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Ariella Mannucci è tornata dal suo amore Mario

ariella mannucci

Ariella era una donna empatica, coinvolgente, motivata, energica. Era ben voluta da tutti i tifosi e con loro ha sempre comunicato. Ha comunicato anche in questi ultimi anni, utilizzando i social e sempre e solo per non fare appassire la memoria delle gesta Lancia legata alla coppia Munari Mannucci.

Ariella Mannucci, moglie di Mario, il Maestro delle Note, incontra i rally esattamente 60 anni prima di lasciare amici e familiari, nel 1963, quando era diventata la compagna di abitacolo di Mario, che poi avrebbe sposato e con cui era destinata a fare crescere una splendida famiglia. Ariella Mannucci era sempre presente nelle numerose trasferte del marito, specialmente durante gli anni in Lancia. Sempre volenterosa e disponibile, si occupava delle provviste dei viveri e di ogni genere di conforto per i piloti della squadra Lancia.

Era rimasta lucida e molto attiva anche in età avanzata, sempre presente alle presentazioni e agli eventi culturali, alle mostre e ai saloni con tema Lancia e Jolly Club. Ha fatto di tutto per mantenere viva la memoria del marito Mario e il ricordo di Sandro Munari (insieme alla moglie del campione). Aveva partecipato all’organizzazione di una mostra in Russia, a San Pietroburgo, dedicata all’equipaggio Munari-Mannucci, aveva anche realizzato con la collaborazione di Storie di rally, la più grande intervista senza sconti a Daniele Audetto.

Da Ariella, quando chiedevi di Sandro Munari, potevi aspettarti una risposta affettuosa e ironica del tipo: “Sandro? Quel Sandro che io ho conosciuto e frequentato per tanti anni? Sandro “brontolone” che quando è nato Manuel il 25 marzo mi ha detto “potevi aspettare ancora due giorni, così nasceva il mio stesso giorno…”, o che dopo la morte di mio marito Mario mi coccolava e mi proteggeva sgridandomi se mi vedeva in giro “stai a casa con i tuoi nipoti”, che quando andavamo alle feste, mi diceva “ mangiamo poco, che poi ci abbuffiamo di dolci”, che mi diceva, sapendo di farmi arrabbiare “i tuoi panini sono pessimi”, che quando mi vedeva mi abbracciava con una carezza sul volto, che, che, che quante cose potrei raccontare di lui, cose che nessuno conosce”.

Aveva ancora un obiettivo. Un libro in cui ci fosse la storia del marito e per forza di cose anche la sua e quella della sua famiglia. Ce l’ha fatta appena in tempo, Ariella. Mario de Vivo ha firmato Mario Mannucci (Giorgio Nada Editore), il racconto della vita di un professionista che non poteva fare a meno dei rally. Il volume descrive un decennio fatto di gare memorabili e di un binomio leggendario ed indimenticabile: Munari-Mannucci.

Ariella era una donna empatica, coinvolgente, motivata, energica. Era ben voluta da tutti i tifosi e con loro ha sempre comunicato. Ha comunicato anche in questi ultimi anni, utilizzando i social e sempre e solo per non fare appassire la memoria delle gesta Lancia legata alla coppia Munari Mannucci. Ariella conosceva tutti e tutti la conoscevano. Aveva sempre una buona parola o un buon ricordo per tutti. Se le si chiedeva di Biche, ad esempio, avrebbe risposto: “Ci siamo conosciute nel 1973, Maroio si era ritirato ed io non ero andata all’arrivo. Conoscendo le difficoltà di quei rally l’ho sempre ammirata ed è diventata il mio idolo”.

Sul marito Mario sorrideva e con orgoglio spiegava “Ma quel Mannucci l’era un bel malnat (lazzarone, ndr), finito con le quattro ruote, a 65 anni si era dato alle due”. Mannucci se n’era andato il 17 dicembre 2011, Ariella il 1 giugno 2023, il giorno dopo il compleanno del suo amato Mario. L’anno prima, in occasione della ricorrenza della nascita di Mario lo aveva ricordato così: “Compirebbe 90 anni. Lui era così: forte, fiero, grintoso, solitario. Fino a che non ha incontrato l’Alzheimer. Dopo, ogni battaglia è stata vana: anni di umiliazioni privazioni, devastazione sia fisiche che mentali”.