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59° Secondo: un racconto di Massimo Sghedoni

59° Secondo

59° Secondo, il nuovo libro di Max Sghedoni, dalla prima pagina, ti prende e ti risucchia in un vortice pazzesco, un turbinio di ricordi e di sentimenti che solo chi li ha vissuti, ne ha nostalgia e sa scrivere molto bene può esporre in questo modo romantico.

Così come li ha esposti Massimo. Non ti consiglio l’acquisto di questo libro. Ti dico: compralo. Non una copia. Anche due. Che ci fai con l’altra? La regali a qualche amico o amica appassionati come te. Considera che sul mio blog lo pagherai certamente meno.

Chi mi conosce e mi legge da qualche decennio, sa che non è mia consuetudine fare “marchette”. L’ho letto in anteprima, “59° Secondo”. Ma Sghedoni sa che non gli avrei mai fatto un torto, divulgandolo. O sei onesto o non lo sei. Lo sono e sarò onesto anche nella recensione. Mi ha inviato una bozza. L’ho letta. Poi l’ho riletta. Mi ha preso.

Lo dico perché in circolazione ci sono molti libri dall’eccessivo taglio autobiografico. Secondo me, ma è un modesto parere, se non sei stato un campione e decidi di scrivere un libro, devi dimenticare cosa sei stato e devi limitarti a raccontare. Notizie e colore. Notizie e colore. Non voglio fare lezione di scrittura a nessuno.

Ma voglio dire che il libro di Max Sghedoni esula da questo contesto. Storie, novelle, aneddoti. Tutti inediti e raccontati col senno del poi, che è da sempre una scienza esatta. La prima frase che incontri è: “Non so come arrivai alla fine di quella gara, ma so solo che essa fu l’inizio della mia carriera”. Un po’ come dante Alighieri quando si trovò all’ingresso degli inferi… Fatto il passo non si torna indietro.

Ma i rally sono un paradiso. Veneziano, classe 1950, Sghedoni inizia la sua carriera come giornalista, seguendo le orme della madre Angela Maria, scrittrice di romanzi per ragazzi ed editorialista del quotidiano Il Gazzettino di Venezia. Negli anni Settanta decide più per gioco e per passione di entrare nel mondo delle competizioni sportive, sperando in tal modo di poter realizzare successivamente dei servizi giornalistici di viaggio e d’avventure per le riviste del settore o quale tester di Case automobilistiche.

Dopo solo due anni di “apprendistato”, passa al professionismo vero, a fianco di Angelo Presotto e sotto l’egida di Ford Italia. Dopo quarantadue anni di attività ininterrotta nei rally, un primo libro dal titolo Voglia di Rally, il vademecum del buon navigatore, e dopo aver conquistato quarantuno titoli tra Trofei e Campionati in veste sia di co-pilota sia di direttore sportivo, non avendo mai tradito la sua passione anche per lo “scrivere” decide di narrare la propria carriera raccogliendo una serie di aneddoti e di considerazioni che altro non sono che la disanima della sua filosofia di vita.

Massimo Sghedoni, un professionista delle corse

Un personaggio e professionista nella storia del rally, racconta aneddoti emozionanti della sua più importante esperienza di vita. Sghedoni ha fatto della sua passione la sua professione fin da giovane. Racconti, emozioni, ricordi tristi si alternano con le tappe di una moltitudine di gare che hanno scandito la carriera di un preciso navigatore e poi del ricercato direttore sportivo per importanti case automobilistiche quali Ford, Mitsubishi e Subaru.

In ogni storia, avventura, momento della vita, arriva inesorabile e “beffardo”, come lo definisce l’autore, un “59° Secondo” a decidere le sorti: una perdita, anche una morte, una vittoria. Un secondo prima del minuto che scatta, che insegna il suo stesso intrinseco valore e, se sfugge, condiziona la vita.

Sono ventotto capitoli. Ogni capitolo una storia. Dentro c’è di tutto. Dal Monte-Carlo al San Martino di Castrozza. Dal Turini al Manghen con sentimento. Da Il Ciocco al Portogallo. Dalla Renaio alla Lagoa Azul con passione. Ma anche “Icio” Perissinot, Andrea Aghini e molto altro. Ogni riga, ogni paragrafo, ogni capitolo è una miscela esplosiva di sentimenti viscerali e ricordi che vengono fuori in modo dolcemente prepotente. Pensa che è piaciuto anche a Guido Rancati, che ha deciso di scrivergli la prefazione.

All’inizio del libro Sghedoni scrive: “1976: comincia la mia storia rallistica – scrive Sghedoni -. Avevo 26 anni. Non giovane, quindi. Ma da sempre innamorato dei rallies, tanto che una delle mie prime auto fu una Ford Escort 1100 che assomigliava a quella usata da Waldegaard nel Mondiale”.

“A Treviso si viveva di Rugby e Rally con tanto di “piazze” occupate dalle due fazioni. Chi era seguace del Metalcrom occupava la Loggia dei 300… i vari Tonino Tognana, Pietro Polese, Chicco Svizzero, invece, con i rispettivi fans, li incontravi in piazza della Borsa da dove poi si partiva con destinazione Montebelluna per scorrazzare fino all’alba lungo le speciali ancora in terra del Monte Tomba, del Cesen o del Montello”.

“Io all’epoca “facevo” il giornalista, ma decisivo per la mia carriera fu l’incontro con un altro neofita delle gare su strada: Antonio Dal Ferro che decise di immolare assieme a me la sua personale Bmw nella prima prova speciale del primo minirally corso in Italia: “La Coppa Piave del ‘76” che fu anche la nostra prima gara in assoluto”.

“Staccammo una ruota ed io, da quel giorno, la spina logica dal mio cervello. La giornata la trascorrevi in Scuderia, o a redigere i radars per quei piloti che avrebbero corso nelle diverse competizioni settimanali. Oppure gestivi i loro piani assistenza dove quattro ruote, una tanica ed un rotolo di filo di ferro erano la dotazione ufficiale delle vetture della Scuderia Piave Jolly di Treviso”.

la scheda

59° SECONDO

Autore: Massimo Sghedoni

Copertina: morbida

Pagine: 208

Formato: 17 x 24 centimetri

Editore: L’Orto della Cultura

Prezzo: 18 euro

Peso: 453 chilogrammi

ISBN: 978-8-8995887-0-0

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