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Il Rally del Medio Oriente WRC s’ha da fare

Nasser Al-Attiyah ha vinto il Al Qatar International Rally con la Polo R5

Il nuovo presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem aveva un sogno che, però, dopo la presa del potere è diventato un ambizioso progetto. La sua linea pro Medio Oriente e Asia è nota sin dall’inizio della sua elezione, ma dopo la sostituzione del presidente della Commissione WRC si è vista una rapida accelerazione per portare risorse Arabia Saudita e più in generale negli Emirati Arabi.

Dopo Formula 1, Dakar, Formula E, Extreme E, l’Arabia Saudita è vicina alla MotoGP e apparentemente è ancora più vicina ad ospitare anche il WRC. Nei corridoi della FIA si parla già del 2023. Si ragiona su una tappa “calda” nei mesi freddi o una tappa “caldissima” nel periodo primavera-estate.

È ormai noto che le trattative con il Promoter WRC sono in fase più che avanzata, come è noto che il desiderio di Ben Sulayem, che vuole rendere l’Arabia la terra del motorsport, non pare trovare resistenza alcuna. Al contrario, già si parla della base che dovrebbe essere come per la Dakar, in mezzo al nulla, probabilmente nell’Empty Quarter, in mezzo al deserto. Nel miglior stile bivacco Dakar. Insomma un rally vero, tranne che per i chilometri…

Certo, nessuno si aspetta di vedere Rally1 su e giù per le dune, ma la sabbia sarà qualcosa che non mancherà. Sarà qualcosa di più simile al Jordan Rally, ma un po’ “sabbioso”. Si parla di tre stili tipi differenti di strade distinte per ogni giornata, paesaggi vulcanici, montagne e deserto. Il WRC è assente dal Medio Oriente dal 2011.