Batterie a prova di rally o viceversa?

Copertina RS e oltre maggio 2021

Quello sull’introduzione dell’ibrido nei rally, con la FIA, è un monologo tra sordi. E non è questione di dialettica tra rappresentanti in conflitto di idee, ma di una sostanziale indifferenza al carattere particolare della situazione che attraversa tutto il sistema produttivo e che influenzerà in futuro l’economia mondiale. Se si è scelto, come si è scelto, che tutto l’automobilismo sportivo dovrà diventare ecologista entro il 2030, sarebbe stato di gran lunga meglio pensare ai biocarburanti. E comunque, mi chiedo: ma poi, le macchine da corsa inquinano davvero così tanto? Più dei riscaldamenti e degli allevamenti intensivi di bovini? Non lo chiedo per un amico, ma per me stesso, per capire, per aggiornarmi.

La crisi economica che bisognerà prima fronteggiare, poi pareggiare e infine superare può permettersi questi costi? In nome di quali sacrifici? Lo abbiamo scritto a più riprese: se davvero ci fosse stata l’intenzione di abbattere i costi e voler consentire ad altri Costruttori di arricchire il parco partenti del WRC e, a cascata, anche i campionati nazionali, si sarebbe dovuto partire dalle R5/Rally2.

Che alla fine sono le vetture più simili in termini di potenza e prestazioni alle WRC Plus. Invece, nonostante le vetture del futuro (come ci anticipa Jari-Matti Latvala nell’intervista che ci ha rilasciato) saranno più lente e più spettacolari, si è deliberatamente scelto di andare in una direzione che anche in termini di aggiornamenti ed evoluzioni avrà dei costi maggiori. Lo si è scelto in accordo con alcuni Costruttori che hanno bisogno di sviluppare al meglio, rendendole più durature, le batterie delle auto che immetteranno sul mercato nei prossimi anni. E di rendere le stesse più sicure.

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Che i rally siano da sempre banco di prova e di sviluppo di soluzioni per le auto di tutti i giorni non solo è noto, ma è anche motivo di orgoglio per la specialità. Ma che gli stessi debbano essere snaturati per essere riadattati alla durata delle batterie elettriche e che debbano rischiare di essere etichettati come pericolosi, perché qualcuno preferisce l’alta tensione ai biocarburanti, è francamente incomprensibile.

Prova ne è che anche gli esperti di Compact Dynamic, azienda che ha appaltato il lavoro di progettazione e realizzazione di queste batterie, non sono per nulla certi di quello che stanno creando. Infatti, nella seconda metà del mese di aprile, mentre Ford e Toyota stavano svolgendo in gran segreto il Test 1 della nuova Fiesta e della nuova Yaris, si è verificato un improvviso stop. Compact Dynamics ha chiesto ai team di sospendere immediatamente i test e di rispedire altrettanto velocemente le batterie in sede. Che cosa è successo in quei test? Non ci crede nessuno alla storiella della casualità…

Ho sulla scrivania, da mesi, due relazioni sull’ibrido nei rally. Non le posso pubblicare perché sono di due ingegneri dell’automotive che (amici quanto ti pare) non mi autorizzano alla pubblicazione mettendo i loro nomi e cognomi al fondo di quei documenti. Ma questi documenti sono pubblicabili solo se possono essere abbinati a chi ha condotto lo studio. In ogni caso, li ho letti e riletti e mettono in guardia dai comuni rischi dell’alta tensione, sottolineando come chi sta realizzando questi nuovi “missili elettrici” sostenga che “pare” che il livello di alta tensione che sarà utilizzato in queste vetture non “dovrebbe” essere mortale. Il politically correct chiede di usare il condizionale: pare e dovrebbe. Un po’ come la storia delle vaccinazioni sperimentali di massa, con la differenza che di questo vaccino ce n’è maledettamente bisogno. Di rischiare oltre, nei rally, mi pare che non ne abbia bisogno nessuno.

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