nelle competizioni dei piloti privati, al contrario il Gruppo B ebbe poche limitazioni: per ottenere l’omologazione erano necessarie infatti solamente 200 autovetture del modello di base, ed era inoltre richiesta la produzione di soli ulteriori 20 esemplari per ogni “evoluzione” dell’auto.

Di norma i costruttori derivavano le vetture da gara da queste ultime; tecnologia, peso contenuto e potenza libera non potevano che portare a grandi prestazioni. La categoria era studiata su misura per i grandi costruttori di automobili, senza doversi sobbarcare oneri di industrializzazione e produzione in grande serie, avevano a disposizione una categoria per sperimentare liberamente nuovi ritrovati tecnici e per competere per la vittoria assoluta.

Per quanto riguarda il mondo delle competizioni su pista e le gare di tipo endurance, la regolamentazione di Gruppo B non ha riscosso molto interesse, probabilmente offuscata dal grande successo del Gruppo C e dalla mancanza di un campionato esclusivo di rilevanza nel quale gareggiare; tuttavia vetture come Porsche e Ferrari hanno rappresentato la massima espressione su pista di questa categoria.

Il Gruppo B inizialmente era una formula ben riuscita, molti costruttori aderirono al campionato del mondo rally e folle di spettatori sempre più consistenti seguivano le gare. Ma sia i costi sia le prestazioni delle vetture aumentarono rapidamente, anche con tragici epiloghi. Di conseguenza il Gruppo B è stato abolito alla fine del 1986; dal 1987 il Gruppo A è divenuto la massima espressione nei campionati rally fino all’arrivo nel 1997 delle World Rally Car e delle regole che le disciplinano.

Nel 1987 venne permessa la partecipazione ad alcune gare del mondiale ed europeo, solo ad alcune vetture di minore potenza, come la Citroën Visa Milles Pistes, ma fuori dalle classifiche dei campionati.

Dopo l’abolizione nei rally, la regolamentazione di Gruppo B ha trovato un posto adatto nel campionato europeo di rallycross, con automobili come MG Metro 6R4 e Ford RS200, fino al 1992. Altre case come Audi e Peugeot hanno trovato uno sbocco nella Pikes Peak International Hillclimb con versioni ancora più performanti dell’Audi Quattro e della 205 T16; quest’ultima è stata impiegata anche nei rally raid e in particolare nella Parigi-Dakar.

Nei quattro anni di esistenza delle vetture Gruppo B, dal 1983 al 1986, nel mondiale rally furono ottenuti 48 successi nelle 48 gare disputate.

Albo d’oro Gruppo B

AnnoCampioneScuderiaPunti2º classificatoScuderiaPunti3º classificatoScuderiaPunti
1982Germania Walter RöhrlRothmans Opel Rally Team109Francia Michèle MoutonAudi Sport97Finlandia Hannu MikkolaAudi Sport70
1983Finlandia Hannu MikkolaAudi Sport125Germania Walter RöhrlLancia Martini102Finlandia Markku AlénLancia Martini100
1984Svezia Stig BlomqvistAudi Sport125Finlandia Hannu MikkolaAudi Sport104Finlandia Markku AlénLancia Martini60
1985Finlandia Timo SalonenPeugeot Sport127Svezia Stig BlomqvistAudi Sport75Germania Walter RöhrlAudi Sport59
1986Finlandia Juha KankkunenPeugeot Sport118Finlandia Markku AlénLancia Martini104Finlandia Timo SalonenPeugeot Sport63