Il finlandese volante
Da Monte Carlo alla Nuova Zelanda, per una sorta di film della stagione che ha incoronato Kalle Rovanperä campione del mondo, riportando in Finlandia un titolo che mancava dal lontano 2002.
La data di domenica 2 ottobre 2022 rimarrà per sempre scolpita nella storia della specialità. A soli 22 anni Kalle Rovanperä è diventato il più giovane vincitore di un titolo iridato nel Mondiale Rally, strappando dalle mani di un certo Colin Mcrae un record che resisteva dal lontano 1995, mentre la Finlandia ha potuto finalmente festeggiare un nuovo eroe dopo vent’anni, quando fu Marcus Gronholm a conquistare lo scettro di campione del mondo con la Peugeot 206 WRC. La stagione del baby prodigio è stata al dir poco straordinaria, soprattutto se si tiene conto che era solamente al terzo anno alla guida di una vettura della classe regina, ma questo non ha di certo scalfito la corazza di ferro del giovane finlandese che è andato a minare a poco a poco le certe dei suoi più diretti ed esperti rivali. Tra questi troviamo il suo compagno di squadra Elfyn Evans, il quale dopo aver conteso nel 2020 e 2021 il titolo ad Ogier, non ha mantenuto le promesse della vigilia venendo schiacciato dalla pressione derivante dall’aver in squadra un personaggio “scomodo” come Rovanperä, con quest’ultimo che invece ha dimostrato con pieno merito di poter portare sulla tuta i galloni di prima guida, caricandosi sulle spalle i destini della Toyota trascinandola senza troppa difficoltà verso la conquista di entrambi i titoli.

Monte Carlo
Il WRC 2022 segna l’inizio di una nuova era che vede l’irrompere sulla scena le nuove Rally1 Hybrid, ma quello che si nota subito è che a cambiare non sono i protagonisti. Il “Monte” ripropone lo storico duello tra Loeb e Ogier, con i due francesi pronti a darsi battaglia lungo le strade delle Alpi francesi con le rispettive Toyota Yaris GR e Ford Puma. Gli avversari praticamente inesistenti, annichiliti dallo strapotere di questi due “extraterrestri” che fanno il bello e il cattivo tempo a loro piacimento. Alla fine a vincere è Sèb Loeb, che sfrutta sul finale una foratura di Ogier per riportarsi al comando, andando a riscrivere le statistiche del WRC grazie alle ottanta vittorie ottenute in carriera, diventando inoltre il pilota più anziano a conquistare un rally mondiale. Il podio viene completato dalla Ford Puma di Craig Breen, ma nel finale a mettersi in mostra è Kalle Rovanperä. Il finnico, risolti i problemi di assetto e di adattamento alla nuova Yaris, risale la classifica fino al quarto posto conquistando 17 punti che gli permettono di portarsi virtualmente al comando del Mondiale Piloti, visto che Loeb e Ogier faranno solo qualche sporadica apparizione.

Svezia
Con l’assenza dei due campionissimi francesi ci aspettava una pronta risposta da parte dei vari Tänak, Neuville, Lappi ed Evans, ma così non è stato. A far saltare il banco ci ha pensato Kalle Rovanperä, che riscatta un Monte Carlo sottotono grazie ad un ritmo gara davvero sbalorditivo, abbinato ad una gestione della corsa da vero manuale che gli ha consentito di aggiudicarsi la sua terza vittoria in carriera. Il tutto a distanza di 21 anni dall’affermazione di papà Harri proprio in Svezia. Sulle prove scandinave il finlandese ha dato prova di aver raggiunto la piena maturità, mentre continua a deludere il suo compagno di team Evans, il quale getta al vento ogni possibilità di vittoria uscendo di strada a tre prove dal termine. In ripresa la Hyundai che piazza al secondo posto Thierry Neuville davanti alla Toyota di Lappi. Altra gara sfortunata per Tänak che si ritira sulla PS5 quando era al comando per un problema elettrico.

Croazia
Alla vigilia della gara croata i favoriti per il successo finale erano i due piloti Hyundai e il gallese Elfyn Evans, mentre Rovanperä veniva “scartato” in quanto poco avvezzo alle strade asfaltate. Ed invece Super Kalle mise in riga tutti, esaltandosi in una gara condita da un meteo variabile, con pioggia, fango e nebbia nella prima giornata di gara e in alcune prove del sabato e della domenica. Solamente per un attimo si è avuta la sensazione che il successo potesse sfuggire dalle mani del finnico, quando Tänak, grazie ad un’ottima scelta di pneumatici, riuscì a riportarsi al comando seppur con un distacco esiguo. Con la sola Power Stage a fare da ago della bilancia, si è vista tutta la classe e il talento di questo ragazzo, il quale faceva segnare un tempo monstre che gli permetteva di ripassare l’estone e di portare a casa la seconda vittoria consecutiva della stagione. Un successo che lo proiettava a 76 punti in classifica con un vantaggio di 29 lunghezze su Neuville dopo sole tre gare.

Portogallo
Non c’è due senza tre. Nell’edizione che segnava i festeggiamenti del 50°anniversario del WRC, il pilota di casa Toyota conquista senza troppe difficoltà la terza vittoria consecutiva su appena 4 gare disputate. Un tris di vittorie che mancava dal 2018, quando Tänak (all’epoca in Toyota) vinse consecutivamente in Finlandia, Germania e Turchia. Complice una posizione di partenza non certo favorevole, ha scalato la classifica fino a mettere il fiato sul collo al compagno di squadra Evans. L’ex pilota M-Sport anche in questa occasione non fu in grado di resistere al veemente ritorno di Rovanperä, accontentandosi del secondo posto a completare la doppietta per la Casa giapponese. Con questo risultato, unito ai cinque punti della Power Stage e alle gare poco fortunate di Neuville e Tänak, il suo vantaggio nella classifica piloti saliva a 46 punti.

Sardegna
Sull’Isola dei Quattro Mori Rovanperä ha dimostrato di saper perdere con grande umiltà. Il fatto di dover pulire la strada nella prima tappa non l’ha aiutato, favorendo chi partiva alle sue spalle e chiudendo solamente ottavo. Con un occhio rivolto al campionato ha badato a non commettere errori, sfruttando i passi falsi di chi lo procedeva per chiudere al termine della gara in quinta posizione. Nonostante il ritorno alla vittoria di Tänak e della Hyundai, il pilota Toyota poteva sempre contare su un margine rassicurante nella classifica iridata.

Safari
L’appuntamento con il gradino più alto del podio non si è fatto attendere. In Kenya nonostante la presenza di Loeb e Ogier, il finlandese ha messo in piedi una fantastica gestione della gara, riuscendo a trarre sempre il massimo quando gli altri invece incappavano in forature o in altre disavventure. Il neo campione del mondo in Africa non ha dovuto far altro che gestire il gap costruito sui suoi compagni di squadra, con la Toyota che si assicurava i primi quattro posti dell’assoluta, per un’impresa riuscita nel 1993 proprio al Safari. Una grande prova di forza della squadra giapponese e del suo pilota di punta, con le rivali Hyundai e Ford mai in grado di impensierirli.

Estonia
La quinta vittoria stagionale arriva sulle veloci prove speciali estoni, dove un anno prima il giovane Rovanperä aveva ottenuto il suo primo successo in carriera. Il finnico non ha avuto particolari problemi nel regolare la vettura gemella di Evans e la Hyundai I20 dell’idolo di casa Ott Tänak, aumentando in maniera quasi imbarazzante il suo vantaggio nella classifica piloti dopo solo 7 gare.

Finlandia, Ypres e Acropoli
Con la vittoria ottenuta in Estonia il discorso mondiale sembrava ormai chiuso e con gli avversari ormai rassegnati di fronte allo strapotere della stella di casa Toyota. In Finlandia in molti davano per scontato il successo di Rovanperä sulle strade amiche, ma sul suo cammino ha trovato un Ott Tänak più agguerrito che mai per rivendicare quel gradino più alto del podio che nella gara casa gli è sfuggito, oltre ad una Hyundai decisa a dare una sterzata importante alla stagione. Il figlio d’arte si è rassegnato all’idea di chiudere in seconda posizione nella tappa di domenica dopo il primo passaggio sulla prova di Ruuhimaki, quando ha capito che per andare a prendere l’estone avrebbe dovuto prendersi dei rischi che gli avrebbero pregiudicato la possibilità di raccogliere un bottino di punti pesante in chiave iridata. Dalle veloci strade finlandesi il Circus del WRC si è poi spostato su quelle altrettanto veloci di Ypres, dove però a festeggiare sono stati nuovamente Tänak e la Hyundai. Nella gara belga il finnico partiva subito con il piede giusto vincendo la prova di apertura, ma nella successiva usciva di strada stropicciando a dovere la sua Yaris GR. Una volta rientrato in gara badava soltanto ad ottenere il massimo dei punti nella Power Stage riuscendo a centrare l’obiettivo. In maniera quasi del tutto inaspettata, complice anche il successivo passo falso dell’Acropoli, con la Casa coreana che andava a firmare una storica tripletta, l’estone riapriva il discorso iridato riducendo a “soli” 53 punti il suo distacco nella classifica piloti, quando al termine della serie mancavano ancora tre gare.

Nuova Zelanda
Si arriva quindi alla gara neozelandese (rientrata nel calendario del WRC dopo dieci anni di assenza) con Kalle Rovanperä deciso a chiudere la pratica iridata per guardare con maggiore serenità alle ultime due gare stagionali. La prima tappa si chiudeva con Tänak al comando davanti alle Yaris GR di Evans e Ogier, mentre il finnico si attestava in quarta posizione. Nella giornata di sabato il giovane pilota della Toyota andava all’attacco riuscendo a portarsi al comando con Ogier che gli copriva le spalle in seconda posizione. Dal canto suo Tänak vedeva prova dopo prova aumentare il proprio svantaggio da Rovanperä e con esso le sue ultime chance iridate. Nelle ultime quattro prove in programma non arrivano particolari scossoni e il finlandese faceva sua la Power Stage e la gara con 34″6 su Ogier e 48″5 su Tänak. Grazie ai 64 punti di vantaggio sull’estone nella classifica piloti si aggiudicava matematicamente il suo primo campionato del mondo a soli 22 anni.
Nelle migliori edicole tra il 5 e il 7 ottobre
