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CIR e rally 2020: ecco tutte le proposte, ma manca la terra!

La mancanza di terra è la deriva dei rally italiani

Per quel che riguarda CIR e rally 2020 la Giunta Esecutiva di Aci Sport sarà chiamata a decidere sulle proposte tecnico-consultive della Commissione Rally, dei rappresentati dei piloti e dei Costruttori tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre. Se il parere della Giunta Esecutiva, unico organismo Aci chiamato a deliberare sullo sport, dovesse essere positivo si noterà un ulteriore marcato impegno della federazione nel cercare di recuperare il rallysmo nazionale da una deriva che appare un po’ pericolosa per la specialità.

Cosa aspettarsi? Prepariamoci a dimenticare le prove spettacolo per come sono pessimamente concepite, prepariamoci ad assistere a dei rally un po’ meno tirati (purtroppo non più lunghi, ma qui si aprirebbe una brutta parentesi da dedicare a quei piloti che contestano i rally lunghi e continuano a non darsi alla pista o all’ippica). E prepariamoci a vivere tutti insieme appassionatamente le conferenze stampa dei vincitori direttamente sul podio della gara, davanti a quel bellissimo pubblico che ha tifato per i propri preferiti.

Le prove spettacolo ritorneranno ad essere (stando agli attuali progetti proposti) delle vere e proprie prove speciali. Dunque niente più fastidiosi girotondi senza criteri per fare il super tempo. Il tempo si farà ugualmente, ma su una strada con curve vere, alberi, guard-rail da sfiorare in velocità… Insomma, qualcosa che assomigli di nuovo ad un rally. In tutto ciò c’è da inserire la diretta TV.

Dici diretta TV ed ecco nascere il primo problema: starà bene a tutti gli organizzatori dei rally riconfermati nel CIR 2020 farsi carico di un’ulteriore spesa di organizzazione che, a questo punto, non potrebbe più essere limitata a circa 15.000 euro (poco più o poco meno) come quelle sostenute nel 2019?

Una domanda non da poco che potrebbe portare anche qualche organizzatore a tirarsi indietro dalla massima serie nazionale di rally, a cui restano comunque candidate (senza speranze attuali) Salento, Elba, Alba… Certo è che entro la fine di ottobre si arriverà ad una decisione, visto che dopo si dovrà parlare di date, con Il Ciocco che vuole tornare alla sua data originale e Sanremo che dovrebbe quasi certamente spostarsi a settembre.

Rossetti-Mori al Rally Italia Sardegna
Luca Rossetti ed Eleonora Mori al Rally Italia Sardegna 2019

Rally meno tirati, Rally Italia Sardegna e conferenze stampa

Rally meno tirati, si diceva. La Commissione Rally fa pressing perché le gare (tutte CIR e non CIR) terminino di domenica entro le 14. In effetti, al di là dei fastidi che ha chi fa informazione che, con le dirette, si trova a scrivere della terza prova speciale mentre è già iniziata la quinta PS e si sta concludendo la quarta, l’attuale formula sembra più adatta ad una cronoscalata da sei manche che ad un rally di almeno nove prove speciali (nel RAC 1985 furono disputate 63 prove speciali).

Questione Rally d’Italia. Evitiamo di fare confusione. Gli equipaggi del CIR 2019 che hanno partecipato al Rally Italia Sardegna potevano partecipare anche quest’anno al WRC 2, dovevano solo chiederlo e sarebbe stato gratuito, confermano dalla Federazione relativamente a voci diffuse nei giorni scorsi che avrebbero creato non poca confusione, ma di cui non viene precisata la natura. Da Aci Sport fanno sapere che, a causa di un misunderstanding con la Fia (ma sappiamo non essere proprio così), quest’anno nessun equipaggio del CIR ha fatto richiesta di partecipazione alla gara del WRC 2.

Quel che è certo è che la formula 2019 sarà ripetuta: quindi, tutti gli equipaggi del CIR 2020 che faranno richiesta di partecipazione alla gara del WRC 2 saranno ammessi gratuitamente. Gratis? In Aci Sport dicono che sarà così. Vedremo. Noi gli crediamo, anche perché previsto dal regolamento del WRC 2. Inoltre, i nostri piloti e copiloti non saranno più penalizzati nella partenza. Accolta la richiesta dei Costruttori di farli partire con gli equipaggi del WRC 2.

Infine, ma non ultimo per importanza, si vuole dire basta a queste conferenze stampa solitarie e tristi, fatte in una stanzetta con tre giornalisti, quasi sempre gli stessi. Un pilota e un copilota quando vincono una gara non vincono un assegno da 50.000 euro, pur avendo rischiato la vita. Quindi corrono per la gloria e per il pubblico. Si chiama passione. Bene, le conferenze stampa di tutti i rally d’Italia saranno fatte direttamente sul palco d’arrivo, davanti ai tifosi, pochi tanti, ma sempre di più di tre giornalisti.

Basterà? Abbiamo motivo di ritenere che non sarà sufficiente a rivitalizzare un morto che cammina come il CIR 2019, una serie che quest’anno è addirittura sembrata sottotono rispetto al CIWRC. Di cosa c’è bisogno? Di coraggio nelle scelte. Ecco, vediamo impegno, ma non coraggio. Ci sarebbe bisogno di un CIR ad otto gare con almeno quattro gare su terra e quattro su asfalto. Non ci sono le gare su terra, dice qualcuno. RS ne ha trovato almeno sei: Tuscan Rewind, Rally di San Marino, Liburna Terra, Rally Costa Smeralda, Rally della Val d’Orcia e Rally delle Marche…

Ma quindi si potrebbe fare anche un CIR con sei gare su terra e due sole su asfalto? Certo che sì. Anche otto gare su terra, mettendo dentro Valtiberina e Vermentino. E perché dicono che non ci sono gare? Perché gli interessi rendono ciechi. Un’altra buona idea? Proviamo a darla: via il CIRA dal CIR 2020. Il Campionato Italiano Rally Asfalto va trasferito a gran velocità nel CIWRC e il CIR 2RM deve tornare ad essere un titolo a parte da assegnare nel CIR, con l’Under 25. Tutto il resto – coppe, coppette e gelati – deve essere cancellato. Altrimenti si rischia di innescare una crisi a cascata, si rischia di trasformare tutto in un cane che si morde la coda.